Addio a Gigi Proietti, dalla "Mandrakata" alla voce del Genio di Aladdin

Ci lascia Gigi Proietti, grande attore e comico della scena italiana, che omaggiamo ripercorrendo la sua vita professionale intensa.

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a cura di Francesca Sirtori

La morte è curiosa, talvolta. Si palesa nel momento in cui lo ritiene, certo, senza guardare in faccia nessuno, chiudendo un cerchio perfetto. In alcuni casi, si può perfino parlare di quadratura del cerchio, quando la sorte si palesa in modo terribilmente ironico. Nasceva il 2 novembre 1940 e si è spento nelle prime ore dello stesso giorno di 80 anni dopo, il giorno del suo compleanno. Ci lascia così Gigi Proietti, voce romana di origine umbra (a metà) di un mondo comico che non c'è più, quello pulito e istruito, che si è formato sul campo a partire da una precedente istruzione teatrale, uno dei massimi esponenti di questo settore che ora come non mai sta soffrendo. E oggi piange un uomo singolare ed esemplare, che vogliamo ricordare nel giorno della sua scomparsa.

Gigi Proietti era come un amico, nelle case degli italiani: sapeva farsi riconoscere immediatamente sullo schermo, e non di certo per far parlare di sé nel becero gossip quotidiano che riempie i rotocalchi nazionali. Un uomo istrionico, ricordato per i suoi ruoli di attore e comico, un cabarettista che ha prestato la sua voce anche come doppiatore, passando per conduttore televisivo, regista e cantante. Ripercorriamo insieme il cammino della sua vita, per scoprire passo dopo passo il percorso di questo artista poliedrico, in grado di raccogliere sempre successo e consensi sin dagli inizi degli anni Sessanta.

Gigi Proietti, come nasce l'erede di Petrolini

Figlio di Romano Proietti e della casalinga Giovanna Ceci, Luigi Proietti ha vissuto i primi dieci mesi della sua vita in una casa in via di sant'Eligio a Roma. Dopo essersi diplomato al Ginnasio, si iscrive al corso di laurea in Giurisprudenza presso l'Università La Sapienza, che abbandonerà a soli sei esami dalla laurea. Il suo destino, come insegnano le pagine di storia del cinema e della teatralità italiani, è ben altro e lontano dai banchi di tribunale. Proietti infatti è stato spesso etichettato come l'erede di Ettore Petrolini, uno dei massimi esponenti del teatro minore italiano. Riguardo a ciò ha dichiarato:

"Quando a Petrolini gli si chiedeva se discendesse dalla Commedia dell'Arte, lui rispondeva "io discendo solo dalle scale di casa mia". Mi piace l'ironia dei romani di una volta"

Appassionato di musica sin da bambino, suona la chitarra, il pianoforte, la fisarmonica e il contrabbasso, e nel tempo libero inizia a esibirsi come cantante nelle feste studentesche, fino ai night-club più celebri della capitale. E' proprio in questo periodo che i personaggi della Roma dell'epoca hanno cominciato a essere fonte di ispirazione per alcuni ruoli comici da lui interpretati sul grande schermo.

"Per mantenermi agli studi cantavo nei night club. Cominciavo alle 10 di sera e finivo alle 4 del mattino, uscivo fuori con un collo gonfio... Non c'era misura di camicia che tenesse: ce voleva un copertone".

Il giovane Proietti rivela tuttavia di non essere inizialmente interessato al mondo del teatro, in quanto non vi era mai stato e nemmeno i genitori risultavano convinti dalla sua scelta, almeno inizialmente. Così si era iscritto per caso al Centro Teatro Ateneo, dove fu allievo di personaggi di spicco come Arnoldo Foà, Giulietta Masina e Giancarlo Sbragia. In quel momento non riesce più a portare avanti con forza ed entusiasmi gli esami della facoltà di Giurisprudenza, che decide di lasciare, e inizia a frequentare il corso di mimica del Centro Universitario Teatrale tenuto da Giancarlo Cobelli, dove emergono subito le sue doti e qualità di musicista e di scrittura.

In particolare, è uno spettacolo d'avanguardia da lui diretto, Can Can degli italiani (1963), composto da famosi scrittori quali Ercole Patti e Luigi Malerba, ad aprire la strada di questo lungo e felice percorso. A partire dal 1964 ricopre ruoli di contorno sul palcoscenico con il Gruppo Sperimentale 101 sotto la direzione di Antonio Calenda, dallo stesso Cobelli e anche con Andrea Camilleri, non ancora diventato celebre come scrittore.

