Explorers of Nurath. La recensione

Explorers of Nurath vi metterà nei panni di impavidi, e avidi, esploratori di dungeons: pronti ad affrontare sfide, trappole e misteri per ottenere fama e tesori. Guidati dalla Voce affronterete avventure sempre nuove e imprevedibili

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a cura di Silvio Colombini

Explorers of Nurath, è un gdr carta e penna che, mentre strizza l’occhio ad un immaginario OSR, introduce alcuni elementi di più recente concezione, arrivando a creare un interessante mix caratterizzato da meccaniche molto semplici ma altrettanto funzionali. Parto delle menti di Daniel Comerci e Alberto Tronchi, Explorers of Nurath ci porterà, in gruppi da 1 a 4 giocatori, ad esplorare i misteriosi e dimenticati dungeons che costellano questa misteriosa terra nel tentativo di conquistare fama e ricchezza. Definito dagli autori stessi “un leggero gioco di narrazione che strizza l'occhio al dungeon crawl old school, introducendo tuttavia semplici regole” promette di essere giocabile senza alcuna preparazione o conoscenza del sistema.

Il prodotto

Segnaliamo fin da subito che Explorer of Nurath è disponibile solo in formato digitale. In tutta onestà il prodotto non fa del primo impatto il suo punto di forza: 24 pagine, tutte in bianco e nero, con poche immagini distribuite lungo tutta l’opera. Queste ultime, non troppo numerose, lasciano un filo delusi: pur riuscendo a trasmettere il mood giusto con cui affrontare il mondo di gioco sono decisamente sotto il livello a cui l’autore ci ha abituati. Tuttavia, come detto, sono in grado di trasmettere quell’aspetto “dark” che pervade un po’ tutto il prodotto. Per quanto riguarda l'aspetto editoriale il livello è buono ma non perfetto: nella copia a nostra disposizione, abbiamo notato un errore nella parte riguardante la creazione del personaggio dove per un attimo sembra mancare un passaggio del processo (si passa dal punto 3 al punto 5): nulla che abbia creato problemi degni di nota, solo un breve attimo di smarrimento. Le regole sono invece esposte in maniera molto chiara e gli esempi presenti sono più che efficaci a chiarire eventuali dubbi. Aggiornamento: è stata rilasciata una nuova versione del prodotto che corregge l'errore segnalato

I personaggi

La creazione dei nostri indomiti esploratori sarà estremamente facile e veloce: di fatto i nostri alter ego saranno caratterizzati da pochi e semplici elementi che tuttavia sono in grado di caratterizzarli a dovere: Qualità, Vigore, Risorsa e Favore. Le Qualità sono di fatto brevi frasi che dovranno dirci chi siamo, dove veniamo e cosa ci caratterizza. Cose del tipo: ladro acrobata di Nur, una guardia del palazzo reale, un ciarliero girovago ecc ecc. Il Vigore rappresenta la capacità di resistere alle sfide e ai danni di Nurath: ogni volta che subiremo un danno, sia esso fisico, mentale o emotivo, sarà questo elemento ad essere chiamato in causa. La Risorsa: un piccolo e personalissimo bonus iniziale che dovremo selezionare da una lista e la cui natura potrà variare molto da un Personaggio ad un altro. Ad esempio potremo decidere di avere una Qualità bonus, usufruire della magia o godere del beneficio di alcune Specializzazioni. Il Favore è invece una risorsa spendibile che rappresenta la nostra buona o cattiva sorte. Potendo avere sia valore positivo che negativo, potrà Influenzare l’esito delle nostre prove, il modo in cui la Voce (di cui parleremo a breve) risponderà alle nostre suppliche, ecc ecc

Il gioco

Nel pieno rispetto della definizione data dagli autori, il sistema di gioco alla base di Explorers of Nurath è di una semplicità disarmante: saranno sufficienti 2 dadi a sei facce di colore diverso. Ma prima di spiegare nel dettaglio è fondamentale porre l’accento su quel “gioco di narrazione” che è alla base della definizione di Explorers of Nurath. Per dirla in maniera molto semplice: qui saremo obbligati a narrare qualunque cosa avvenga, ogni decisione che prenderemo, gli ostacoli che incontreremo ecc ecc.Per farla breve: se una cosa non viene narrata semplicemente non esiste! Questo perché sarà solo raccontandola che permetteremo alla Voce di entrare in gioco. Attenzione: il ruolo della Voce potrà ricadere su un solo giocatore (diventando così quello che nei gdr tradizionali è il master) o essere portato avanti, a turno o in gruppo, da tutti i presenti. Esposto quello che vorremo fare, o il dilemma da dipanare andremo a tirare i 2d6 aggiungendo, se la situazione lo permette, i bonus delle Qualità. Sarà possibile “interrogare” la Voce in quattro modi diversi:

  • Andando a consultare delle specifiche tabelle. Ad esempio quando dovremo creare un dungeon o verificare il contenuto di un forziere.
  • Ponendo delle domande a cui sia possibile rispondere Si o No.
  • Nel caso in cui una situazione o un’azione possa avere due possibili esiti: la Voce ci dirà quale avverrà.
  • Quando dovremo affrontare delle Sfide. L’esito (insuccesso, successo parziale o successo totale) verrà determinato dal risultato dei dadi.

