Le aziende di tutto il mondo stanno scoprendo che ridurre i giorni lavorativi può paradossalmente aumentare il benessere dei dipendenti senza compromettere i risultati aziendali. Una ricerca condotta dall'Università di Boston ha monitorato per sei mesi quasi 2.900 lavoratori in sei paesi diversi, confermando quello che molti esperti sospettavano da tempo: la settimana lavorativa di quattro giorni rappresenta un modello sostenibile e vantaggioso sia per i dipendenti che per le aziende. I risultati ottenuti sfidano il tradizionale paradigma secondo cui più ore di lavoro equivalgono necessariamente a maggiore produttività.
Il campione internazionale che ha rivoluzionato la routine lavorativa
Gli economisti Wen Fan e Juliet Schor hanno coordinato uno studio che ha coinvolto 141 aziende distribuite tra Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada, Irlanda e Nuova Zelanda. Queste aziende hanno aderito volontariamente alla sperimentazione, avendo a disposizione otto settimane per riorganizzare i propri flussi di lavoro e mantenere invariati i livelli di produttività. Il confronto è stato possibile grazie a un gruppo di controllo di 300 persone che hanno continuato a seguire il tradizionale orario di cinque giorni lavorativi.
Le strategie adottate dalle organizzazioni partecipanti hanno spaziato dall'eliminazione di riunioni superflue alla razionalizzazione dei processi interni. Due settimane prima dell'inizio del test e successivamente a sei mesi dall'implementazione, i ricercatori hanno sottoposto i partecipanti a questionari dettagliati sul loro stato di benessere generale, ponendo domande specifiche sulla qualità del sonno, il livello di stress e la soddisfazione lavorativa.
I benefici tangibili emersi dalla ricerca
I dati raccolti hanno evidenziato miglioramenti significativi in diversi ambiti della vita lavorativa e personale dei partecipanti. Secondo Juliet Schor, il 67% dei lavoratori ha riferito una riduzione del burnout dopo sei mesi di settimana lavorativa ridotta. Parallelamente, il 41% ha dichiarato un miglioramento della propria salute mentale, mentre il 38% ha riscontrato una qualità del sonno superiore rispetto al periodo precedente la sperimentazione.
Particolarmente interessante è il dato relativo alla produttività percepita: il 52% dei partecipanti ha affermato di essere diventato più efficiente nonostante la riduzione dell'orario lavorativo. Questo risultato, pur basandosi su auto-valutazioni piuttosto che su misurazioni oggettive, suggerisce che la concentrazione e l'efficacia possano aumentare quando i lavoratori dispongono di più tempo per il recupero fisico e mentale.
L'effetto dose: più ore recuperate, maggiori benefici
Un aspetto particolarmente rilevante dello studio riguarda la correlazione tra l'entità della riduzione oraria e l'intensità dei benefici riscontrati. I dipendenti che hanno visto diminuire il proprio carico lavorativo di almeno otto ore settimanali hanno sperimentato i miglioramenti più marcati in termini di benessere fisico e mentale. Tuttavia, anche riduzioni più contenute hanno prodotto vantaggi misurabili in tutte le metriche considerate, dimostrando che il modello può essere adattato alle esigenze specifiche di diverse realtà aziendali.
Il gruppo di controllo, composto da lavoratori di 12 aziende che hanno mantenuto il tradizionale orario quindicinale, non ha mostrato variazioni significative in nessuno degli indicatori monitorati. Questa evidenza rafforza l'ipotesi che i benefici osservati siano direttamente collegati alla modifica dell'orario lavorativo piuttosto che ad altri fattori esterni.
Il movimento globale verso la settimana corta
I risultati della ricerca statunitense si inseriscono in un contesto internazionale sempre più favorevole alla settimana lavorativa ridotta. Nel 2022, un esperimento condotto nel Regno Unito su 3.300 lavoratori di 73 aziende aveva prodotto risultati analoghi, con la maggior parte dei supervisori che hanno riferito livelli di produttività stabili o addirittura migliorati.
Il Belgio ha formalizzato questa tendenza introducendo alla fine del 2022 una legislazione che consente ai lavoratori di concentrare le tradizionali 40 ore settimanali in quattro giornate più lunghe, mantenendo invariato il salario. L'Islanda ha adottato un approccio ancora più radicale, riducendo semplicemente l'orario lavorativo per la maggior parte dei dipendenti pubblici. Anche la Lituania ha implementato settimane lavorative di 32 ore a stipendio pieno per i genitori di bambini piccoli nel settore pubblico, mentre Dubai sta sperimentando temporaneamente la settimana di quattro giorni per tutti i dipendenti pubblici durante i mesi estivi.