La torre dei ladri morti, recensione: quando D&D spinge sul cervello

La torre dei ladri morti è un'avventura per la quinta edizione del gdr più famoso del mondo dove usare il cervello aiuterà più della violenza

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a cura di Silvio Colombini

Edita da Kaizoku Press, La torre dei ladri morti è un’avventura per la quinta edizione del gioco di ruolo più famoso del mondo per 3-6 personaggi di livello incluso tra il primo e il quarto. Una inespugnabile torre solitaria che si apre ogni sette anni, il mito di un grandioso tesoro e la morte di tutti quelli che ci hanno provato prima di voi. Ecco gli ingredienti di una sfida pensata per essere affrontata usando più il cervello che il combattimento.

La torre dei ladri morti: il prodotto

La torre dei ladri morti si presenta come uno spillato di 32 pagine, ottimamente curato sotto il profilo editoriale: non abbiamo riscontrato un solo errore o refuso. Il lato estetico è invece piuttosto scarno: escluse le mappe necessarie a portare avanti l’avventura sono presenti due sole immagini. Quanto alle mappe non brillano particolarmente per livello artistico, prediligendo più l’aspetto funzionale. In tutta onestà, se in altri casi la cosa ci avrebbe un po’ deluso, capiamo la scelta; abbiamo qui un modulo da affrontare in una sessione (due se proprio dovesse andare male), che poi difficilmente riprenderemo più in mano: farcirla di illustrazioni sarebbe stato poco utile (e avrebbe probabilmente richiesto una maggior spesa).L’aspetto ergonomico è adatto al tipo di prodotto: il testo è scorrevole e mai inutilmente prolisso; sarà possibile giocare anche senza aver mai letto prima il contenuto delle singole pagine.

Andiamo ora ad analizzare quella che è la vera avventura; come già detto sarà necessario fare alcuni spoiler: se la cosa vi infastidisce, o se non siete il Dungeon Master, fermatevi qui!

L’antefatto

In un lontano passato, gli ultimi rappresentanti di un’antica razza di giganti riuscirono ad accumulare un potere di tale portata da farli ritenere sopra ogni cosa e ogni creatura, al punto da arrivare a sfidare gli dèi. Tuttavia il loro orgoglio li aveva resi ciechi alla realtà delle cose: nulla poterono contro le divinità che, per punirli, li rinchiusero in una torre, ammonendoli che nessun grande eroe sarebbe mai riuscito a liberarli. Nel corso dei secoli si perse memoria di questo evento, e le popolazioni che vennero in seguito svilupparono il credo che la torre fosse una sorta di scrigno magico, che solo il più abile dei ladri sarebbe stato in grado di “scassinare”. Come a confermare la cosa, ogni sette anni una porta si apre sulla cima della torre, invitando i più coraggiosi (o folli) a sfidare l’ignoto in cerca di fama e gloria. Finora tutti quelli che hanno provato hanno fallito. E non sono tornati per raccontarlo. I Personaggi, assunti dal capo della locale gilda dei ladri, sono gli ultimi in ordine cronologico che affronteranno la sfida.

Affrontare La torre dei ladri morti

Ve lo ricordiamo nuovamente: nelle prossime righe saranno presenti pesanti spoiler. Se non volete rovinarvi la sorpresa smettete di leggere!Entrare nel dettaglio delle singole stanze non servirebbe a molto per farsi un’idea dell’avventura che abbiamo tra le mani. Più corretto è andare a vedere alcune delle sue peculiarità e se riesca nell’intento che si propone. La prima cosa che va saputa è che quest’avventura sovverte, almeno in parte, le regole del gioco su cui si basa. Nello specifico, proprio per tenere fede all’anatema lanciato da chi volle la torre, i bonus di competenza dei Personaggi verranno alterati. Per la precisione questa modifica andrà a colpire principalmente (ma non solo) i ladri e le abilità a loro generalmente associate (come ad esempio Acrobazia, Furtività o Rapidità di mano): più il livello sarà basso più alto sarà il bonus di competenza “attivo” nella torre.

Un’altra è che l’avventura viene presentata come un dungeon “liberamente affrontabile” senza un percorso prestabilito. Vero e non vero. In effetti i giocatori potranno vagare liberamente per sei delle sette stanze presenti. Ma, all’atto pratico, c’è un solo percorso corretto da seguire. Attenzione: con corretto non intendiamo, almeno in questo caso, l’unico giusto, ma quello che permetterà di arrivare fino in fondo riducendo al minimo (anche a zero) eventuali scontri armati. Tuttavia l’avventura non mente ai giocatori: in apertura sarà presente una sorta di indovinello che illustrerà la giusta via da percorrere. Non solo: i più “scaltri” (o quelli con i giusti mezzi magici) otterranno anche informazioni su come superare agilmente le diverse prove lungo il cammino. Torneremo sulla cosa nelle considerazioni

L’avventura, ammesso di aver capito come muoversi, prosegue di fatto da una stanza all’altra, alla raccolta di oggetti che serviranno ad aprire l’ultima delle sette stanze e quelli necessari ad aggirare i guardiani di ciascuna di esse. Ed è qui che la faccenda assume il suo volto più cattivo: anche ad un passo dalla fine i Personaggi potrebbero trovare la morte o, al contrario, portare a casa grandi premi. Anche su questo torneremo a breve. Per completezza segnaliamo che, sebbene il grosso della storia si svolga all’interno della torre, la primissima parte del modulo prevede sfide e prove anche all’esterno. Non entriamo nel merito delle singole situazioni dato che a poco servirebbe conoscere i dettagli: basti sapere che alcune di queste potrebbero mettere già da subito la parola fine al tutto o innalzare di molto il livello della sfida.

