Intervista a David Morrisey e Riccardo Chemello: Dampyr, tra fedeltà e oscurità, qual è il punto?

Potendo intervistare David Morrisey e Riccardo Chemello abbiamo approfondito Dampyr, parlando del film e di un personaggio in particolare.

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a cura di Nicholas Massa

Nel corso dell’anteprima stampa di Dampyr, pellicola in uscita il 28 ottobre, abbiamo avuto la possibilità di intervistare alcuni membri del suo cast internazionale e il suo regista, Riccardo Chemello. L’interesse generale nei confronti di questo film va ben oltre la semplice trasposizione dell’omonimo fumetto targato Sergio Bonelli Editore, ricollegandosi a un progetto più ampio attraverso cui l’editore stesso sta cercando di ampliare il suo pubblico, rivolgendosi anche al mercato estero. Il film di Dampyr si basa sul fumetto omonimo pubblicato in Italia nel 2000, creato da Mauro Boselli e da Maurizio Colombo, e come vi abbiamo rivelato nella nostra anteprima mostra un ricco potenziale narrativo, che non solo trasporta sul grande schermo l’amore verso l’opera originale, ma mi ad ampliarne la portata con il grande pubblico, seguendo l’esempio del Marvel Cinematic Universe e del DCU. L'apertura al mercato estero è quindi centrale in questo progetto, intenzione che ha spinto a comporre un cast internazionale, spingendo a girare in lingue inglese, portando infine a incontrare il favore di un distributore internazionale del calibro di Sony.

Dopo la visione di Dampyr in anteprima, abbiamo potuto approfondirne alcune sue dinamiche parlando direttamente con coloro che ci hanno lavorato, in questo caso con David Morrisey (conosciuto specialmente per il suo indimenticabile Governatore in The Walking Dead), che nel film interpreta Gorka, il villain principale, e con il regista Riccardo Chemello (qui al suo esordio con un lungometraggio, precedentemente conosciuto per il suo lavoro di videomeking nell’ambito sportivo). Con loro abbiamo chiacchierato principalmente del film in sé, di alcuni aspetti del dietro le quinte e del personaggio in questione.

Intervista a David Morrisey e Riccardo Chemello: “Dampyr, tra fedeltà e oscurità, qual è il punto?”

Considerato che Dampyr si origina da un fumetto e che questo fumetto fa parte di un attuale progetto più grande e strettamente connesso con il supporto dei suoi fedeli lettori, abbiamo voluto sondare le motivazioni creative di fondo, tenendo presente che il cinema non deve necessariamente assoggettarsi al materiale di partenza. Trasporre non significa per forza annullare la propria visione a favore di una fedeltà granitica al materiale originario, adattandolo invece alla grammatica narrativa di una medium differente.

Spesso nelle trasposizioni i registi tendono a limitare il proprio slancio creativo in favore di una maggiore fedeltà. Volevo quindi chiederti quanto di tuo c’è nel film e se secondo te la fedeltà possa abbinarsi alla visione del regista, oppure debba necessariamente scontrarsi con essa.

Quando devi creare un adattamento cinematografico hai un mondo da creare, quindi tutto quel mondo, alla fine, è posto su di te, sei tu che devi dare gli spunti al set designer, al costumista… Chiaramente hai una base di partenza perché la storia è assolutamente fedele alla natura del progetto, la Bonelli voleva assolutamente questo e ci è riuscita. Per me c’era un mondo da creare e in questa cosa mi son sentito, anche se avevo una base di partenza, mi son sentito vivo. Provare ad andare a cercare le location in Romania, stare mesi là a cercare le location più vive per non mettere gli attori davanti al blu screen… Tutto un percorso in cui alla fine stai impersonificando le tue volontà nel modo di girare, che chiaramente non è una cosa che puoi capire da un fumetto. Penso di aver dato tutto me stesso in Dampyr, sapendo però che ero fedele alla property, perché lo screen play era basato sul numero 1 e 2.

Parlando con David gli abbiamo chiesto qualche dettaglio in più in merito al suo personaggio in Dampyr, un villain di maniera, disegnato dal terrore più puro e da un’oscurità difficilmente decifrabile. Partendo dal presupposto che la sua lunga vita gli ha probabilmente regalato un tipo di conoscenza superiore, la domanda si è incentrata sulle ragioni che muovono le sue azioni nel corso della storia. Trattandosi di un primo capitolo, c’è ancora moltissimo da scoprire ed imparare sul mondo che circonda gli eventi, giocando moltissimo su “quello che sembra e quello che è”.

