Gomorra 5: recensione dei primi due episodi della stagione finale

Recensione in anteprima dei primi due episodi di Gomorra 5, la stagione finale della serie Sky nata dal best seller di Roberto Saviano con Salvatore Esposito e Marco D'amore.

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a cura di Daniele Rea

Gomorra 5 la Stagione Finale: la serie nata dalle pagine del Best Seller omonimo di Roberto Saviano, è giunta alla sua quinta e ultima stagione, che vedrà la resa dei conti fra Genny Savastano e Ciro Di Marzio, nomi e personaggi ormai entrati a far parte della vasta famiglia della Cultura Pop grazie al serial cult di Sky Original prodotta da Cattleya che disponibile dal 19 Novembre su Sky e Now Tv.

Un prodotto che sta ridefinendo il concetto di serialità italiana nel mondo, distribuito in oltre 190 paesi con riscontri entusiasti di pubblico e di critica. La storia della famiglia Savastano sta dunque per giungere alla fine, riuscirà Genny a raggiungere la pace che tanto desidera? E Marco D'Amore in veste di regista, saprà mantenere gli standard di una serie che ha sempre offerto molto agli spettatori?

Gomorra 5, dove eravamo rimasti?

La guerra fra Patrizia e i Levante, segnata da un enorme bagno di sangue da entrambe le fazioni, ha costretto Genny Savastato (Salvatore Esposito) a scendere in campo per evitare la devastazione di Napoli e Secondigliano, rinunciando al suo tentativo di vivere una nuova vita onesta e abbandonando sua moglie Azzurra (Ivana Lotito) e il piccolo Pietro.

Costretto a vivere in latitanza in un bunker di pochi metri, con l'aiuto del boss di Ponticelli Don Angelo O Maestrale (Domenico Borrelli), un uomo feroce in cerca di rivalsa dopo enti anni passati in carcere, e di sua moglie Donna Luciana(Tania Garribba) altrettanto ambiziosa e senza scrupoli, Genny dovrà riorganizzare le sue forze per l'attacco finale ai Levante, operazione resa ancora più difficile dal fatto che la polizia lo sta braccando per tutto il territorio. Mentre i Levante cercano di stabilizzare il loro potere nelle varie piazze, nuovi giocatori si muovono sul tavolo sfruttando questa situazione precaria, e fra questi spicca O' Munaciello (Carmine Paternoster), capopiazza di poco conto che agisce in modo subdolo per la sua personale scalata al potere.

Genny dovrà stringere nuove alleanze, ma le sue priorità verranno stravolte quando scoprirà che Ciro Di Marzio (Marco D'Amore) che credeva morto dopo che si era sacrificato per permettergli di vivere una nuova vita con la sua famiglia, è ancora vivo e si trova a Riga.

Gomorra 5: analisi dei primi episodi

La stagione finale di Gomorra è composta da dieci episodi, che vedono una regia condivisa fra Marco D'amore nella doppia veste anche di attore, e Claudio Cuppellini che guida la serie sin dall'inizio. D'amore, dopo una prima esperienza di regia nella quarta stagione e il film "L'Immortale" che mostra come Ciro sia sopravvissuto al colpo di pistola di Genny alla fine della terza stagione, dirige i primi cinque episodi ed il nono.

Girata fra Napoli, Riga e Roma, Gomorra 5 come da tradizione ci porta direttamente nelle strade e nei vicoli, mostrando realmente quella che è la vita dei quartieri raccontati nelle storie legate al dominio dei Savastano. Scampia, Secondigliano, i vicoli di Napoli, le pendici del Vesuvio, sono così come le vediamo, non sono state ricreate in studio nonostante le difficoltà tecniche derivate da questa scelta. Ma il successo di questa serie è dovuto anche a questo, alla rappresentazione della realtà quasi legata al neorealismo cinematografico, e alla sensazione per lo spettatore di essere parte stessa delle scene.