Per chi è adatto

Trattandosi di un’avventura pensata per l'ultima edizione di D&D va da sé che La torre dei ladri morti è pensata principalmente per chi gioca all’ultima incarnazione del gioco di ruolo più famoso del mondo. In particolare, visto l’approccio peculiare, per coloro che antepongono un approccio di tipo riflessivo al combattimento tout court (che comunque non manca).Ancora: trattandosi di un avventura pensata per essere affrontata in una sola serata (al massimo due) La torre dei ladri morti è indicata per chi voglia qualcosa che non porti via molto tempo o, in alternativa, che possa essere integrata senza troppi sforzi (né deviazioni) in una campagna pre-esistente.

Considerazioni

Sono diverse le cose da andare ad analizzare in “La torre dei ladri morti”. Personalmente crediamo che la prima, e per certi versi la più importante, sia la valutazione della sfida offerta e se questa sia in linea con quanto promesso. E la risposta è: sì e no. Andiamo a spiegare. L’avventura, introducendo la variazione ai bonus di competenza di cui abbiamo parlato, tiene fede alla sua premessa: i Personaggi di alto livello qui avranno vita difficile e probabilmente breve. Ma allo stesso tempo quelli di rango uno (target dell’avventura) potrebbero trovarla fin troppo semplice: a fronte di diverse prove con una difficoltà che varia tra il 12 e il 15, partire con un bonus di partenza di +6 ( a cui aggiungere il modificatore di caratteristica) rende piuttosto difficile fallire. E senza il brivido del possibile fallimento l’avventura rischia di stagnare un po’.

L’altro grande fattore da considerare è il rischio di cadere nella ripetitività; di base “La torre dei ladri morti” prevede una reiterazione dello stesso ciclo di azioni: entrare in una stanza, affrontare o “aggirare” i guardiani, ottenere quanto necessario per superare i successivi e una delle chiavi per aprire la porta finale. Va detto che questa possibilità diventa più concreta nel caso di gruppi che, in contrasto allo spirito dell’avventura, preferiscono un approccio a “muso duro”. Per i Giocatori che, al contrario, non disdegnano un approccio più ragionato c’è invece abbastanza margine d’azione da diversificare le sfide offerte, valutare le opzioni a disposizione e decidere come affrontare il tutto.

C’è poi un elemento meccanico che ci ha un filo lasciati perplessi: alcuni degli elementi proposti andranno a influenzare i Personaggi in funzione dei loro Punti Esperienza. Il che vuol dire, prima di tutto, che questi debbano essere usati (quando ad oggi molti prediligono l’uso delle Milestones per i livelli) e in secondo luogo che tra i componenti del gruppo deve esserci una differenza nell’accumulo degli stessi. Cosa abbastanza difficile che avvenga.

L’ultima cosa che riteniamo vada valutata è proprio l’atto finale dell’avventura: la decisione che determinerà successo o fallimento definitivo. Senza entrare troppo nei dettagli, dopo aver affrontato tutte le prove ai Personaggi sarà posta di fronte un’ultima, letale sfida. Ma a differenza di quanto visto fino a qui l’esito sarà essenzialmente in mano ai Giocatori e non ai loro alter ego di fantasia: se lungo il “viaggio” saranno stati capaci di cogliere gli indizi è probabile che ne escano vittoriosi. E, va detto, non è sicuro che tutti i giocatori possano apprezzare questo tipo di approccio.

Conclusione

Nel complesso La torre dei ladri morti è una discreta avventura: pur non essendo il classico esempio di “pietra miliare", in grado di essere ricordata anche anni dopo essere stata giocata, riesce a fornire diversi momenti di gioco che possono regalare un’interessante serata di gioco. Chiaramente pensata per essere affrontata in una one-shot, può essere spezzata in due senza problemi. La sua natura “agnostica” la rende facilmente inseribile, con poche (o nessuna) modifiche, tanto in una campagna già in corso quanto in una qualsiasi ambientazione.

Unico rischio concreto è che possa risultare un filo ripetitiva: qui la vera discriminante sarà la natura del gruppo di giocatori. Chi predilige un approccio basato sul combattimento qui potrebbe presto stancarsi, se invece non si disdegna l’uso della materia grigia e approcci non convenzionali si potrà godere maggiormente della sfida proposta.