Sarebbe semplicistico limitarsi a definire il tuo personaggio un cattivo tratdizionale. Durante l'evolversi della storia, la sua caratterizzazione lascia emergere che si tratta di una figura mossa da una propria agenda, magari spinto da ragioni molto precedenti ai fatti che vediamo: secondo te quali sono le ragioni alla base delle azioni del tuo personaggio (Gorka)?

Penso che a lui piaccia il caos. Gli piace manipolare gli uomini affinché si scaglino gli uni contro gli altri, avendo il controllo di questa distruzione. Nella lotta per la sopravvivenza all’interno del caos lui trae gioia e piacere dalla situazione e nel vedere lo scontro della vita finalizzato alla sopravvivenza individuale. La manipola e ha bisogno proprio di questa, sente il bisogno di essere parte di questo caos distruttivo che l’uomo è in grado di esercitare sul prossimo attraverso la guerra e il conflitto.

Gorka è uno dei personaggi più misteriosi di Dampyr, lo vediamo agire seguendo alcune regole che verranno spiegate passo passo nella storia, pur mantenendo sempre un certo alone oscuro perfettamente coerente con i suoi metodi e gli obiettivi personali.

Considerato che gli eventi di trama si sviluppano principalmente in un contesto di guerra (siamo nel ’92, nei Balcani e imperversano le guerre jugoslave), e che questa si trasforma immediatamente da semplice conteso a vero e proprio personaggio centrale, abbiamo chiesto loro del modo in cui impatta sulla narrazione e sugli eventi rappresentati, sia in generale che sul personaggio di Gorka. Dampyr gioca moltissimo con le ombre che lo compongono, presenta personaggi imperfetti e rotti dentro in un contesto di sofferenza che genera mostri anche di natura umana. Le cattiverie e l’elasticità morale tipiche del campo di battaglia qui definiscono la storia stessa e i suoi eventi di base, incorniciando ogni passo dei protagonisti. Inoltre, dato che le riprese del film si sono svolte principalmente in Romania, evitando quindi di lavorare in teatri di posa, il peso dell’ambientazione intorno a cast e personaggi assume un ruolo ancor più pregevole nell’accompagnare il viaggio al centro della trama.

Avendo ambientato il film  in un contesto di guerra, quanto ha influito questa scelata sulla storia e sui personaggi dal vostro punto di vista?

Per Gorka l’impatto della guerra sugli eventi è qualcosa di meraviglioso, proprio per le motivazioni di prima. Essendo che ama il caos e che vuole il sangue e la distruzione, la situazione rappresenta perfettamente il suo desiderio. La guerra è il campo da gioco perfetto per lui”, ha risposto Morrisey, ricordando ancora una volta la fame di oscurità che tratteggia il suo personaggio in scena.

Ha concluso Riccardo Chemello:

Per me è anche questo, nel senso che all’interno di un mondo brutto come la guerra la gente è in cerca di speranza. E il viaggio del nostro eroe è un viaggio di speranza perché lui deve abbracciare il suo destino, deve trovare il suo posto nel mondo oltre che a salvare il suo caro amico. Quindi penso che la guerra enfatizzi tutti quanti questi conflitti all’interno di questi personaggi.

A proposito del film

La storia di Dampyr è incentrata sul personaggio di Harlan (Wade Briggs), un ragazzo dal passato misterioso, dedito all’alcol e tormentato da una serie di incubi che neanche lui riesce a comprendere. Di lavoro fa il Dampyr, o almeno finge di essere uno di loro e insieme al suo manager Yuri (Sebastian Croft) girano di villaggio in villaggio evitando le zone di guerra, e imbrogliando tutti i creduloni del posto, fingendo di combattere delle forze oscure che non esistono nel modo più assoluto. Questa messa in scena continua fino a che un gruppo di soldati guidati da Kurjak (Stuart Martin) non incappano veramente in alcuni esseri della notte che, nel villaggio di Yorvolak, cominciano a decimarli uno ad uno nutrendosi del loro sangue. La reazione più logica è quella di chiamare un esperto del settore, così Harlan viene portato con la forza sul posto e costretto a confrontarsi con una realtà che fino a quel momento aveva apertamente preso in giro.La violenza di tutto ciò innescherà un viaggio delle origini che coinvolgerà non soltanto lo spettatore ma anche il protagonista stesso di Dampyr, il quale finalmente cercherà di dare le giuste risposte ai fantasmi che dal suo passato continuano a tormentarlo.