Kowloon Generic Romance 1, la recensione: la nostalgia del presente

La nostra recensione di Kowloon Generic Romance 1 di Jun Mayuzuki (Come dopo la Pioggia) edito da J-POP.

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a cura di Beatrice Villa

Kowloon Generic Romance 1 è il nuovo manga di Jun Mayuzuki, già conosciuta nel nostro Paese grazie alla sua precedente opera, Come dopo la Pioggia, pubblicato da Star Comics.

J-POP ci presenta un’opera che profuma di nostalgia, ambientata nell’onirica e leggendaria città murata di Kowloon, esistita realmente a Hong Kong fino alla sua demolizione negli anni ’90.

Kowloon Generic Romance 1: l’opera

Kowloon Generic Romance, nome giapponese Hepburn: Kūron Jenerikku Romansu, è una serie scritta e illustrata da Jun Mayuzuki e serializzata a partire dal 7 novembre 2019 sulla rivista Weekly Young Jump di Shueisha. In seguito la casa editrice giapponese ha riunito i singoli capitoli in volumi tankōbon a partire dal 19 febbraio 2020. Kowloon Generic Romance è stato nominato al Next Manga Award, al Manga Taisho e si è classificato terzo al Kono Manga Ga Sugoi.

Il primo dei cinque volumi della serie è stato pubblicato da J-POP in Italia il 15 settembre con allegato l’esclusiva “Cartolina da Kowloon”.

Kowloon deve rimanere un posto nostalgico. Le luci sempre sfarfallanti, i vicoli che puzzano di muffa, i vicini casinisti… Tutto ciò non ti ispira una nostalgia sconfinata? Penso che questa sensazione… Sia proprio come l’amore. E lo stesso vale per la gente che ci abita, sono tutti innamorati di Kowloon… Di questa Kowloon fatta di nostalgia. Per questo motivo la città non deve cambiare. Non ha bisogno di novità.

Kowloon Generic Romance 1: il sapore della nostalgia

Due sono le cose che subito ci appaiono fondamentali, leggendo Kowloon Generic Romance 1: la città la Città Murata di Kowloon, dove prende vita la storia di Kujirai e Kudo, e la nostalgia di qualcosa che non c’è più, di qualcosa che c’è ma che sta lentamente cambiando e la nostalgia di qualcosa che non ha ancora un nome ma che sta iniziando a riprendere la forma che aveva perduto chissà quando e chissà perché.

Jun Mayuzuki riporta in vita il mito della Città Murata di Kowloon, situata nell’estremo Oriente. Originariamente un forte militare della dinastia Qing, divenuta poi un’area residenziale, divenne un'enclave cinese dopo che i Nuovi Territori furono affidati al Regno Unito dalla Cina, escludendo la porzione fortificata. La città conobbe quindi un periodo di prosperità, con un aumento della popolazione a seguito dell'occupazione giapponese di Hong Kong durante la Seconda guerra mondiale.

Quando però fu sottoposta al controllo di alcune triadi locali, in altri termini alcune organizzazioni mafiose cinesi, aumentò il tasso di prostituzione, il gioco d’azzardo e l’uso di droga. La Città Murata di Kowloon divenne un paradiso per i criminali che vennero cacciati almeno in parte dalla Hong Kong Police Force solo negli anni Ottanta. Nonostante questo, la maggior parte dei residenti non era coinvolta in attività illecite e viveva pacificamente all'interno delle sue mura. Poiché però le condizioni di vita dei cittadini rimanevano molto indietro rispetto al resto di Hong Kong il governo decise per la demolizione della Città Murata di Kowloon che fu completata nel 1994.