Dal palco di teatro alle telecamere del cinema

Ma non stentano ad arrivare nemmeno i successi in campo cinematografico: Proietti, già a quattordici anni, viene scritturato al cinema come comparsa nel film Il nostro campione (1955), girato da Vittorio Duse, seguita poi nel 1964 da un altro piccolo cameo in Se permettete parliamo di donne di Ettore Scola. Tuttavia è nel 1966 che debutta contemporaneamente sul grande e piccolo schermo, dove il suo primo ruolo è quello di un maresciallo dei carabinieri, lo stesso che trent'anni dopo lo porta alla grande notorietà.

Tinto Brass è il primo regista a valorizzarlo con un ruolo da protagonista nel suo film L'urlo del 1968, presentato in concorso al Festival di Cannes, e in televisione esordisce nello sceneggiato I grandi camaleonti (1964), diretto da Edmo Fenoglio, ma compare anche nel ruolo del truffatore Alfred Jingle ne Il Circolo Pickwick (1967), trasposizione dell'omonimo romanzo di Charles Dickens, dove compone e canta anche la sigla finale. Proprio durante le sedute di registrazione di questa canzone, incontra un giovane che in quel brano suona la chitarra; era un musicista sotto contratto con la casa discografica Ricordi e destinato alla grande notorietà. Parliamo di Lucio Battisti, ma questo sarà il loro primo e ultimo incontro.

Tuttavia il primo, inaspettato successo arriva nel 1970, quando viene improvvisamente chiamato a sostituire Domenico Modugno, ufficialmente a causa di un incidente capitatogli (ma ufficiosamente a causa di dissapori con l'autore e co-protagonista della commedia, Renato Rascel) nella parte di Ademar nella commedia musicale di Garinei e Giovannini, Alleluja brava gente:

"Una botta di fortuna. Lì capii che si poteva coniugare il teatro lucido con la qualità artistica: il cosiddetto teatro popolare".

Tra il 1965 e il 1970, anche con il Gruppo Sperimentale di Calenda, Proietti porta in scena anche prove particolari come Il mercante di Venezia, Le mammelle di Tiresia e Il misantropo di Molière, dando sfogo a spettacoli non solo sperimentali appunto, ma anche di recupero della letteratura classica che viene spesso lasciata in disparte nelle espressioni culturali artistiche maggiori.

Con Il dio Kurt del 1969, ennesimo successo del gruppo sperimentale, Proietti capisce di dover affrontare il palcoscenico da solista per non rimanere ingabbiato in ruoli eternamente comprimari, ed è così che si lancia senza paura, a partire dal proficuo sodalizio stretto con lo scrittore Roberto Lerici nel 1976, insieme al quale scrive e dirige i suoi spettacoli rimasti nella storia. Tra questi annoveriamo A me gli occhi, please (1976), riportato in scena nel 1993, 1996 e nel 2000, in una memorabile performance allo Stadio Olimpico di Roma, oltre a Come mi piace (1983), Leggero leggero (1991) e, per la televisione, Attore amore mio (1982) e Io, a modo mio (1985).

Un vero one-man show

In questi spettacoli Proietti, totalmente privo di guida registica, ha modo di scatenare la sua verve attoriale come monologhista, cantante, imitatore e ballerino, anche in estenuanti tour de force che ottengono un dirompente successo di pubblico. Dalle 6 serate inizialmente previste, si superano agevolmente le 300, con oltre 2000 spettatori di media a riempire i teatri e i palasport di tutta l'Italia, ammirato e stimato anche da importanti personalità come Federico Fellini (il quale dapprima pensa a lui per il ruolo di Giacomo Casanova nel suo film Il Casanova di Federico Fellini, poi assegnato a Donald Sutherland e del quale sarà un efficace doppiatore) ed Eduardo De Filippo.

Negli anni 1970 recita anche come protagonista assoluto nei film Gli ordini sono ordini (1970), Meo Patacca (1972), Conviene far bene l'amore (1975), Languidi baci, perfide carezze (1976), senza tralasciare le partecipazioni comprimarie in film di rilievo come La proprietà non è più un furto (1973) di Elio Petri, L'eredità Ferramonti (1976) in un duetto con Anthony Quinn, e soprattutto in Casotto (1977) insieme a Ugo Tognazzi e una giovane Jodie Foster. Partecipa anche ad alcuni film statunitensi diretti da registi di prestigio come Lumet, Altman e Ted Kotcheff, nonché con il francese Bertrand Tavernier. Ma la grande consacrazione cinematografica arriva nel 1976 con il ruolo brillante che diventa il suo più celebre: quello dello sfortunato indossatore Bruno Fioretti, detto Mandrake, che inventa qualsiasi stratagemma per poter giocare ai cavalli in società con alcuni suoi amici perdendo regolarmente, nella commedia di Steno Febbre da cavallo.

