Ascender: La galassia infestata, recensione del ritorno nella galassia futura di Lemire

La galassia infestata, il primo volume di Ascender, ci riporta nella galassia futura immaginata da Jeff Lemire e Dustin Nguyen

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a cura di Manuel Enrico

Lemire aveva promesso che il racconto dell’universo futuro raccontato in Descender avrebbe avuto una continuazione, e fedele all’impegno preso ecco che riprende la sua storia con Ascender, il secondo arco narrativo di questa sua creazione. Edito nuovamente da BAO Publishing, Ascender arriva nelle fumetterie e librerie italiane in questi giorni, portandoci a vivere le conseguenze degli eventi letti nell’ultimo volume di Descender.

La galassia in Descender

In Descender abbiamo assistito all’avventura di Tim-21, robot da compagnia dalle fattezze fanciullesche, che risvegliatosi dopo un lungo sonno scopre che la sua famiglia umana è morta in seguito ad un incidente nella colonia mineraria presso cui lavoravano. Spaurito e accompagnato solo dal fedele cane robot Bandit, Tim-21 si ritrova al centro di una caccia all’uomo (pardon, al robot), che lo vede come palio di una guerra tra umani e sintetici.

All’insaputa di Tim-21, infatti, le sue traversie personali sono coincise con una tragedia su più ampia scala, quando una possente forma di vita sintetica ha attaccato gli esseri viventi di tutta la galassia, dando vita ad un massacro senza pari. Come reazione, all’interno della comunità organica della galassia si forma un’avversione alle forme di vita sintetiche, paragonabile alla sindrome di Frankenstein tanto cara al padre della robotica fantascientifica moderna, Isaac Asimov.

Lemire immagine una società in cui i robot siano divenuti il nemico, braccati e odiati, costretti a vivere in clandestinità. Inevitabile che questi esseri metallici arrivino al punto di organizzare una resistenza, una società nascosta che cerchi, anche attraverso atti violenti, di riaffermare il proprio diritto all’esistenza.

Come per altre sue opere, anche in Descender Lemire riesce a prendere un canone narrativo abbastanza rodato e adattarlo ad una nuova forma narrativa. Con Black Hammer ha rivisitato a modo suo la figura del supereroe, mentre con Descender utilizza questo contrasto organico-sintetico per mostrare lati meno nobili dell’animo umano, anche declinandolo in una chiave robotica.

Difficile non ravvedere in questo racconto suggestioni celebri. Tim-21 ricorda molto la figura di Pinocchio e quella del robotico protagonista di I.A., film di fantascienza firmato da Spielberg. Andando oltre quelle che sembrano semplici ispirazioni, Lemire riesce a costruire un mondo in cui le bassezze umane sono la causa della fine di una civiltà, dalle cui ceneri sembra emergere una nuovo società, in cui le paure del passato vengono assimilate e portano alla nascita di nuove forme di integrazione, partendo anche da un’inziale sfiducia.

I personaggi di Lemire sono autentici, capaci di mostrare la propria umanità anche nel momento in cui si rivelano odiosi, ma incredibilmente umani. Che sia lo scienziato che si rivela un impostore, la figlia di un leader politico o un ragazzo divenuto uomo tra violenza ed amarezza, Lemire riesce a creare un mosaico di figure umane vivo e reale. Ideale, soprattutto, per dipingere la sua storia, che pur mostrando una certa lentezza nel progredire a metà dell’arco narrativo, è un buon modo di mostrare tematiche come  e razzismo in un’ottica nuova, intrecciandole alla ricerca del sé e all’accettazione dei propri limiti, spingendo i personaggi ad andare oltre.

La nuova galassia di Ascender

Fatto il necessario preambolo introduttivo dell’universo di Descender, cosa ci si aspettava da Ascender? Il finale del precedente arco narrativo avrebbe potuto benissimo essere inteso come una chiusura definitiva di questa avventura fantascientifica, ma la nuova galassia nata dal gran finale era troppo promettente per non tornare a raccontarne la nuova dimensione.

Dieci anni dopo la fine di Descender, la galassia è differente. Pur condividendo in modo palese l’ambientazione di contorno con il precedente arco narrativo, Ascender si spinge in una nuova direzione, andando a distaccarsi dal suo predecessore su un aspetto essenziale: la tecnologia. Se in Descender l’elemento fantascientifico era fondamentale, con Ascender veniamo catapultati in una società post-tech, in cui la tecnologia è quasi minima, soppiantata da una forza motrice differente, la magia.

Lemire, infatti, sembra interessato a creare un’aura di mito intorno ai dispositivi tecnologici, presentandoli come un qualcosa di prodigioso, di alieno rispetto a quello che viene percepito come il nuovo potere. Non è un caso che a compiere magie e prodigi sia il personaggio che l’autore presenta subito come il villain del suo nuovo ciclo.

Al centro della storia in Ascender abbiamo Mila, figlia di Andy ed Effie, il fratello umano di Tim-21. La ragazzina non ha idea di quale sia l’avventuroso passato del padre, non comprende perché siano costretti a vivere isolati dal resto della popolazione, diventando dei pariah visti con sospetto. Lemire costruisce un contrasto emotivo forte tra i protagonisti, presentando gli eroi del precedente arco narrativo come sconfitti e cinici, costretti a vivere in un mondo che hanno contribuito a creare, ma in cui non riescono a sentirsi inseriti. Considerato il background di questo universo, questa natura di protagonisti sconfitti troverà un modo di venire sfruttata da Lemire per dare vita ad una nuova avventura, magari un’ultima missione per cercare di dare una speranza a Mila e forse all’intero universo.

Lemire con astuzia semina all’interno della storia dei flashback che narrano eventi importanti del decennio perduto, in modo da fornire al lettore lentamente quegli elementi essenziali per comprendere il mutamento interiore dei protagonisti e la loro attuale difficoltà. Un ritratto emotivo che viene ampliato dal talento artistico di Dustin Nguyen, che nella sua apparente semplicità racchiude una poetica espressiva intensa, giocata sull’espressività dei volti del linguaggio del corpo, lasciando quasi sfumare gli sfondi per concentrarsi sui personaggi.

Cosa ci aspetta in Ascender?

La galassia infestata, primo volume di Ascender, non è solo un seguito di Descender, ma deve esser considerato principalmente come un punto di partenza per un’emozionante lettura anche per coloro che non hanno vissuto il viaggio di Tim-21. Lemire ha dato una tale scossa al suo universo da rivestirlo di una nuova identità, che per quanto legata a quanto letto in Descender, è comunque sufficientemente solida da poter funzionare autonomamente. La galassia infestata si presenta come un buon punto di partenza per questo nuovo viaggio e Ascender ha tutta l’aria di una promettente avventura!