Molte leggende sono nate intorno alla Città Murata di Kowloon, il cui mito venne utilizzato più volte nella cultura e nella letteratura. Attraverso Kowloon Generic Romance 1, Jun Mayuzuki riesce a portarci dentro la città, a farci conoscere la vita quotidiana dei suoi cittadini, spensierata, fatta di piccole cose, di gesti quotidiani e di usi che non svaniscono nel tempo. Ed è così che è fatta la vita di Kujirai e Kudo, i due protagonisti dell’opera, due agenti immobiliari che ogni giorno sembrano ripetere gli stessi gesti, avvolti nella calda e confortevole città, destinata, a un primo sguardo superficiale, a non mutare mai. Tutto sa di nostalgia: dai piccoli negozietti del centro, al ristorante dove Kudo è cliente abituale, persino lo stesso uomo sa di nostalgia, un tipo di nostalgia non malinconica, ma romantica, che sa scaldarti il cuore e farti sentire a casa.

Eppure non sempre le cose possono rimanere immutate. Tutto è destinato a evolversi e a cambiare. La stessa città di Kowloon sta puntando al futuro, per dare vita a una sorta di Terra Promessa in cui i cittadini possono realizzare i loro sogni. Persino la stessa Kujirai, giorno dopo giorno, scoprirà che ci sono delle cose che stanno cambiando, abitudini che prima non conosceva. In fondo, “quando migliora la vista inizi a vedere cose che prima non notavi.”

Kowloon Generic Romance 1: slice of life o qualcosa di più?

Il manga Kowloon Generic Romance 1 trasuda un’atmosfera malinconica e romantica, dove passato e futuro si mescolano in una simbiosi perfetta, in un presente ricco di segreti, che serba tra gli edifici ricchi di storia della Città Murata, un mistero, che aspetta solo di essere riportato alla luce.

Il manga si presenta a un primo impatto come uno slice of life: ciò che viene rappresentato è la bellezza della quotidianità, raccontata lentamente, attraverso un ritmo narrativo dolce e cadenzato. Kujirai e Kudo vivono appieno la vita ripetitiva e confortante della città, ne sono parte integrante e come loro, noi stessi veniamo catapulti all’interno di essa, attraverso i magnifici disegni di Jun Mayuzuki, che ci mostra la sua interpretazione di Kowloon, città che può essere interpretata come una metafora degli stessi protagonisti, così diversi, eppure così indiscernibilmente attratti l’uno dall’altra.

Abbiamo Kujirai, che nonostante viva una vita fatta di gesta sempre uguali, brama la novità, è alla costante ricerca di qualcosa di nuovo che faccia breccia nella sua quotidianità, fosse anche andare al lavoro con un nuovo paio di scarpe, oppure decidere all’improvviso di acquistare un pesce rosso e allevarlo. Accanto a lei c’è Kudo, il quale, al contrario, della città apprezza proprio questo suo essere sempre costantemente uguale a se stessa: lo stesso paesaggio, gli stessi edifici, le stesse persone, gli stessi rumori e gli stessi profumi. Ama i suoi usi e i suoi costumi. Ama il fatto che è una città che trasuda nostalgia. Ma da dove nasce questo sentimento? A cosa si riferisce veramente Kudo quando parla di nostalgia?

All’intero di una città in cui il tempo trascorre lento, abitudinale, piano piano qualcosa sta cambiando e lo stesso sta avvenendo dentro la stessa Kujirai che si ritrova sempre più attratta dal collega. L’autrice riesce in un modo così raffinato a rappresentare la nascita di questo sentimento attraverso primi piani, scene in cui non servono le parole per comprendere che cosa sta succedendo. C’è solo silenzio, ma carico di significati.

Kujirai sente di volere qualcosa in più. Non le basta quello che ha costruito con Kudo. Ma è proprio quando i due stanno per baciarsi che qualcosa si spezza e la donna inizia a dubitare dei suoi stessi ricordi e delle sue sensazioni. Perché c’è qualcosa che ha dimenticato, qualcosa che non dovrebbe esserci ma che è lì, pronto a venire alla luce. C’è un motivo per il quale, quando guarda Kudo, sente nascere in lei la nostalgia.

Kowloon Generic Romance 1 si conclude in modo inaspettato, lasciando nello spettatore una sensazione di vuoto, allontanando così il manga dall’essere etichettato come un semplice Slice of life. Cosa si nasconde nel passato di Kujirai? Che cosa le sta tenendo nascosto Kudo? Solo continuando a leggere il manga potremo ottenere le risposte a queste domande.