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Trend Micro consiglia come comportarsi con il ritiro di Windows Server 2008

La mossa porta le aziende a una scelta difficile: mantenere il sistema operativo e pagare per la costosa estensione del supporto oppure rischiare rimandendo indifese

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Avatar di Antonino Caffo

a cura di Antonino Caffo

Editor

Pubblicato il 19/12/2019 alle 08:56

Il 14 gennaio 2020 Microsoft ritirerà i prodotti Windows Server 2008 e Server 2008 R2. Questa decisione del vendor porta le aziende a una scelta difficile: mantenere il sistema operativo e pagare per la costosa estensione del supporto, spendere tempo e risorse per una migrazione, oppure lasciare l’azienda esposta alle minacce cyber.

Cosa ne pensa la società di sicurezza Trend Micro? «La buona notizia è che esiste una soluzione che ha un costo migliore e che permette di continuare a utilizzare Server 2008 e di mitigare i rischi cyber evitando ulteriori criticità: investire in una sicurezza server integrata» spiega Gastone Nencini, Country Manager Trend Micro Italia.

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«Nelle scorse settimane abbiamo parlato con numerose aziende e un preoccupante numero di queste è preparato ad adottare una politica di attesa in seguito alla fine del supporto per Server 2008».

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Senza il supporto di Microsoft, le compagnie non avranno più accesso agli aggiornamenti di sicurezza per Windows 2008, i server saranno esposti ad attacchi che sfrutteranno le vulnerabilità che verranno scoperte dopo gennaio 2020 e sicuramente i cyber criminali sanno già come concentrarsi su questa attività.

«Una soluzione è pagare per beneficiare di un’estensione del supporto di Microsoft che però, secondo una recente analisi, non sembra essere a buon mercato. Con Trend Micro Deep Security si può sfruttare un sistema di prevenzione delle intrusioni di prossima generazione, conosciuto anche come “virtual patching” che protegge i server e gli endpoint dalle minacce che poggiano sulle vulnerabilità nelle applicazioni critiche e sistemi operativi».

Questa caratteristica che mira a tenere al sicuro Windows Server 2008 anche dalle minacce zero-day che Microsoft non ha ancora identificato. Nello specifico, il patching virtuale consente anche di avere più tempo per valutare le vulnerabilità e testare e applicare le patch necessarie.

Oltre a ciò, consente di evitare downtime non necessari, permettendo alle aziende di avere il controllo sul patch management; migliorare la compliance ai regolamenti e avere una flessibilità maggiore, riducendo la necessità di implementare soluzioni alternative o patch di emergenza.

«Adottare una politica di attesa nell’attuale scenario delle minacce è un rischio che non vale la pena correre. Se l’azienda continua a utilizzare Windows Server 2008 per ragioni finanziare o tecniche, è meglio prendere in considerazione soluzioni di virtual patching per minimizzare i rischi e supportare il business anche oltre gennaio 2020».

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