https://www.youtube.com/watch?v=f5HMzYEmyEI

La pellicola venne accolta inizialmente con freddezza da parte della critica cinematografica e destinata, come tanti film dell'epoca, a essere presto dimenticata. Ma con il passare degli anni, grazie anche ai molteplici passaggi televisivi, è diventata un vero e proprio film di culto; una delle sequenze più memorabili del film è senza dubbio quella della storica del trio dei cavalli King, Soldatino e D'Artagnan, che si ritorcerà contro ai tre protagonisti.

Con Gregoretti lavora ancora nel 1974 in uno spettacolo sperimentale che tenta di fondere il varietà con lo sceneggiato, Sabato sera dalle nove alle dieci, dove Proietti è conduttore, compone e canta la sigla iniziale e interpreta quattro ruoli, e in uno sceneggiato ispirato a Emilio Salgari, Le tigri di Mompracem (1974), ricordato per il largo uso del chroma key, dove interpreta il ruolo di Sandokan due anni prima di Kabir Bedi. Insieme ad Antonello Falqui raggiunge la vetta massima a livello artistico sul piccolo schermo con il varietà girato a colori Fatti e fattacci (1975), insieme a Ornella Vanoni, Giustino Durano e Massimo Giuliani, dove interpreta il cantastorie di una scalcinata compagnia di saltimbanchi in un viaggio a puntate attraverso il folklore di quattro città italiane: Roma, Milano, Napoli e Palermo.

Tra radio e TV

Alla radio incontra un notevole successo nella celeberrima trasmissione Gran varietà, dove partecipa durante le stagioni 1973-1974 interpretando il personaggio di Avogadro il ladro, e in quella del 1975-1976, dove è un irresistibile conquistatore femminile che a parole (e con tre ipotesi) è infallibile, e alla prova dei fatti accumula continui disastri, ma non si abbatte mai, come canta inesorabile accompagnandosi alla chitarra alla fine dei suoi sketch. Personaggio tra i più azzeccati della sua carriera, lancia un tormentone di successo destinato a essere ricordato: Invidiosi!

Il successo di Febbre da cavallo insieme a Enrico Montesano avrebbe dovuto segnare la consacrazione di Proietti al cinema e l'inizio di una florida carriera cinematografica italiana, ma così non fu; infatti Proietti recita in due film di scarso successo di pubblico, Languidi baci... perfide carezze e Non ti conosco più amore, non consentendo all'attore un decollo vero e proprio al cinema. Per tutti gli anni Ottanta e Novanta, Proietti partecipa quindi a poche pellicole selezionate e in parti principalmente secondarie, come in FF.SS. - Cioè:...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene? di Renzo Arbore nel 1983 o in Mi faccia causa del 1984, nuovamente diretto da Steno.

E' così che nel 1983 debutta come conduttore televisivo, guidando la quarta sfortunata edizione del varietà Fantastico 4 (1983), diretto da Enzo Trapani; lo show perse per la prima volta la sfida negli ascolti contro la concorrenza di Premiatissima di Fininvest, forse a causa anche della perdita del suo storico conduttore, Corrado Mantoni, altra pietra miliare della televisione italiana.

https://www.youtube.com/watch?v=QKqPfTKsIZI

Riscuoterà maggiore fortuna come protagonista degli one-man show Io a modo mio (1986) e Di che vizio sei? (1988), entrambi trasmessi dalla prima rete RAI. Tra il 1990 e il 1991 fu inoltre conduttore del fortunato Club '92. Come regista televisivo, debutta nel 1990 con una delle prime sitcom italiane, Villa Arzilla, basato sulle vicende di un gruppo di anziani pensionanti in una casa di riposo, dove appare in brevi cameo come giardiniere della villa, e dove riunisce alcuni grandi attori e attrici del passato.

Nel 1996 scrive e dirige un suo testo, Mezzefigure, mentre nel 1998 è la voce del narratore della fiaba Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev, sotto la direzione orchestrale di Enrique Mazzola. Nel 2005 dirige Pino Quartullo e Sandra Collodel in Quella del piano di sopra, commedia brillante di Pierre Chesnot, replicata nelle stagioni successive, e ottiene un notevole successo accanto a Sabrina Ferilli e Maurizio Micheli nella versione moderna nel classico di Hennequin e Veber La Presidentessa (già interpretato nel 1968 per la regia di Franco Enriquez), portato più volte in tournée. Nel 2007 lascia la direzione artistica del Teatro Brancaccio, per assumere quella del GranTeatro, sempre a Roma.

