Hitler è Morto Vol. 1 - Vigile e Spietato, recensione: l'inizio di un insolito thriller spionistico

Hitler è Morto Vol. 1 - Vigile e Spietato, è la nuova proposta francese di Star Comics: l'inizio di un insolito e robusto thriller spionistico.

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a cura di Domenico Bottalico

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Star Comics porta in Italia, attraverso la sua etichetta Astra specializzata nelle produzioni occidentali, Hitler è Morto Vol. 1 - Vigile e Spietato ovvero il primo volume di una trilogia proveniente dalla Francia scritta da Jean-Christophe Brisard, giornalista e reporter con all'attivo diversi libri e documentari su temi geopolitici e storici con una particolare attenzione alle dittature del passato e del presente, e illustrata dal disegnatore toscano Alberto Pagliaro, molto attivo oltre alpe avendo collaborato con i maggiori editori francesi e visto recentemente all'opera anche un Dylan Dog Color Fest.

Hitler è Morto Vol. 1: dov'è il cadavere di Hitler?

Berlino, 2 maggio 1945. Dopo una battaglia durata parecchie settimane, l'Armata Rossa ha preso finalmente possesso della capitale, ormai in rovina, del Reich. Si dice che Hitler sia morto. Ma qual è stata davvero la fine del Führer e soprattutto, se davvero è stato ucciso, dov'è il suo cadavere?

È lo stesso Stalin a tuonare da Mosca esigendo il corpo della Bestia: un corpo da esibire, una prova fotografica e scientifica, per dimostrare al mondo che il "sol dell'avvenire sarà rosso di colore". Ma bisogna fare presto perché la marcia di americani e inglesi sta velocemente convergendo verso Berlino e Stalin sa bene che la nazione il cui esercito dimostrerà di aver materialmente eliminato il Führer avrà un peso specifico importante non solo davanti all'opinione pubblica ma al tavolo a cui bisognerà sedersi per firmare la resa della Germania.

Inizia così una caccia all'uomo o per meglio dire al cadavere. I primi ad ottenere un risultato sono gli agenti del misterioso Smerš (l'agenzia di controspionaggio) agli ordini della tenente Helena Kagan che, nel cuore di quella stessa Berlino devastata, trafugano alcuni corpi carbonizzati dal presunto bunker di Hitler. Il problema è ovviamente riconoscere questi cadaveri per stabilirne con certezza l'identità prima di annunci trionfalistici e firme su documenti ufficiali.

Ma non è l'unico problema. Appena la notizia di questo ritrovamento arriva a Mosca, l'NKVD e il suo ambizioso capo il colonello Molotov mette in moto i suoi agenti capeggiati dal coriaceo capitano Saveliev per condurre parallelamente delle indagini che screditino il ritrovamento degli agenti dell'altra agenzia e rintraccino il vero cadavere di Hitler. Inizia così un duello a distanza combattuto nei palazzi del potere di Mosca ma soprattutto fra gli agenti sul campo fra depistaggi, minacce e azioni atte a screditarsi l'uno l'altro agli occhi dei superiori.

Quando l'8 maggio 1945 viene firmata la resa e la fine del conflitto la partita sembra essere terminata ma in realtà la sfida fra Smerš e NKVD è solo all'inizio. Mentre la compagna Kagan ha finalmente trovato il modo di identificare i cadaveri carbonizzati, il compagno Saveliev ha battuto da cima a fondo i campi di prigionia in cerca del gabinetto di Hitler. Si fa largo infatti una clamorosa ipotesi: il Führer potrebbe essere sfuggito alla morte lasciando l'Europa.

Jean-Christophe Brisard prepara il "clima" da Guerra Fredda

Con Hitler è Morto Vol. 1 - Vigile e Spietato, va in scena l'inizio di un insolito e robustissimo thriller spionistico rigorosamente cesellato da Jean-Christophe Brisard che mostra, nella puntuale ricostruzione dei giorni successivi alla caduta del Führer, tutta la sua competenza storico-giornalistica muovendosi al limite del graphic journalism e trova, nei rimandi alle tensioni nei palazzi del potere di Mosca da un lato e nel gioco dei depistaggi fra gli agenti dall'altro, la chiave per virare verso un graphic novel, inteso spiccatamente come romanzo in quanto la componente del reale si intreccia fortemente con quella romanzata costituita proprio dai protagonisti delle vicende.

L'autore (ri)costruisce minuziosamente l'ambientazione berlinese e il momento esatto in cui avvengono i punti di svolta delle "indagini". Ci sono riferimenti spazio-temporali puntuali così come puntuali sono i riferimenti sia alla situazione politica interna all'Unione Sovietica che a quella dell'Europa che si apprestava ad essere divisa in blocchi e aree geopolitiche di influenza. Con una impostazione così realistica, Brisard introduce una serie di personaggi verosimili che solo raramente lasciano trasparire emozioni che vanno al di là della "fedeltà" agli ideali della rivoluzione e/o al compimento della missione assegnata, in tal senso basti vedere la rivelazione sulle origini del tenente Kagan più che il background del capitano Saveliev.

