La fortezza di Alamut - Recensione

La fortezza di Alamut, edito da MS Edizioni, è il primo librogame della serie Misteri d'Oriente, che narra le imprese di un ex crociato in cerca della leggendaria città di Shangri-La, fonte della vita e della felicità eterne.

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a cura di Barbara Parutto

La fortezza di Alamut è il primo librogame della serie Misteri d'Oriente, che narra le imprese di un ex crociato in cerca della leggendaria città di Shangri-La, fonte della vita e della felicità eterne. Il suo percorso sarà irti di ostacoli e sfide, ma anche di mitiche avventure. La prima tappa del viaggio è la fortezza di Alamut, dove vive Hasan ibn as-Sabbah, l'unico in grado di dire al Prete Gianni come arrivare alla sua meta.

Dopo oltre trent'anni dalla prima pubblicazione in Italia, MS Edizioni presenta il primo capitolo delle avventure del Prete Gianni in una nuova edizione curata da Enrico Emiliani, che ha rivisitato il testo con ottimi risultati. Il libro è corredato da piacevoli illustrazioni interne in bianco e nero e da una splendida immagine di copertina che immerge immediatamente il lettore nell'ambientazione.

Tutto ebbe inizio....

La collana Misteri d'Oriente è stata pubblicata per la prima volta in italiano alla fine degli anni Ottanta riscuotendo grandi consensi tra gli appassionati del genere. All'epoca il primo volume si intitolava Il vecchio della montagna, anziché La fortezza di Alamut, e la serie era composta da cinque libri. Nel contesto di rinascita del mercato dei librigame degli ultimi anni, MS Edizioni ha deciso di rilanciare l'epopea del Prete Gianni con un'edizione riveduta che si presenta come un volumetto elegante e che si caratterizza per una qualità della scrittura molto buona e piacevole. Che l'abbiate giocata o meno nella vecchia versione, non potrete che apprezzarla!

Fra storia e leggenda

Le avventure del Prete Gianni fondono abilmente elementi fantasy e fiabeschi con elementi storici, a partire dal protagonista, che nel corso del tempo è stato identificato più volte con personaggi storici realmente esistiti. Quel che è certo è che la leggenda del Prete Gianni era nota già nel XII secolo e il personaggio fa la sua comparsa, seppur in vesti diverse, in numerosi poemi e opere, fra cui Il Milione di Marco Polo e L'Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Quello che invece è un personaggio storico realmente esistito è Hasan ibn as-Sabbah, il saggio della montagna di cui il protagonista va alla ricerca, che nell'XI secolo era a capo della setta degli Assassini, una setta ismaelita nota anche con il nome di Nizariti.

Nel corso delle sue avventure, il Prete Gianni esplora luoghi reali dell'oriente e incontra personaggi leggendari come Alì Babà. Si dice che potrebbe perfino trovare la magica lampada di Aladino...

La trama

La fortezza di Alamut narra della prima tappa del viaggio del Prete Gianni nelle magiche terre d'Oriente. L'uomo è un crociato che si reca in Terra Santa al servizio di Riccardo Cuor di Leone e si distingue per il proprio valore in battaglia. Nonostante si copra di onore e venga tenuto in grande considerazione dal re in persona, il suo animo è inquieto e al termine della crociata, anziché tornare in patria, decide di partire per un viaggio alla ricerca di Shangri-La, la città della felicità e della vita eterna. La prima tappa del suo viaggio, narrata in questo libro, è trovare Hasan ibn as-Sabbah, l'unico che possa svelargli la strada per Shangri-La, e che vive appunto nella fortezza di Alamut. Il viaggio non sarà facile; le scelte da affrontare sono molte, le difficoltà di un'impresa simile sono infinite, ma altrettanto lo sono le possibilità e le avventure che si aprono davanti al lettore!

Le capacità del Prete Gianni

Il Prete Gianni è un uomo forte, coraggioso e saggio, nonché dotato di una grande fede. È un crociato e si è più volte distinto in battaglia, pertanto è assai abile in combattimento con qualsiasi tipo di arma. Ma non è un semplice guerriero: è anche un uomo di Dio dotato di una fede incrollabile e di grande carisma. Per questo motivo, una volta nel corso dell'avventura potrete sfruttare su un singolo nemico il suo potere di conversione. In tal caso il nemico getterà le armi e si convertirà, evitandovi di doverlo combattere. Tuttavia, questa abilità si applica solo a umani o creature umanoidi e alcuni maghi o altri nemici molto potenti possono risultare immuni a questo potere.

