L'uomo che cadde sulla Terra: la storia del celebre film con David Bowie

L'uomo che cadde sulla Terra è un film di fantascienza britannico del 1976. A distanza di 45 anni, scopriamone insieme la realizzazione e alcune curiosità.

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a cura di Giovanni Arestia

L'uomo che cadde sulla Terra è un film di fantascienza britannico diretto da Nicolas Roeg e scritto da Paul Mayersberg che prende spunto dall'omonimo romanzo del 1963 scritto da Walter Tevis. Il film segue un extraterrestre che si schianta sulla Terra alla ricerca di un modo per spedire l'acqua al suo pianeta, che soffre di una grave siccità, ma si trova in balia degli umani con tutti i loro vizi e la forte corruzione. Tra gli interpreti principali ricordiamo David Bowie, Candy Clark, Buck Henry e Rip Torn. L'uomo che cadde sulla Terra è diventato in breve tempo un'opera cult nella storia del cinema, vincendo anche un Saturn Awards per il Miglior Attore a David Bowie. Il film è famoso anche per il suo uso di immagini surreali e il primo ruolo da protagonista proprio di Bowie nei panni dell'alieno Thomas Jerome Newton. Considerato un'importante opera del cinema di fantascienza e uno dei migliori film della carriera di Roeg, la pellicola arrivò nei cinema italiani l'8 aprile 1976 e, a distanza di 45 anni, scopriamone insieme la realizzazione e alcune curiosità.

La fase produttiva

La produzione della pellicola ebbe inizio dopo che la Paramount Pictures distribuì il film precedente di Roeg, A Venezia... un dicembre rosso shocking (Don't Look Now) del 1973. Grazie al suo successo, la casa di produzione accettò di pagare 1,5 milioni di dollari per i diritti d'autore del nuovo progetto negli Stati Uniti. I produttori Michael Deeley e Barry Spikings utilizzarono questa garanzia per raccogliere fondi per realizzare il film. Le riprese iniziarono il 6 luglio 1975 principalmente nel New Mexico ed esattamente ad Albuquerque, a White Sands, ad Artesia e a Fenton Lake.

La produzione del film doveva durare undici settimane, ma per l'intera durata delle riprese la troupe ha dovuto fare i conti con una serie di ostacoli: Bowie rimase fermo per alcuni giorni dopo aver bevuto latte avariato; quando tutto sembrava essersi ripreso le telecamere a pellicola si sono bloccate; durante alcune riprese nel deserto, l'intera squadra di produzione ha dovuto fare i conti con un gruppo di Hells Angels (un club motociclistico considerato un'organizzazione criminale dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America) che si era accampato nelle loro vicinanze e, come se non bastasse, dovettero attendere anche l'astronauta James Lovell, reduce dal naufragio della missione Apollo 13, per interpretare se stesso in un cameo.

A tutto questo si aggiungeva il fatto che Bowie facesse uso costante di cocaina durante la produzione del film, portandolo ad avere uno stato d'animo fragile quando erano in corso le riprese, tanto che nel 1983 affermò:

"Sono molto contento di aver fatto quel film, ma non so davvero cosa stavo facendo perché il mio unico ricordo istantaneo di quel film è che dovevo recitare qualcosa di finto. Il solo fatto di essere me era perfettamente adeguato per il ruolo. Non ero di questa terra in quel particolare momento. Ho semplicemente messo in mostra il mio vero io e come ero in quel momento. È stata la mia prima volta. Ero praticamente ignorante e non sapevo come si recitasse in un film, quindi andavo molto per istinto, e il mio istinto era piuttosto dissipato. Imparavo le battute velocemente e le eseguivo come mi sentivo di farlo. È stata una performance abbastanza naturale, una bella esibizione di qualcuno che cade letteralmente a pezzi davanti a te. Ero totalmente insicuro con circa 10 grammi di cocaina al giorno dentro di me. Ero sbalordito dall'inizio alla fine."