Ovviamente dovremo chiamare in causa la Voce solo se l’esito delle nostre azioni sarà incerto. Inutile chiedere se saremo in grado di tirare una moneta, diverso sarà stabilire se otterremo testa o croce. Ugualmente non servirà chiedere se avremo problemi a salire un’ampia scalinata, ma dovremo affrontare una Sfida se dovremo farlo di corsa per seminare le guardie che ci stanno inseguendo.Torneremo sulla Voce e sulle sue implicazioni nelle considerazioni.

Questo chiaramente è l’impianto base da cui poi tutto il sistema si evolve. Nella restante parte del manuale gli autori entrano nel dettaglio di tutti quegli elementi che non sono i Personaggi e la narrazione. Ad esempio avremo informazioni sul funzionamento delle armature e su come queste dovrebbero impattare sul gioco, sui vari equipaggiamenti e su come l’avventura cambierà i nostri Personaggi (sia nel bene che nel male), e ovviamente saranno presenti regole sulla gestione e creazione degli avversari. A tal proposito segnaliamo che non avremo qui un bestiario, ma più che altro una procedura da seguire a cui vengono affiancati alcuni esempi. Non mancano anche le regole sulla magia: per quanto ridotte all’osso riescono a trasmettere molto bene l’idea che in Nurath l’arcano sia un elemento pernicioso e capriccioso, tanto foriero di potere quanto di decadenza.

Il setting

Come forse avrete notato, nonostante il gioco si chiami gli esploratori di Nurath, non abbiamo ancora parlato dell’ambientazione di gioco.Questo perché, in effetti, c’è ben poco da dire: a tale aspetto sono infatti dedicate solo le prime due delle ventiquattro pagine dell’opera.Per quanto riguarda la parte “storica” tutto si riassume in un trafiletto di poche righe:

Quando Nurath crollò nel caos i cancelli si aprirono e fu guerra senza eguali. I secoli passarono e se ne perse il ricordo, ma Nurath era ormai corrotta e deviata. Dalla capitale Wor fino alle Torri della Stregoneria di Laesh, dai deserti di Meen fino ai ghiacci di Dum, uomini liberi, tagliagole, e reietti, viaggiano alla ricerca delle perdute ricchezze di Nurath.

Passando invece alla parte geografica Explorers of Nurath ci offre una mappa su cui sono riportati pochi elementi e un piccolo accenno a Wor, la capitale.Veniamo inoltre informati del fatto che nurath è abitata da razze di diverso tipo (umani, elfi, nani e altro) e che l'ambientazione sia circondata dal Mondo delle Ombre (fonte presunta delle peggio mostruosità ma anche del potere della magia).Torneremo su questa parte del manuale a breve.

Considerazioni

La prima considerazione che viene da fare è relativa al modo in cui gli autori stessi presentano Explorers of Nurath: un leggero gioco di narrazione che strizza l'occhio al dungeon crawl old school, introducendo tuttavia semplici regole. E qui possiamo dire che il bersaglio è stato centrato in pieno. In solo 14 pagine (quelle realmente dedicate alle regole) avremo un gioco di ruolo fatto e finito, affrontabile senza alcuna preparazione che permette di lanciarsi immediatamente nell'avventura. Anche l’aspetto narrativo viene rappresentato a dovere: il sistema "impone" di raccontare praticamente ogni momento degno di nota dell'avventura che andremo a vivere, mentre l'intervento della Voce introduce quel fattore di imprevedibilità che permette di sviluppare la trama al di là delle nostre idee o volontà. In tutta onestà dobbiamo però segnalare una (piccola) mancanza: un generatore di stanze. Anche qui è necessario un piccolo approfondimento. Nella parte finale del manuale, come detto, sono presenti diverse tabelle di creazione. Una è dedicata agli ambienti che andremo ad incontrare nel corso delle nostre incursioni. Purtroppo le tabelle ci forniscono solo una serie di fattori descrittivi (ad esempio: stanza vuota, ponte, corridoio ecc ecc)Onestamente, visto l'importanza dei dungeon in questo gioco, avremmo gradito trovare una pagina dedicata a presentare dei “template” pregenerati per le stanze come avviene per altri giochi di questo tipo: oltre a dare dei modelli su cui basarsi avrebbe reso più immediato disegnare la mappa, permettendoci di scaricare (in caso volessimo) parte del processo creativo su elementi già prefabbricati.

