Perché la durata delle serie Marvel è sempre più breve?

Perchè la durata delle serie Marvel si sta riducendo? È questo il problema alla base del calo di interesse verso le serie Marvel?

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a cura di Giovanni Zaccaria

Perché la durata delle serie Marvel si fa sempre più ridotta? O meglio, la più recente creazione di Marvel Studios, She-Hulk Attorney at Law, è tornata ad assestarsi su una durata ad episodio decisamente più breve rispetto ai sui predecessori, con un minutaggio di poco sopra ai 30 minuti per puntata, cosa che era avvenuta solo con i primi 4 episodi di WandaVision e i 9 episodi di What if…? Praticamente tutte le serie di questa strana e transitoria (o preparatoria? Ci arriveremo) Fase 4 del MCU si è sempre attestata sui 50 minuti, arrivando a superare l’ora in alcuni finali di stagione o climax narrativi.

Evidentemente il pubblico se n’è accorto, facendo girare questo thread sui social e sulle ricerche di Google: perché la durata delle serie Marvel si sta riducendo?

Perché la durata delle serie Marvel è sempre più breve?

Durata delle serie Marvel: è veramente un problema?

L'analisi dei minutaggi dimostra che, almeno al momento, la domanda non fotografa esattamente un problema quanto più che altro una tendenza e un caso, quello dello show creato da Jessica Gao e dedicato a Jennifer Walters e il suo alter ego verde (interpretata da Tatiana Maslany).

Banalmente potremmo liquidare la questione con un rapido calcolo matematico:

La serie di She-Hulk Attorney At Law si sta attestando su una durata di circa 35 minuti per un totale di 9 episodi, generando un totale di 315 minuti circa presunti complessivi (magari gli ultimi episodi dureranno di più).

Diverse altre serie (Falcon and The Winter Soldier, Hawkeye, Moon Knight, ecc) hanno una durata media ad episodio di circa 50-55 minuti, ma per soli 6 episodi, generando una durata complessiva confrontabile. Vediamole nel dettaglio

  • WandaVision: 362 minuti su 9 episodi
  • Falcon And The Winter Soldier: 329 minuti su 6 episodi (un calo del 9% con la precedente)
  • Loki: 302 minuti su 6 episodi (un calo del 8% con la precedente)
  • What if…?: 323 minuti su 9 episodi (un rialzo del 7% con la precedente)
  • Hawkeye: 297 minuti su 6 episodi
  • Moon Knight: 303 minuti su 6 episodi
  • Ms. Marvel: 289 minuti su 6 episodi

Insomma, parrebbe che la durata delle serie Marvel sia complessivamente abbastanza allineata in termini di ordine di grandezza, ma piuttosto altalenante nell’andamento; si denota una tendenza in calo, con sussulti, e che dovrebbe però essere ribaltata da She-Hulk. Il che risulta coerente con una gestione del budget che impone una durata più o meno simile a tutti gli show (ma che va ad influire più che altro sul girato che non sul montato finale).

Ma poi, è veramente la durata delle serie Marvel il problema che ci angustia? Perché dovrebbe importarcene qualcosa?

Una buona storia si prende i suoi tempi; se il risultato complessivo è soddisfacente non credo ci sia alcuna correlazione con la durata. Prodotti più dinamici ed action possono essere sviluppati degnamente con un minutaggio inferiore a serie maggiormente complesse ed introspettive. Ma la verità è che siamo in un ambito anche fortemente soggettivo.

La proposta di show televisivi è decuplicata nel giro di relativamente pochi anni con il successo delle piattaforme streaming. Ogni buon soggetto (soprattutto quelli fumettistici a ben vedere) diventa una produzione per il piccolo schermo. Siamo tutti coinvolti in un gigantesco All U Can Eat bulimico in cui ci si alterna tra uno show Marvel, Gli Anelli del Potere, Sandman, House of the Dragon, Better Call Saul e altri cento titoli, contemporaneamente.

Ci credo che il tempo a disposizione di tutti si fa sempre più rarefatto e con esso anche la soglia di concentrazione che ognuno può sviluppare. Dunque signori, le durate degli show Marvel, che puntano ad un pubblico di massa estremamente variegato, si adeguano ai trend dell’epoca in cui viviamo, frenetica e spesso disattenta. Per quanto mi riguarda, caso risolto.

Le serie Marvel: qual è il vero problema?

Ma questo thread che si è creato ci da la possibilità di ampliare la questione e fare il punto della situazione proprio sullo stato di salute delle serie Marvel Studios. A gennaio 2021, post lockdown ma ancora sotto la morsa del covid, WandaVision ha suscitato un’ondata di entusiasmo importantissima. Era la novità del momento, supportata da un’originalità e una messa in scena fino a quel momento inedite nei cinecomics.

