CavolQuest: la recensione del librogame

Un nuovo librogame si aggiunge alla lista della Plesio Editore: si tratta di CavolQuest, librogame fantasy e comico scritto a sei mani da Giacomo Bernini, Stefano Cappanari e Roberto Gerilli.

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a cura di Jonny Fontana

Un nuovo librogame si aggiunge alla lista della Plesio Editore: si tratta di CavolQuest, librogame fantasy e comico scritto a sei mani da Giacomo Bernini, Stefano Cappanari e Roberto Gerilli.Leggendo librogame fantasy e comico, ai lettori più esperti sarà sicuramente tornato alla mente GrailQuest di Herbie Brennan, da noi giunto grazie alla EL con il nome di Alla Corte di Re Artù, esempio più riuscito di librogame con il quale l’autore metteva alla berlina l’epicità del ciclo bretone.In questo rinascimento dei librigame, invece, non si sono visti numerosi librogame ironici, in quanto l’obiettivo degli autori è sempre stato principalmente quello di rivolgersi al vecchio pubblico di lettori, ormai divenuti adulti ed interessati ad opere più mature, che si discostassero dal solito “eroe fantasy che salva il mondo”.E’, quindi, una ventata di freschezza l’ironia portata da CavolQuest, che si fa beffe dei librogame ed in generale di un po’ tutta la narrativa fantasy.

Prudenzio Guardapolli, in arte PG

CavolQuest ci getterà nel mondo di Nerdasia, dominato da un pantheon divino retto dalle tre divinità Bern, Kappan e Gerro (chiare personificazioni dei tre autori). Nerdasia è un mondo dove le citazioni di libri, film e videogiochi spuntano come funghi: basta già questo a darci un’idea di quello che ci aspetta!Il personaggio che interpreteremo è un aspirante avventuriero dal nome piuttosto ridicolo di Prudenzio Guardapolli (no, non sarà possibile sceglierne un altro...), spesso chiamato per evitare grasse risate semplicemente PG (sigla che, ovviamente, sta anche per Personaggio Giocante).Stufi del nostro inconcludente apprendistato da falegname e cresciuti ascoltando le innumerevoli canzoni dei bardi sulle gesta dei Leggendari Cinque che sconfissero il Tarrasque, abbiamo deciso che il lavoro di bottega non faceva per noi: molto meglio tentare la fortuna ed entrare nella leggenda.Pertanto, abbiamo raccolto le nostre poche cose (nonché le monete del nostro maestro) e ci siamo recati verso la vicina città di Aurora, nel regno di Solis, dove sorge la Gilda degli Avventurieri di Corbiniano, presso cui tutti devono iscriversi prima di potere iniziare la propria carriera da avventuriero.

Purtroppo, le canzoni dei bardi tralasciavano tutte le parti più noiose: nessuno ci aveva mai detto che ci fossero tutti questi moduli da compilare! Come se non bastasse, per iscriversi alla gilda è necessario avere un’arma, ma tutte quelle presenti in città sono già state acquistate dai famelici avventurieri che hanno intenzione di partecipare al torneo dell’Arcipelago Libero di Testudines.A quanto pare, l’unica arma ancora disponibile è una strana spada, che il giovane fabbro della città giura e spergiura sia magica… sarà! Non appena l’avremo fra le mani, però, ci renderemo conto che la nostra spada ha di sicuro una particolarità… parla! (No, non si chiama Excalibur Junior, ma è di sicuro più chiacchierona e molto più fastidiosa!)Verremo così a sapere che nella spada è racchiuso lo stregone Evremondo il Superbo, a suo dire uno fra i più potenti maghi del mondo, trasformato in spada a causa di un esperimento andato male, e la cui voce ci risuonerà nella mente per tutto il resto dell’avventura!Ciò che al momento conta, però, è che abbiamo finalmente un’arma e possiamo iscriverci alla Gilda!

La mia prima missione

Dopo essere tornati alla Gilda degli Avventurieri di Corbiniano e terminato il fastidioso interrogatorio formale, possiamo scegliere una fra le missioni disponibili… no, niente Torneo di Testudines per noi, dato che l’ultima nave diretta all’Arcipelago Libero è già salpata mentre stavamo recuperando la spada.Possiamo quindi decidere di dare la caccia a un drago, salvare una contessa o eliminare un malvagio negromante… o meglio dire, potremmo, perché secondo il rappresentante della Gilda, tali missioni sono praticamente una sentenza di morte per un avventuriero alle prime armi! Ma allora, che possiamo fare?Non disperiamo, sembra che ci sia qualcosa alla nostra altezza, una missione pescata tra la catasta dei compiti ingrati rifiutati da tutti gli altri avventurieri… l’ultimo esattore di tasse del Re inviato a Borgo del Cavolo (che non indica solo la scarsa qualità del villaggio, ma è anche il suo nome), non ha più fatto ritorno, ed è richiesto l’intervento di un prode avventuriero! Beh, magari non proprio prode, ci ricorda Evremondo nella nostra testa… ma come si dice in questi casi, o mangiare questa minestra (di cavolo) o saltare dalla finestra… La missione è nostra!

