Haxa, Volume 2: La straordinaria visione di Nicolò Pellizzon

Ombre d'acqua è il secondo volume della quadrilogia a fumetti "Haxa", scritta e disegnata da Nicolò Pellizzon per Bao Publishing.

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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

La bellezza di Haxa, qualora non abbiate ancora letto il primo volume (uscito lo scorso anno per Bao), è nella sua visione. Nello straordinario connubio tra un immaginario magico ed un modo futuristico, che più che fondersi in senso stretto quasi collide nello straordinario lavoro artistico di Nicolò Pellizzon.

Ma che cos'è Haxa? Si tratta di una serie di volumi (4 saranno quelli che comporranno l'opera nella sua interezza), che Bao Publishing sta pubblicando a partire dallo scorso anno, ed il cui secondo capitolo “Ombre d'acqua” è da poco arrivato sugli scaffali.

La storia è quella di un futuro (il 2035, per la precisione, è l'anno della svolta) in cui, improvvisamente, il mondo scopre l'esistenza della magia, e di tutto il sottobosco di culture che ad essa sono legate, e che per forza di cose erano anch'esse nascoste alla vista. Tutto comincia con il crollo di una torre invisibile, chiamata al-Hillah, la cui stabilità aveva permesso sino a quel momento di tenere la magia nascosta agli uomini che non erano in grado di percepirla.

Con un mondo che ora è a conoscenza della magia, arrivano tuttavia i primi problemi. Gli utilizzatori dell'Haxa, infatti, sono fondamentalmente schierati in due frange: gli Alchemici, un gruppo di maghi elementalisti, riuniti in una società ordinata e paramilitare, e i Goetiani, capaci invece di evocare creature e dalle mire terroristiche. Proprio questi, infatti, si spendono spesso in attacchi distruttivi che mietono vittime tra i civili, portando quindi le due fazioni ad una lotta continua, nel tentativo di uccidere o proteggere quelli che sono gli esseri umani privi di poteri, che nel mondo di Pellizzon prendono il nome di Ellidi.

Circa un secolo dopo dal crollo della torre, facciamo quindi la conoscenza della protagonista della vicenda, Sophie, una ragazza dotata di poteri che sembrano del tutto diversi da quelli di evocatori ed elementalisti. Nel corso di mille anni la situazione non è molto cambiata, ed il mondo di Haxa sembra ancora pervaso da una forte conflittualità che, nonostante tutto, tiene in piedi quello che è il fragile equilibrio tra le forze. Sophie, la cui manifestazione dei poteri coglie di sorpresa ognuna delle fazioni sul tavoliere.

Questa, a grandissime linee, è la trama con cui ci siamo approcciati al primo volume lo scorso anno. Parlarne oltre non avrebbe senso, in primis per motivi di spoiler, in seconda istanza per la gran quantità di informazioni con cui Pellizzon ha arricchito la sua storia, che rendono il mondo di Haxa molto complesso e, proprio per questo, ancor più affascinante.

Con questo secondo volume, vi basti sapere questo, la vicenda riprende a due anni di distanza da dove si era conclusa nel volume precedente, mostrandoci quella che è la consapevolezza acquisita da Sophia nei confronti del suo stravagante potere. Nel mentre continua la guerra che ormai da tempo lede il mondo di Haxa, in un una continua partita a scacchi tra i poteri coinvolti, dai ribelli sempre più numerosi, agli hexidi che cominciano a prendere colpi nei confronti delle fazioni opposte.

Ombre dell'acqua è quindi, se possibile, ancor più denso e complesso del volume precedente. Pellizzon, avendo messo da parte quelle che erano le premesse narrative (doverose) nel volume precedente, comincia a tessere la complessità della sua trama in un tripudio di azione, risvolti socio-politici e misticismi antichi, i cui segreti sono forse vicini alla tanto attesa rivelazione da parte del cast. Il tutto al servizio di un climax finale per nulla telefonato, ed anzi appagante, che lascerà il lettore goduriosamente impietrito.

Dal punto di vista artistico, non possiamo che apprezzare ancora una volta quella che è la mano di un artista visionario ed eclettico, in cui la ricerca della perfetta colorazione al servizio della storia sembra una componente fondamentale della costruzione visuale. Non che normalmente non lo sia, ma la tavolozza di Haxa è così ricca e variegata da risultare, di per sé, un motivo più che valido per sfogliare le pagine del primo, come del secondo volume. Il tratto di Pellizzon, di per sé, è quasi essenziale (ma non scialbo) ma piccoli ed essenziali passi in avanti rispetto al volume precedente, rendono le tavole, se possibile, ancor più dinamiche ed accattivanti, nel loro tripudio tra magia, fantascienza ed una marcata ispirazione fantasy, che sembra rifarsi ad un immaginario talvolta nord europeo, altre volte più spiccatamente nipponico, anche per la costruzione delle inquadrature e della dinamica dei corpi.

In buona sostanza parliamo di un lavoro che è visivamente straordinario, messo al servizio di una trama ricca, sfaccettata e complessa, arricchita per altro da dei bellissimi inserti (già presenti anche nel primo volume) con cui Pellizzon approfondisce i diversi aspetti del suo mondo, dalle creature alle fazioni politiche, avendo cura di cesellare con perizia un mondo immaginario, quello di Haxa, di cui forse si potrebbe parlare per ore ed in cui la cura e l'attenzione per il dettaglio non passano solo – e banalmente – per il tratto dell'artista, ma anche attraverso le forme, i dettagli, il vestiario e persino il linguaggio, carico di uno slang particolare e ricercato, a cui tuttavia ci si abitua facilmente.