In alcune situazioni, perfino la volontà divina interviene per aiutare il Prete Gianni nelle sue imprese: con un doppio 6 qualsiasi nemico viene ucciso immediatamente. È invece stata eliminata la regola, presente nella vecchia versione, per cui il giudizio divino poteva uccidere all'istante il valoroso crociato con un doppio uno ottenuto dall'avversario. Trattandosi di un'avventura abbastanza lunga, non sembrava giusto che il personaggio potesse essere ucciso da un singolo lancio di dadi.

Infine, essendo, uomo di grande cultura, il Prete Gianni ha conoscenze magiche e ciò gli consente di utilizzare pergamene e altri oggetti magici di cui entra in possesso nel corso dei suoi viaggi.

Cosa serve per giocare?

Per giocare servono due dadi da 6, una matita e una gomma. Ma se non ci sono dadi a disposizione, questa edizione riporta due dadi stampati nella parte superiore di ogni pagina destra, quindi  basterà aprire una pagina a caso per ottenere un lancio. In caso in cui si debba lanciare un dado solo, le regole specificano di guardare solo quello a destra. Ciò rende molto comodo giocare l'avventura ovunque, ad esempio durante un viaggio.

Regole di gioco

Le regole di gioco di La fortezza di Alamut sono molto semplici. Innanzi tutto è necessario stabilire un valore di Forza (6 + il lancio di 2 dadi) e di Vita (18 + il lancio di 2 dadi) per il personaggio. Dopodiché si lanciano 4 dadi per determinare la quantità di oro posseduta. A questo punto il Prete Gianni è pronto a partire per la prima tappa del suo lungo viaggio verso Shangri-La. Ha con sé una dotazione iniziale di armi, cibo e acqua e una bisaccia che può contenere un massimo di dieci oggetti (il pugnale e la spada li porta in vita e non occupano spazio nella bisaccia, il cibo invece sì).

L'unica particolare regola di gioco è lo svolgimento del combattimento, che è un po' diverso rispetto ad altri librigame, come ad esempio quelli di Lupo Solitario. In quelli, infatti, c'è una tabella che indica i danni inferti in base ai valori di attacco e in genere sia il protagonista che i nemici subiscono qualche danno. Qui invece i combattimenti sono un po' diversi: sia il Prete Gianni che il nemico lanciano due dadi il cui valore si somma alla loro forza di base. Solo chi ottiene il risultato più alto ferisce l'altro e il danno inflitto è pari alla differenza tra i due valori. Ciò significa che si possono infliggere e ricevere anche 8-10 danni in un colpo.

Alcune considerazioni

La modalità di combattimento di La fortezza di Alamut è un po' diversa da quella di altri librigame ed è molto dinamica. Se da un lato lascia più spazio all'alea del tiro di dado, è anche vero che rende i combattimenti vivaci e accaniti. In linea generale, tuttavia, un valore di forza iniziale molto basso, diciamo inferiore a 10, rende difficile sopravvivere ai nemici più forti. Mediamente un valore di forza iniziale di 13-14 offre buone possibilità di completare l'avventura. Si può decidere di ricreare il personaggio a ogni partita o di mantenerlo se si sono ottenuti valori soddisfacenti.

Il libro include 671 paragrafi e le possibili strade da seguire sono numerose. Non mancano false piste e instant-death, ma la grande varietà di scelte vi farà sicuramente venire voglia di rigiocare l'avventura più volte per sperimentare altre possibili opzioni.

Anche se si tratta del primo volume di una serie, La fortezza di Alamut può essere giocata anche singolarmente.

Conclusioni

La fortezza di Alamut è un librogame "vecchio stampo" con tutti gli elementi che hanno reso famosi questi prodotti nella loro epoca di massimo sviluppo. E' presente la scheda del personaggio per registrare la sua evoluzione e gestirne equipaggiamento e caratteristiche, sono presenti regole speciali per  effettuare azioni particolari e la storia si dipana a bivi in maniera sensata garantendo anche una certa rigiocabilità con una seconda o terza lettura nel caso siate fra gli appassionati che vogliono scoprire ogni dettaglio e dove porta ogni bivio della storia. La riedizione e l'editing sono di buon livello anche se la decisione di lasciare in un  prodotto moderno la presenza dei "vicoli ciechi" che possono concludere l'avventura in maniera brusca e senza possibilità di "parola" fanno percepire gli anni accumulati da Storie di Oriente e risultano una scelta editoriale decisamente "old style", elemento che si accompagna alle illustrazioni utilizzate che trasmettono - nel bene e nel male- una  decisa atmosfera vintage.