Nei primi episodi di Gomorra 5 che abbiamo potuto vedere in anteprima, sono state fatte poche aggiunte al cast, così come anche la trama non va a dividersi in troppe side story, tutto è incentrato sul rapporto fra Ciro e Genny; la loro rivalità, il loro profondo legame che è più profondo dell'amicizia, ma quasi sfiora l'amore, con una tensione e un'attrazione costante fra loro. Che sia odio o che sia amore è innegabile la dualità dei due protagonisti, rappresentata anche dalla bravura e dall'altissima sintonia fra Salvatore Esposito e Marco D'Amore, ma anche dalla bravura di tutti gli altri artisti che fanno parte del Cast di Gomorra.

In attesa dello showdown finale, verso cui la serie inevitabilmente fa rotta, vediamo personaggi che si muovono sul filo del rasoio in cerca di rivalsa personale, di vendetta e soprattutto di potere. Uomini e Donne che inevitabilmente però dovranno fare i conti con una vita che li ha ormai corrotti fino al midollo e dalla quale non potranno mai uscire vincitori. Sono dei perdenti per scelta.

Ad enfatizzare tutto quanto c'è l'ottimo lavoro dei Mokadelic che hanno curato una colonna sonora dai toni acidi e incalzanti, ma sapientemente alternati a brani più ambientali che accompagnano momenti più riflessivi. Presenti sin dalla prima stagione, i Mokadelic hanno creato un mix di musica elettronica e arrangiamenti più rock, che crea una perfetta sintonia con le immagini e le location della serie

Basta accuse di emulazione

I temi trattati da Gomorra sono molto delicati; portare su schermo le storie di personaggi che fanno parte di un determinato ambiente come quello della camorra o della malavita in generale è una scelta che mette i creatori sotto il costante tiro delle critiche. La prima e più volte rilanciata, è quella dell'emulazione: i più giovani (e non solo) potrebbero rimanere affascinati da questo mondo criminale fatto di soldi, potere e una vita sempre in bilico sull'abisso, soprattutto chi vive la propria realtà in ambienti che rispecchiano quelli proposti nella serie. Certo Gomorra non è il primo a ricevere queste accuse: le stesse critiche venivano rivolte a serie come Romanzo Criminale, poi Narcos e verranno sicuramente rispolverate per le successive opere con le stesse tematiche.

La risposta di Roberto Saviano (autore anche del recente Sono Ancora Vivo presentato a Lucca Comics and Games) in conferenza stampa è stata data con ironia: "perchè se guardi Gomorra diventi un criminale ma se guardi Don Matteo non diventi un prete?" Oppure perchè nessuno è diventato un fabbricante di meta-anfetamine come Walter White dopo aver visto la  serie cult Breaking Bad?

Far parte di un determinato ambiente, prendere determinate scelte, non sono cose che vengono influenzate da una serie Tv, che anzi, nel caso di Gomorra serve proprio a far vedere che questi uomini non sono antieroi o idealisti romantici. Sono degli sconfitti che non hanno nessuna scelta perchè per loro inevitabilmente la fine sarà solo una: per i protagonisti di Gomorra non esiste l'happy ending.

A Gomorra va invece dato il merito di aver mostrato una realtà che abbiamo a pochi km dalle nostre abitazioni e che filtrata dalle immagini dei media pensiamo essere distante anni luce da noi. Altra piacevole conseguenza è stata quella raccontata da Salvatore Esposito che parla di tanti ragazzi di zone cariche di disagi come Scampia e le tristemente famose "Vele", che spinti dalla visone della serie hanno iniziato il percorso della recitazione o di carriere legate all'arte.

Aggiungiamo che accusare una serie di creare una nuova generazione di criminali, è ridicolo quanto incolpare i fumetti, i videogames o i giochi di ruolo per giustificare atti di personaggi malati o con problemi derivanti da altre situazioni.

Conclusioni

I primi episodi Gomorra 5 mantengono i livelli che hanno decretato il successo di un format coraggioso, non solo per i forti temi trattati, ma anche per determinate scelte stilistiche, in primis quella di proporre una serie totalmente recitata in un dialetto come il napoletano che è praticamente una lingua a se, e il conseguente uso dei sottotitoli. Scelta che si è rivelata poi un successo che ha permesso di raggiungere un realismo unico nel suo genere e apprezzato a livello mondiale tanto da rendere Gomorra uno standard di serialità italiana nel mondo sinonimo di qualità.

Gomorra - Stagione finale dal 19 Novembre su Sky e in Streaming su Now Tv