Rispondiamo poi alla domanda che probabilmente in molti si saranno posti: è davvero giocabile senza alcuna preparazione? Siamo felici di rispondere che è così. Forse (ma non è poi così necessario) aver al tavolo qualcuno che abbia letto le regole una volta renderà tutto più immediato, ma siamo (per fortuna) veramente molto lontani da quelle situazioni di “studio” che altri giochi richiedono per poter essere apprezzati.

Passiamo quindi a quella che, molto probabilmente, è la componente più peculiare di Explorers of Nurath: la Voce. Sebbene non sia qualcosa che possa essere definita una novità assoluta, non possiamo che essere felici della sua presenza. Come strumento rende tutto molto imprevedibile e spinge alla creazione di storie e situazioni sempre nuove senza risultare fuori luogo o invadente. Chiudiamo con una cosa che, un po’ spiace dirlo, ci ha lasciato un po’ perplessi: l’ambientazione che appare fin troppo abbozzata. Spieghiamo meglio: in altri giochi la scelta, netta e chiara, è stata quella di non fornire alcun elemento di setting e lasciare che fossero i giocatori e la loro fantasia, talvolta supportata dalle meccaniche, a dar vita al mondo di gioco. Qui invece ci viene fornita una mappa, alcuni nomi di città e ben poco altro. Ad esempio sappiamo che i nani sono sull’orlo della follia a causa della loro cupidigia, ma poi non ci viene indicato nemmeno uno dei loro insediamenti. La domanda che sorge spontanea è: perché? A questo punto non avrebbe fatto male ampliare un po’ questo aspetto del gioco e dargli maggior profondità o, in alternativa, volendo focalizzarsi sull’affrontare ed esplorare sotterranei dimenticati e pericolosi, forse sarebbe stato più indicato fare come detto sopra e lasciare carta bianca ai giocatori. In tutta onestà non siamo riusciti a non chiederci se questo non sia solo un assaggio e se in futuro non vedremo pubblicazioni che andranno a coprire questo aspetto.

Gioco adatto per

Dovendo guardare alle sole meccaniche, possiamo dire che Explorers of Nurath è adatto praticamente a chiunque. La possibilità di essere giocato senza nessuna preparazione lo rendono perfetto per chi abbia voglia di affrontare una serata “light”, magari in sostituzione a giochi dalle strutture più complesse o, ancora, per introdurre dei neofiti al mondo dei giochi di ruolo. L’aspetto cupo, decadente e “cattivo” potrebbero non renderlo adatto ai più piccoli, ma si tratta di qualcosa che può facilmente essere rielaborato (magari persino in chiave solare e allegra). Anzi, una volta proceduto a quanto detto, la forte leva sull’uso della fantasia potrebbe renderlo un ottimo gioco da presentargli. Infine da non dimenticare che il meccanismo della Voce renderà accessibile Explorers of Nurath anche a chi, per i più svariati motivi, dovesse trovarsi a giocare in solitario o, in caso di un gruppo, qualora dovesse mancare qualcuno che abbia voglia di vestire i panni del master. Da segnalare che, essendo un prodotto concepito principalmente per creare avventure d’esplorazione di sotterranei, Explorers of Nurath potrebbe non risultare gradito a chi ama uscire da questo tipo di ambiente e “spaziare nel mondo” (o oltre): non è una cosa che viene meno a priori,con un po’ di fantasia è facile trasformare un corridoio in una strada o una grotta in una pianura, ma non è certamente il focus di questo gioco di ruolo.

Conclusioni

Semplice, veloce, di immediata fruizione e mai uguale a se stesso: difficile chiedere di più! Explorers of Nurath riesce a mescolare sapientemente aspetti e atmosfere old school a nuove meccaniche. E quest’ultime sono di una semplicità ed immediatezza tali da far risultare il tutto interessante e adatto praticamente per chiunque. La forte spinta narrativa permette (ma sarebbe più corretto dire “obbliga”) a tutti di partecipare in modo attivo e, soprattutto, di dar vita a situazioni e storie sempre nuove che potrebbero sorprendere persino gli ideatori delle stesse. Unico neo un’ambientazione troppo abbozzata: a nostro avviso gli autori avrebbero dovuto decidere se dare più informazioni sul setting o, prendendo la direzione opposta, lasciare totale libertà di creazione ai giocatori.