Le sperimentazioni teatrali, il doppiaggio e i grandi nomi italiani

A proposito del Brancaccio: qualche anno prima, nel 1978, assunse con Sandro Merli la direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma, creando un suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche per i giovani attori (stessa idea avuta da Vittorio Gassman con la sua Bottega Teatrale di Firenze), portando in scena con i suoi allievi durante gli anni Ottanta numerosi spettacoli assai apprezzati. In particolare, questa gavetta segnerà l'esordio di tanti futuri e apprezzati volti del mondo dello spettacolo: tra questi, Flavio Insinna, Chiara Noschese, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano, Massimo Wertmüller, Paola Tiziana Cruciani, Rodolfo Laganà, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli e Sveva Altieri.

Di questo periodo, Proietti ricordava:

Come diceva Gassman ai giovani attori, ho insegnato loro tutti i miei difetti. Ne sono nati tanti, ma non c'è un mio erede ed è giusto che non ci sia».

Come rivelerà anche Gianni Minà, in quel periodo Proietti mantenne la scuola da solo, con l'aiuto di Mario Bussolino, e si cimenta anche con la regia teatrale, specializzandosi in adattamenti teatrali di successi cinematografici, oltre a curare la messa in scena di diverse opere liriche tra il 1983 e il 2002. Non pago di queste attività, si cimenta con successo anche nel campo del doppiaggio, dove inizia nel 1964 prestando la voce al Gatto Silvestro dei cartoon della Warner Bros., a celebrità del grande schermo come Robert De Niro, Sylvester Stallone, Richard Burton, Richard Harris, Dustin Hoffman, Charlton Heston e Marlon Brando, nonché per George Segal in Tenderly di Franco Brusati e persino a Michel Piccoli nel Diabolik di Mario Bava.

Lo ricordiamo anche per il suo incredibile doppiaggio del Genio della lampada nel film Aladdin (1992) di Walt Disney Pictures, che ripeterà anche nei due sequel distribuiti soltanto in home video, Il ritorno di Jafar e Aladdin e il re dei ladri, e anche nei due videogiochi ispirati al film, La sfida per Agrabah e La bottega dei giochi di Aladdin. Un altro suo doppiaggio è quello dei personaggi dei due draghi siamesi Devon e Cornelius nel film d'animazione La spada magica - Alla ricerca di Camelot, dove li doppia con due toni di voce diversi.

https://www.youtube.com/watch?v=CEdlfXzmq8M

Dal Maresciallo Rocca all'Avvocato Porta

Nel 1992 inizia a ottenere un consistente successo con le serie di telefilm Un figlio a metà, bissato dal seguito Un figlio a metà - Un anno dopo (1994), diretti da Giorgio Capitani, dove interpreta il ruolo di un doppiatore cinematografico (che esercita anche nella realtà e con successo), quindi sempre diretto da Capitani nella sitcom Italian Restaurant (1994) con Nancy Brilli in cui è il proprietario di un ristorante italiano a New York. Ricordiamo che anche nella realtà Proietti, per breve tempo, ha effettivamente gestito un ristorante.

Nel 1996 arriva il trionfo inaspettato della serie televisiva Il maresciallo Rocca, nella quale l'attore romano interpreta il ruolo di Giovanni Rocca, vedovo con tre figli, maresciallo comandante della stazione dei Carabinieri di Viterbo, che tra un caso e l'altro si innamora di una farmacista, interpretata da Stefania Sandrelli. La serie, partita in sordina su Rai 2, conquista i favori del pubblico fino a superare i dieci milioni di telespettatori a sera e a fare seria concorrenza a trasmissioni ampiamente collaudate come il Festival di Sanremo. L'ultima puntata del 12 marzo 1996 registrò il record di quasi 16 milioni di spettatori permettendogli di vincere il Premio TV come personaggio maschile dell'anno.

https://www.youtube.com/watch?v=jbU-Pcu18ms

Verso la fine degli anni 1990 Proietti interpreta un altro personaggio creato da Toscano e Marotta, L'avvocato Porta, in due stagioni dirette da Franco Giraldi per Canale 5, ma con minor successo. Per il grande successo de Il maresciallo Rocca, la RAI affida a Proietti la conduzione del tradizionale spettacolo di Capodanno trasmesso su Rai 1 per la particolare edizione del 2000, dove annunciò l'avvento del nuovo Millennio.