Ma… ma c’è un altro ma! Certo che questo Corbiniano è davvero un guastafeste con tutte queste regole e codicilli, di cui le canzoni non parlano mai, tra l’altro!Niente missioni in solitaria: abbiamo quindi bisogni di un “party” al nostro fianco! Ma tutti gli avventurieri disponibili, come detto, sono ormai al torneo di …., dove ne possiamo trovare degli altri?Ma tra gli eroi “di scarto”, ovvio! Ovvero coloro ai quali, per un motivo o per l’altro, è stato impedito di entrare nella Gilda: Florian Pinoselvaggio, un elfo un tempo atletico ma ormai ingrassato, che, al contrario della sua intera razza, odia le verdure e ama la carne; Qarco Sanguefurioso, un mezzorco che preferisce il lancio di magia alla forza bruta; e Veriana Cuoreditenebra, giovane sacerdotessa del dio della morte con tendenze suicide.Spetterà a noi cercare di arruolare questi improbabili “eroi”, affinché ci accompagnino nella nostra prima missione ufficiale per conto del Re!

Il "regolamento"

Per fortuna, gli autori non hanno seguito l’esempio di Brennan, che a fianco dello stile ironico della serie Alla Corte di Re Artù aveva pensato un regolamento inutilmente “pesante”, che nel corso della saga non faceva altro che soffrire di gigantismo affossando il godimento della lettura.Al contrario, il “regolamento” di CavolQuest è quanto di più semplice possa esserci. PG non ha punti vita o altre statistiche di cui tenere conto durante la avventura, se non le semplici Abilità di Forza, Destrezza, Intelligenza e Carisma. Forza indica quanto possiamo fare affidamenti sui muscoli e sulla costituzione; Intelligenza indica quanto possiamo fare affidamento sulla logica e sui ragionamenti; Destrezza indica quanto possiamo fare affidamento su agilità, rapidità e velocità di mano; Carisma, infine, indica quanto possiamo fare affidamento su fascino e influenza.Come già detto, non avremo dei valori numerici da affiancare alle nostre caratteristiche: per superare le varie prove che ci verranno sottoposte, infatti, basterà lanciare due dadi (graziosamente stampati sul margine esterno delle pagine) e sincerarci che il risultato del lancio di dadi sia superiore al numero richiesto dal testo.Per ridurre – anche se di poco – l’aleatorietà di questo sistema, all’inizio dell’avventura potremo scegliere due tra le nostre Abilità, nelle quali avremo più Talento: quando ci troveremo a lanciare i dadi per superare una prova che coinvolga una di queste Abilità, potremo aggiungere 2 al risultato del lancio.

Dovremo, inoltre, prendere nota degli oggetti che potremo recuperare durante la nostra missione. Come si vede, le regole sono semplicissime e non richiedono sostanzialmente altra azione che quella di lanciare i dadi quando richiesto.Ma la più grande particolarità di CavolQuest è la previsione di un Barometro: no, non misura la pressione atmosferica, bensì il numero di volte nei quali avremo barato, ignorando il totale dei dadi o tornando indietro a un paragrafo precedente!Gli autori, infatti, si dicono consci di come quasi tutti si trovino spesso a barare di fronte alle stringenti regole di un librogame: in CavolQuest, invece, non solo barare è previsto, ma è addirittura incoraggiato, per ottenere il punteggio più alto possibile nel Barometro! Ciò, ovviamente, è in tema con il tono scanzonato di tutto il librogame.Se nei librogame più seriosi si avverte il lettore di non barare – in quanto ciò toglierebbe ogni divertimento all’avventura – qui in CavolQuest “aggirare” le regole diventa a sua volta una regola codificata. Ovviamente, anche questo va fatto con la debita misura: barare troppo anche quando barare è concesso, non diventa a sua volta barare? Vabbè, ci siamo capiti.

