Italia: i batteri diventano restauratori di opere d'arte

Un gruppo di restauratori italiani ha scoperto un ceppo di batteri che aiuterebbe i restauratori a pulire le opere d'arte marmoree.

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a cura di Imma Antonella Marzovilli

Un gruppo di restauratori italiani ha scoperto un ceppo di batteri che aiuterebbe i restauratori a pulire le opere d'arte marmoree. L'esperimento è stato condotto sui marmi di Michelangelo nella Cappella dei Medici (clicca qui per acquistare la storia illustrata del grande artista) che, negli anni, avevano accumulato molta sporcizia. Per questo motivo, un team di restauratori d'arte ha deciso di usare alcuni batteri sulle sculture. I microbi specializzati hanno ripulito secoli di sporcizia, donando alle statue un nuovo aspetto, così come riferisce il New York Times (potete leggere l'articolo originale a questo link).

In questo caso, il team di ricerca ha cercato ceppi batterici che avrebbero potuto divorare la sporcizia dalle macchie sul marmo senza danneggiarlo, e hanno testato le loro scelte migliori su un importante alone.  Hanno trovato alcune tipologie di microbi adatti e hanno usato il gel per spargerli sulle statue. I diversi ceppi di batteri hanno divorato i residui di sporco, la colla e persino le macchie di un cadavere smaltito in modo improprio che fu scaricato in una delle tombe nel 1537.

I risultati del progetto saranno pubblicati entro la fine di Giugno. Questa, però, non è la prima volta che i batteri vengono messi al servizio della pulizia di opere d'arte. L'Italia, in particolare, è nota per aver messo i microbi al lavoro negli sforzi di conservazione. Un batterio masticatore di zolfo è stato utilizzato per rimuovere le "croste nere" da parti del Duomo di Milano e ha funzionato molto meglio di un trattamento chimico comparabile. A Pisa, un ceppo batterico che mangia sostanze inquinanti ha aiutato a ripulire alcune opere danneggiate in Piazza dei Miracoli, sita vicino alla Torre Pendente.

Altri ricercatori stanno mappando i batteri e altri piccoli esseri che già vivono sui dipinti. Hanno scoperto che alcuni microbi che si sono stabiliti sui pigmenti potrebbero effettivamente aiutare a prevenire il deterioramento del patrimonio artistico italiano e non.