Bisognava aver visto i film del MCU per comprenderla a pieno e – perché no? – avere un’ottima conoscenza fumettistica della Casa delle Idee per apprezzare sviluppi, citazioni e omaggi.

Nonostante un tono e un cast decisamente meno affascinante anche Falcon and The Winter Soldier ha contribuito a mantenere vivo un certo fuoco (introducendo il finora purtroppo un po’ troppo poco interessante Captain America/Sam Wilson), per poi passare il testimone alla rocambolesca serie buddy comedy di Loki, trascinata dall’amatissima super star Tom Hiddleston e regalandoci i primi accenni di multiverso.

What If…? come c’era da aspettarselo, vista la sua stessa natura di serie animata, ha leggermente raffreddato l’hype, che però ha saputo in parte riprendersi con la buonissima Hawkeye, a cui perdoniamo il finale sottotono (ci arriveremo). E questo era il 2021.

Cinematograficamente Black Widow e The Eternals non hanno saputo offrire le emozioni che molti fan si aspettavano e abbiamo dovuto aspettare Spider-Man No Way Home per farci riprendere globalmente dalla Marvel-Mania (parlo ovviamente in termini generali, per noi che facciamo questo mestiere questi due anni hanno rappresentato un infinito giro di giostra senza pause).

Se nel 2021 eravamo tutti coinvolti a scrivere decine di articoli riguardo gli easter egg di ogni singolo episodio delle varie serie, con il passare del tempo (com’è naturale) la “fame” di questi approfondimenti da parte del pubblico più generalista è andato un po’ scemando, sottolineando quanto il calo di interesse fosse ormai abbastanza conclamato.

E arriviamo al 2022: Moon Knight, Ms. Marvel, She-Hulk. Solo per citare i tre prodotti principali seriali (escludendo quindi al momento Werewolf By Night e lo speciale di Natale di Guardians of the Galaxy).

Tre personaggi del tutto inediti sul grande e piccolo schermo e non esattamente agli apici della popolarità tra le vastissime fila di character Marvel.

Moon Knight era stata venduta come la serie più distaccata dal resto delle atmosfere viste finora in Marvel e fino al terzo episodio ci abbiamo creduto eccome, ma il calo narrativo e scelte di sceneggiatura abbastanza discutibili hanno spento in maniera molto rapida il fuoco.

Ms. Marvel, posta fin da subito come una serie dal target teen, pur con una frizzantissima Iman Vellani nei panni di Kamala Khan e un mood divertente e (molto) leggermente impegnato sulla questione sociale, non ha davvero raggiunto tutti. Proprio perché percepita come un prodotto minore destinato ad un pubblico giovane (problema di marketing o di scrittura stessa?).

Abbiamo sperato in She-Hulk Attorney at Law che, al momento della redazione di questo articolo, si è dimostrata molto leggera, ma tutto sommato dignitosa (al netto delle gare di rutti) fino al terzo episodio in cui il freno a mano tiratissimo e lo scarso spessore si è fatto notare fin troppo. Preoccupando per il futuro e non poco.

Se sono riuscito ad esprimermi bene finora direi che abbiamo individuato il vero problema, che non è da ricercare nella durata delle serie Marvel, quanto nella loro qualità ed intenti.

Cosa ci aspetta in futuro?

Marvel Studios, in questa Fase 4, ha sperimentato tantissimi generi e metri comunicativi diversi. Il thriller psicologico con analisi dell’elaborazione del lutto di WandaVision, lo spy-action con accenni di critica sociale di Falcon and The Winter Soldier, passando per il buddy comedy fantastico di Loki, e il buddy action urban di Hawkeye, con una netta, anzi nettissima tendenza all’alleggerimento.

Quando speravamo di vedere tornare un po’ di sangue, sudore e lacrime con Moon Knight siamo stati presto delusi e le cose sono andate progressivamente assottigliandosi con i successivi titoli.

I finali sono sempre apertissimi in modo da poter gestire facilmente le interconnessioni tra le varie serie e film e non ci sono quasi mai rivelazioni di importanza critica (potremmo escludere la figura di Colui Che Rimane nel finale di Loki, già però liquidata in quanto non sarà il villain che conosceremo a breve su Ant-Man and The Wasp Quantumania ovvero Kang il Conquistatore). Per non parlare degli stravolgimenti che alcuni personaggi hanno ricevuto, primo tra tutti il Wilson Fisk/Kingpin interpretato da Vincent D’Onofrio che è passato dall’essere un villain iconografico e attorialmente memorabile ad una simil macchietta in Hawkeye (dita incrociatissime per Daredevil che comparirà a breve in She-Hulk).