CavolQuest nel dettaglio

La nostra avventura si sviluppa lungo tre diversi atti ben definiti, ciascuno con una propria locazione rappresentata da una mappa a fine libro (non sono inoltre presenti illustrazioni non funzionali alla storia).Come già detto, la nostra avventura inizia dal Quartiere del Porto della città di Aurora, per poi spostarsi al già nominato Borgo del Cavolo ed infine nell’immancabile dungeon finale.Le mappe non richiedono nulla di particolare per la navigazione, basta scegliere uno fra i luoghi presenti e recarsi al paragrafo corrispondente. Bisognerà, inoltre, ricordarsi che ogni luogo non può essere visitato più di una volta, salvo diverse specificazioni (eventualmente barrando la casella corrispondente). Anche qui, come si vede, facilità e immediatezza la fanno a padrone.Ma la caratteristica principale di CavolQuest, come dovrebbe essere ormai ovvio, è l’ironia e l’umorismo che lo permeano. E’ facile, infatti, vedere come questo librogame non sia altro che una parodia delle epiche fantasy così diffuse.Ogni cliché delle classiche avventure eroiche è qui sottoposto a severo scrutinio. Come già visto, ad esempio, per iscriversi alla Gilda degli Avventurieri non bastano coraggio e intraprendenza, ma bisogna fornire tutti i propri dati, nonché sottoscrivere una liberatoria con la quale esoneriamo la Gilda da ogni responsabilità in merito agli eventuali infortuni dovessero capitarci in missione… Questo non succede negli altri libri!Altra grande particolarità del librogame è il “citazionismo spinto”: quasi ogni opera della cultura pop di massa viene citata più o meno generosamente dagli autori. Si passa dai fantasy come il Signore degli Anelli, alla space opera come Star Wars, senza dimenticare Indiana Jones e Ritorno al Futuro. Tali citazioni sono ormai state così tanto sdoganate in altre opere da essere conoscibili anche dai non addetti ai lavori: tuttavia, metà del divertimento di CavolQuest è riconoscere tutti questi rimandi e richiami. Chi è del tutto digiuno di queste opere, potrebbe spesso trovarsi a chiedersi “Chi era costui?”Il compito di infrangere la quarta parete spetta solitamente ad Evremondo, il quale commenta nella nostra testa quasi ogni azione che facciamo – e solitamente in modo negativo!Il comparto “game” di CavolQuest, invece, non è particolarmente sviluppato. Come abbiamo visto, in diverse occasioni ci verrà chiesto di testare una nostra Abiltà: a volte, un fallimento può portare direttamente ad una sconfitta (sempre presentata con la consueta ironia) ma più spesso gli autori inseriscono la possibilità di effettuare un’ulteriore prova per evitare un game over prematuro.Il punto più problematico del game design è forse un enigma nella fase finale del gioco: avere visto Indiana Jones e l’Ultima Crociata sicuramente aiuta, ma ancora più importante è ricordarsi la “lore” di Nerdasia, che sino a quel momento si potrebbe avere dato per scontata. Prevedere una soluzione anche per i lettori più disattenti sarebbe forse stata più in linea con lo spirito “goliardico” del librogame.

Per quanto riguarda invece la interattività di CavolQuest, dapprima il libro sembra fornire una discreta dose di alternative. Solo uscendo dalla Gilda degli Eroi, però, ci si rende conto che in realtà tale libertà è apparente: ciò che guida il dipanarsi della nostra missione non sono le nostre scelte, bensì la trama già ideata dagli autori.Anche i due diversi finali indicati dalla quarta di copertina differiscono davvero in minima parte l’uno dall’altro e per ottenerli è sufficiente compiere una determinata scelta nel finale del libro, evitando quindi qualunque necessità di dover ricominciare daccapo la storia e seguendo magari un diverso percorso.La scarsa rigiocabilità è compensata dalla lunghezza della storia. Per giungere alla fine dei quasi quattrocento paragrafi è necessario, infatti, leggerne circa la metà. Questo avvicina CavolQuest più ad un romanzo interattivo che ad un vero e proprio librogame.Ma come regge la storia di CavolQuest? Ebbene, se amate il fantasy, avete giocato a Dungeons and Dragons o ad un qualsiasi videogioco di ruolo, non potrete che apprezzarne la parodia contenuta in questo librogame.Se siete dei profani, CavolQuest rimane comunque un librogame piacevole per la sua ironia godibile da chiunque, ma numerose sottigliezze finirebbero indubbiamente per sfuggire (ad esempio l’ossessione di PG per la Palla di Fuoco!)

Conclusioni

CavolQuest è un librogame che riesce nel proprio intento, ovvero quello di sovvertire i normali canoni del fantasy trito e ritrito, prendendone in giro i cliché ormai abusati. La storia è divertente, mai troppo sopra le righe, i comprimari sono ben caratterizzati e la loro relazione con PG è indubbiamente dinamica.L’aspetto game di CavolQuest passa chiaramente in secondo piano rispetto alla trama, tant’è che le nostre scelte e anche i risultati del dado fanno ben poco per variare la storia, che si svolge sempre su binari già tracciati. La trama ironica regge da sola il libro, ma indubbiamente chi si aspetta dal titolo una maggiore interattività non potrà che restarne deluso.Il pubblico che gli autori avevano in mente è senza dubbio quello dei nerd duri e puri, cresciuti a GDR e fantasy: ne sono testimonianza le innumerevoli citazioni a film, libri e videogiochi disseminate qua e là nel testo. Sebbene l’ironia di CavolQuest sia a portata di tutti, anche di chi ha solo un’infarinatura di fantasy e librogame, è innegabile che solo i più nerd potranno apprezzare fino in fondo tutto quello che il libro ha da offrire.