Home, Sweet Home Alone, recensione: la rivisitazione di un classico

Arriva in concomitanza del Disney Plus Day, Home Sweet Home Alone remake/reboot del cult Mamma, Ho Perso l'Aereo.

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a cura di Domenico Bottalico

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Arriverà domani, 12 novembre, in concomitanza con il Disney Plus Day in esclusiva sulla piattaforma streaming il reboot/remake di un grande classico di Natale per tutta la famiglia ovvero il cult Mamma, Ho Perso l'Aereo ribattezzato per l'occasione Home, Sweet Home Alone. 

A sostituire il duo composto da Chris Columbus e John Hughes, rispettivamente regista e sceneggiatore dell'originale del 1990, troviamo Dan Mazer (già collaboratore di lunga data di Sacha Baron Cohen) alla regia mentre la sceneggiatura è firmata da Mikey Day e Streeter Seidell sulla storia originale dello stesso John Hughes. A sostituire invece Macaulay Culkin c'è Archie Yates, giovane attore britannico visto recentemente in Jojo Rabbit, coadiuvato da un cast di volti noti nell'ambito delle commedie e delle sit-com fra cui Ellie Kemper, Rob Delaney, Aisling Bea, Kenan Thompson, Tim Simons, Pete Holmes, Devin Ratray, Ally Maki e Chris Parnell.

Home, Sweet Home Alone, assalto a casa Mercer

Pam e Jeff McKenzie stanno cercando di vendere la loro casa all'insaputa dei loro due figli. Jeff ha infatti recentemente perso il lavoro e le rate del mutuo sono diventate troppo onerose. Per vendere l'immobile ovviamente si sono affidati ad un agente immobiliare che ha organizzato una di quelle tipiche visite "aperte" per mostrare la casa agli acquirenti interessati. Fra questi però ci sono il piccolo Max Mercer e sua madre Carol. In realtà i due non vogliono vedere la casa ma solo intrufolarsi per permettere a Max di andare in bagno.

Pur cercando di sgattaiolare via il più velocemente possibile, Max e sua madre incrociano Jeff e sono costretti a spendere qualche parola con lui. Fortunatamente è Carol a sviare subito la discussione facendo notare al padrone di casa come, in un vecchio scatolone nel ripostiglio, potrebbe trovarsi una piccola fortuna: una collezione di vecchie bambole di porcellana fra cui una davvero bizzarra perché ha la testa montata al contrario.

Mentre Max protesta per la presenza della sua famiglia a casa, compresi i rumorosi zii e cugini, tutta pronta a partire per Tokyo la mattina seguente, Jeff rimugina sull'informazione casualmente offerta dalla donna. Una piccola ricerca su internet infatti potrebbe portare alla soluzione di tutti i problemi: la bambola con la testa montata al contrario vale infatti oltre 200 mila dollari. Un vero tesoro che però Jeff non riesce ha smarrito.

Certo che sia stato proprio il piccolo Max a rubare la bambola, l'uomo inizia una improbabile caccia al tesoro cercando di intrufolarsi a casa dei Mercer. Ma a differenza di quanto lasciato intendere, la casa non è incustodita: il piccola Max infatti è stato clamorosamente dimenticato a casa. Quando Jeff informa Pam del valore della bambola inizia un assalto frontale a casa Mercer con Max unico baluardo.

Le parti però sembrano entrambe vittime di un terribile equivoco che non eviterà epiche ed esilaranti peripezie a cui a farne le spese saranno i McKenzie e ovviamente la casa dei Mercer.

Home, Sweet Home Alone: la rivisitazione di un classico

Rimettere mani ad un cult, soprattutto uno che rientra seppur in maniera tangente nel filone fortunatissimo dei teen movie esploso negli anni '80, è una operazione rischiosissima, improba e che spesso porta a risultati davvero deludenti. Non è però il caso di questo Home, Sweet Home Alone che in maniera intelligente, e in taluni frangenti sorprendente, più che rifare pedissequamente rimaneggia e vira offrendo un prodotto più fresco, non del tutto originale, ma comunque al passo con i tempi.

Sin dai primi minuti appare subito chiaro che la sceneggiatura è completamente nuova pur puntando sin da subito al nucleo tematico del franchise ovvero lasciare Max solo in casa e a respingere l'assalto dei due intrusi. La costruzione tuttavia è ben diversa da quella del film originale, c'è infatti maggior approfondimento per i co-protagonisti ovvero i McKenzie le cui motivazioni ovviamente devono essere ben delineate per far sì che il gioco degli equivoci, geniale nella sua semplicità, che fa da volano al secondo atto della pellicola funzioni a dovere.

In questo senso non mancano i riferimenti al film originale coronati da un inaspettato e divertente cammeo, tuttavia è il terzo atto, gli ultimi 45 minuti circa di pellicola, a costituire il vero banco di prova per Home, Sweet Home Alone.

Mediando la necessità di dover concedere il giusto spazio ai buoni sentimenti e all'atmosfera natalizia, Home, Sweet Home Alone inizia a crescere così come faceva Mamma, Ho Perso l'Aereo puntando dritto a quelle sequenze fatte di slap-stick gag concatenate e grottescamente dolorose che non possono non strappare più di una risata al netto di una sana preoccupazione per i malcapitati protagonisti.

Archie Yates nei panni di Max Mercer è un protagonista efficace, ironico a tratti pungente e mai privo di risorse. A fargli da spalla, tragicomica è il caso di dirlo visto la quantità di botte da orbi subite, sono Ellie Kemper e Rob Delaney nei panni dei dinoccolati, nevrotici ma di buon cuore coniugi McKenzie. Dal punto di vista registico invece Dan Mazer preferisce un approccio semplice e diretto, quasi televisivo soprattutto nei primi due atti del film, concedendosi qualche riferimento, in termini di ritmo ed effetti visivi, anche al lavoro di Chris Columbus. Nel terzo atto ovviamente il dinamismo dei movimenti di camera aumenta seguendo le concitata gag di cui sopra alternando inquadrature e tagli sempre diversi ma senza mai risultare confuso o approssimativo. Un buon lavoro in definitiva ma a tratti forse un po' troppo asettico.

Home, Sweet Home Alone pecca forse in una parte introduttiva un po' prolissa e non sempre puntuale, la presenza della famiglia del fratello di Jeff per esempio viene chiarita solo verso il finale con un twist tutto sommato prevedibile, e per l'assenza di quei momenti iconici che invece avevano reso Mamma, Ho Perso l'Aereo un cult e che invece si limitano ad una strizzatina d'occhio, graditissima, allo Scarface di Al Pacino.

Home, Sweet Home Alone: un film natalizio

Alla fine della visione, con i suoi agili 90 minuti circa, Home, Sweet Home Alone è un film semplice e divertente, leggero e mai esagerato adatto a tutta la famiglia soprattutto in vista di qualche lungo pomeriggio o serata casalinga in concomitanza con le festività natalizie, atmosfera che il film esalta e riprende molto bene, non lesinando ovviamente sulle risate.

Disney Plus ripropone con Home, Sweet Home Alone, senza troppo fronzoli, un franchise ad una nuova giovane, e meno giovane, generazione di spettatori riuscendo anche per certi versi a rinvigorirlo dopo i sequel assolutamente dimenticabili dei due film originali.

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