E’ vero che il target di spettatori di riferimento è sempre più ampio (e più giovane), ma la percezione da parte di chi è veramente appassionato (o conoscitore) è che il tessuto si stia indebolendo troppo.

Come se le serie Marvel in questo momento fossero più dei complementi di arredo che non gli arredi stessi di una struttura ambiziosa e necessariamente sinergica per poter funzionare.

Con riferimento al Cornetto di casa Marvel, vorrei ricordare quanto ancora oggi la serie Netflix di Daredevil con protagonista Charlie Cox sia ricordata e osannata da un vastissimo pubblico e per certi versi presa come punto di riferimento anche dalla concorrenza.

Insomma il vero problema delle serie Marvel sta in un eccessivo e progressivo alleggerimento (a questo punto, analizzando la cosa si può notare in maniera evidente) che fa calare l’attenzione di un pubblico ormai non più così impreparato e comunque sempre più esigente (passano gli anni anche per i giovani utenti, che nel frattempo crescono e chiedono di più, un po’ come accadde per i libri/film di Harry Potter).

E per la Fase 5 ci troviamo in una situazione alquanto delicata.

Secret Invasion deve segnare un cambio di passo e introdurre eventi e personaggi fondamentali per la continuity del MCU, vista la centralità della vicenda.

Sarà seguita da Echo, purtroppo al momento più interessante per la quasi sicura presenza di Daredevil/Matt Murdock, Kingpin/Wilson Fisk e Black Widow/Yelena Belova che non per la protagonista stessa. Se si seguisse la linea di alleggerimento attuale la vendetta di Echo risulterà meno efficace e meno interessante.

E a queste seguiranno la stagione 2 di Loki (probabilmente collegata a Quantumania), Ironheart (probabilmente collegata a Wakanda Forever e perfetto punto di lancio per i futuri possibili Young Avengers), Agatha Coven Of Chaos (collegata a Blade, Moon Knight e forse anche ai futuri Fantastici Quattro, nonché importante per il potenziale ritorno di Wanda) e la più pericolosa di tutte, Daredevil Born Again.

Un titolo che porta alla mente forse la più bella storia mai scritta su Daredevil, nonché una delle migliori serie Marvel di sempre, composto da 18 episodi (quindi tranquilli che la durata complessiva non calerà di certo), ma con un grande interrogativo: come sarà trattato Matt Murdock?

Siamo pronti per accettare un Matt Murdock, alleggerito, anzi assottigliato rispetto a quello che ricordiamo ancora così chiaramente?

Le conclusioni, ammesso che possa essercene una

Marvel Studios ha giocato coi generi, in maniera divertente ma un po’ confusa, senza mai  adottare pienamente il genere di riferimento e senza imprimere vere e proprie milestone alla narrazione e utilizzando le serie finora come cantieri e banchi di prova per l’introduzione o reintroduzione di nuovi e vecchi personaggi.

Dandoci la sensazione, ultimamente, di grandi e costosi filler tra un blockbuster e l’altro. È la maniera giusta di utilizzare l’importante strumento delle serie tv? Non sta a me dirlo, ma da fan, appassionato, e professionista del settore non mi sento di gioire per l’attuale tendenza.

Posso capire quindi il disappunto di tanti che stanno lasciando la barca, contemplando comunque che un titolo come She-Hulk Attorney At Law con le sue atmosfere e la voglia di citare (marginalmente) prodotti come Ally McBeal non sia proprio targetizzata per un pubblico giovanissimo o televisivamente ancora formato.

È dunque la durata delle serie Marvel il problema? Nossignori. Il problema è da rilevare negli intenti e nella forma.

Mia nonna diceva che a voler accontentare tutti si rischia di combinare un gran pasticcio. Non mi sento di affermare che questo famigerato "pasticcio" sia già scoppiato, ma la strada intrapresa non è apparentemente la più incoraggiante. Il rischio c’è, innegabile.

Marvel Studios, ricorda sempre. Da grandi poteri (e tu ne hai, eccome) derivano grandi responsabilità. Anche se in fondo stiamo parlando di entertainment, di serie tv di gente in tutina di spandex (o kevlar o quello che vi pare).

Perchè Marvel Studios ha contribuito più di tanti a plasmare il nuovo volto della cultura pop mondiale, diventata così centrale e catalizzante. E se non vi sembra una responsabilità questa...

Confidiamo nel futuro. Ci sono tante storie da raccontare, personaggi da conoscere. Indipendentemente dalla durata delle serie Marvel, confidiamo in una nuova creatività e  qualità.

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