Tuttavia, come nella migliore tradizione del genere thriller a tema spionistico, è l'intreccio del plot ad essere il vero punto di forza di una narrazione sin dalle prime pagine estremamente tesa ed incalzante. Partendo da una premessa semplice e diretta (ritrovare il cadavere di Hitler), Brisard gioca con il lettore e con le sue aspettative. Lo schema azione-motivazione-acquisizione viene puntualmente disatteso gettando il lettore in un labirinto di specchi, di depistaggi e sotterfugi che aumentano man mano che la ricerca si fa più capillare e il ritrovamento del cadavere diventa di vitale importanza non solo per le sorti dell'Unione Sovietica e idealmente per l'Europa ma anche per quella della stessa vita dei personaggi coinvolti sia in Germania che a Mosca.

Prendendo in prestito alcuni temi e soluzioni narrative cardine di tutte quelle opere del genere citato poco sopra ambientate durante il periodo della Guerra Fredda, l'autore ha la grande abilità di mescolare il programma narrativo introducendo personaggi che nel corso delle pagine raramente dimostrano quello che sono in realtà muovendosi sempre e comunque in una zona grigia in cui Berlino come una terra di nessuno è uno scenario impietoso (e per certi versi inedito) per un tramonto dei valori che già si lascia intravedere negli uomini e nelle donne protagonisti diretti o indiretti della caccia al cadavere e che si concretizzeranno solo parecchi decenni dopo.

È una narrazione opaca quella di Jean-Christophe Brisard e per questo mai scontata e sempre appagante che ricorda a tratti il Vittorio Giardino di Rapsodia Ungherese ma unito alla robustezza di certi racconti del Tom Clancy meno fantascientifico.

Alberto Pagliaro, matite taglienti e senza compromessi

Ottima e solidissima la prova al tavolo da disegno di Alberto Pagliaro. Non cadendo nella facile tentazione di normalizzare il suo stile verso un realismo che lo avvicinerebbe al rigore storico-giornalistico di una parte della sceneggiatura dell'autore, il disegnatore toscano parte da un approccio tutto votato alla sintesi anatomico-espressiva in cui è una linea spezzata e tagliente ad essere il minimo comun denominatore.

Ma Pagliaro non si accontenta di questo approccio personale e scava nei neri delle sue chine spesse e grezze, nervose che creano contrasti forti e chiaroscurali contribuendo a creare da un lato una Berlino spettrale e dall'altro una Mosca segreta ed indulgente. Il chiaroscuro così creato si sposa benissimo con lo sviluppo del plot, sempre opaco e foriero di bruschi cambiamenti, mentre i colori sono stesi con campiture omogenee e nette lasciando sempre alle chine e al posizionamento delle luci il compito di creare le sfumature di una paletta tendente già di suo a toni scuri.

Quello di Pagliaro è uno stile aggressivo che non cerca compromessi. I suoi personaggi sono sempre tesi e pronti a scattare sia fisicamente che dal punto di vista emotivo con espressioni rese in maniera diretta ed evidente sfruttando la durezza della sua linea. A questo poi si unisce un ottimo storytelling in una tavola che, costruita secondo i dettami del fumetto francese, alterna molto bene soluzioni eterogenee ed efficaci. Si passa da orizzontalità a verticalità con una buona alternanza anche in termini di primi piani (fondamentali in alcuni passaggi più "verbosi" necessari a dipanare le complesse relazioni fra i personaggi) e piani medi senza disdegnare qualche riquadro sbordato e qualche inserto che dona maggior respiro soprattutto nelle prime pagine del volume.

Molto buona la ricostruzione storica (ambienti, armi, divise, veicoli) forse se si volesse trovare una pecca al lavoro del disegnatore in questo primo volume la si potrebbe rintracciare in una eccessiva aderenza all'estetica dell'epoca per quanto riguarda gli ufficiali sovietici: ad un certo punto ce ne sono diversi con baffi a manubrio e, complici alcune sequenze con dialoghi molto serrati, ci si perde un po' nella lettura non riuscendo subito ad identificare chi appartiene a quale fazione.

Il volume

Star Comics confeziona un bel volume cartonato formato 21x28 cm dalla veste grafica semplice ma efficace. Ottima la resa di stampa su carta patinata e dall'ottima grammatura, ottimi e scorrevoli sono anche traduzione ed adattamento. Dal punto di vista carto-tecnico ed editoriale, l'unica nota da poter fare è legata alla totale assenza di extra e/o di un apparato redazionale: vista l'ambientazione e il rigore della ricostruzione degli avvenimenti qualche passaggio critico dall'autore stesso sarebbe stato davvero interessante.

Cultura Pop Award

La redazione di Cultura Pop ha deciso di assegnare uno dei suoi premi "Cultura Pop Award" per il mese di giugno a Hitler è Morto Vol. 1 - Vigile e Spietato.

Si tratta di una lettura tesa e coinvolgente che, innestandosi nel filone thriller spionistico, sfrutta al massimo l'ambientazione storica forte anche della rigorosa ricostruzione storico-giornalistica dello sceneggiatore Jean-Christophe Brisard, non risultando mai scontata. Ottime anche le matite dell'italiano Alberto Pagliaro che illustra il volume con uno stile aggressivo e chiaroscurale, ottenuto con chine profonde e nervose, che trova in una linea spezzata e tagliente il minimo comun denominatore.