Nel 2002 avviene il grande ritorno al cinema, con il sequel di Febbre da cavallo, Febbre da cavallo - La mandrakata, diretto dal figlio di Steno, Carlo Vanzina, uscito nelle sale il 14 ottobre 2002. La riproposizione dello storico trasformista indebitato Mandrake lo porta a vincere un Nastro d'argento come miglior attore protagonista. Nel 2012 viene scelto dal direttore di doppiaggio Francesco Vairano per sostituire il compianto Gianni Musy nel doppiaggio del personaggio di Gandalf (interpretato da Ian McKellen) nella trilogia de Lo Hobbit.

Nel 2003 da una sua idea nasce il teatro scespiriano Silvano Toti Globe Theatre, di cui è direttore e in cui ha diretto uno spettacolo (di Romeo e Giulietta) e, nel 2017, finalmente recitato. Al cinema collabora sempre con i Vanzina, prima come protagonista nella commedia Le barzellette (2004), dove ripropone gran parte degli sketch e barzellette realizzate con successo durante le numerose ospitate televisive dagli anni 1980 a oggi, mentre poi nel filone del cine-cocomero, sottogenere dei film di Natale, nei poco fortunati Un'estate al mare e Un'estate ai Caraibi, usciti nelle sale rispettivamente nel 2008 e 2009.

https://www.youtube.com/watch?v=KY029DSqC9o

Gli ultimi spettacoli

Nel 2010, Proietti interpreta San Filippo Neri nella fiction TV Preferisco il Paradiso, trasmessa su Rai 1 con ottimi riscontri d'ascolto. L'anno successivo, nel 2011 recita in un'altra miniserie TV Il signore della truffa, nel ruolo dell'ex truffatore di lungo corso Federico Sinacori. All'infuori del suo sodalizio con i Vanzina, al cinema lo ritroviamo nel 2011 in due pellicole: Tutti al mare di Matteo Cerami, remake del Casotto del 1977  e in Box Office 3D - Il film dei film diretto e interpretato da Ezio Greggio, nel ruolo del Mago Silenzio (parodia di Albus Silente).

https://www.youtube.com/watch?v=YL4GDfXR0Dg

Nel 2012 compare come guest-star in un episodio della fiction I Cesaroni, per poi tornare in TV nel 2013 come interprete della fiction in due puntate L'ultimo papa re su Rai Uno, diretta da Luca Manfredi. L'anno successivo è protagonista assoluto della fiction Una pallottola nel cuore, sempre trasmessa su Rai 1 in quattro puntate; in quest'ultima serie interpreta il giornalista Bruno Palmieri specializzato nella risoluzione di vecchi casi di cronaca nera rimasti irrisolti. La fiction riscuote un buon successo di pubblico, portando alla produzione di una seconda stagione, trasmessa nel 2016, anch'essa favorevolmente accolta, nonché di una terza (6 puntate) nell'autunno 2018.

Dopo alcune piccole comparse, dal 14 gennaio 2017 conduce su Rai 1 il varietà Cavalli di battaglia, il ritorno alla conduzione di uno show televisivo dopo 26 anni dall'ultima esperienza con Club '92. Lo show ripropone i migliori "sketch" del maestro oltre ai numerosi cavalli di battaglia sia suoi che dei vari ospiti che si susseguono. Dal settembre 2018 è narratore/ospite in Ulisse - Il piacere della scoperta, il documentario di successo condotto da Alberto Angela, e il 19 gennaio 2019 conduce in diretta su Rai 1 l'evento inaugurale di Matera capitale europea della cultura 2019 alla presenza del presidente del consiglio Giuseppe Conte e al capo dello stato Sergio Mattarella. Il 12 marzo compare nella prima puntata di Meraviglie - La penisola dei tesori, altro programma documentaristico condotto da Alberto Angela. A dicembre è al cinema con Pinocchio, nuovo film di Matteo Garrone, in cui interpreta Mangiafuoco.

Ed è così, dopo alcune ultime apparizioni come personaggio televisivo di tutto rispetto e in contesti dal livello culturale elevato, che si spegne per problemi cardiaci un uomo che possiamo ben considerare un pilastro dell'arte del teatro italiano, sempre lontano dai riflettori sulla sua vita privata e di cui sappiamo quasi a fatica della presenza della sua compagna di vita, l'ex guida svedese Sagitta Alter, e le due figlie Susanna e Carlotta. Ciao Mandrake, ciao Genio, ciao Gigi.

Riscopri il doppiaggio di Gigi Proietti nel dvd Aladdin - Edizione con Contenuti Speciali Musicali.