Nonostante ciò, Bowie e Roeg hanno sempre avuto un buon rapporto sul set. Lo stesso Duca Bianco, nel 1992, dichiarò che il regista sapeva già che lui avrebbe soddisfatto le sue richieste proprio perché lo stesso attore era sempre molto desideroso di accontentare ogni cosa. Era anche disposto a rimanere sveglio per nottate intere proprio per imparare nei minimi dettagli la parte che avrebbe dovuto recitare il giorno seguente.

Il ruolo di Bowie nel film lo ha portato ad essere scelto come Nikola Tesla in The Prestige con il regista Christopher Nolan che ha affermato:

"Tesla era questa figura ultraterrena, in anticipo sui tempi, e ad un certo punto mi è venuto in mente che era l'uomo di L'uomo che cadde sulla Terra. Essendo uno tra i più grandi fan di Bowie al mondo, una volta stabilito quel collegamento, sembrava essere l'unico attore in grado di interpretare la parte."

Il particolare stile visivo e narrativo

L'uomo che cadde sulla Terra divenne memorabile anche per non essere mai legato ai codici visivi convenzionali, distinguendosi soprattutto per il linguaggio fotografico molto sobrio, che accompagnava con colori e contrasti pregnanti i significati di dolore e di speranza dell'azione e dei dialoghi. Si trattava di un'estetica fotografica ricercata e all'avanguardia che si rafforzava grazie alla professione “tecnica” del regista che aveva seguito negli anni precedenti. Grazie a ciò riuscì a fondersi con lo stile narrativo voluto dalla sceneggiatura, rimanendo essenziale nella composizione, paradossalmente invisibile. Predominavano i toni scuri della tristezza, della paura, del mistero, e anche la passione erotica emergeva grazie a colori stinti, come a voler ribadire l'ingombrante presagio di morte. Tutto questo era definito anche dagli eccentrici abiti del protagonista che venivano scelti meticolosamente dallo stesso David Bowie.

Il film risultò subito sconcertante per lo spettatore poiché distruggeva totalmente la logica cartesiana essendo pieno di lacune narrative, cambi di direzione labirintici e capovolgimenti temporali che il pubblico doveva colmare con l'immaginazione facendo leva su situazioni accennate, ma non sviluppate. L'effetto d'insieme del film sembrava fuggire dalle intenzioni originali della produzione, andando in direzioni differenti che solo il pubblico più colto poteva cogliere. L'uomo che cadde sulla Terra può infatti essere interpretato in due modi: come la storia di un extraterrestre che diventa ricchissimo e potentissimo vendendo all'industria gli stupendi segreti tecnologici della sua lontana civiltà, oppure come una parabola con risonanze cristologiche, suggestioni di una seconda “discesa sulla Terra” e di un secondo martirio.

Secondo Michael Deeley, quando Barry Diller della Paramount Pictures ha visto il film finito, si è rifiutato di pagarlo, sostenendo che era diverso dall'opera che lo studio voleva. Addirittura la British Lion citò in giudizio la Paramount ricevendo un piccolo accordo economico. Nonostante ciò, il film ottenne una ridotta uscita negli Stati Uniti attraverso Cinema V in cambio di 850.000 dollari e grazie alle successive vendite estere il budget del film venne leggermente recuperato. Recentemente, esattamente nel 2016, il film è stato rimasterizzato digitalmente in risoluzione 4K per il suo 40° anniversario (arrivato poco prima della morte di Bowie). Questa versione rimasterizzata è stata presentata in anteprima al BFI Southbank prima di essere pubblicato nei cinema di tutto il Regno Unito, e non solo, il 9 settembre dello stesso anno.

Colonna sonora: tra litigi e problemi produttivi

Per quanto riguarda la colonna sonora, è importante aprire una parentesi perché, contrariamente da quanto possiate immaginare, non è stata realizzata da Bowie. Sebbene Bowie sia stato inizialmente contattato produzione degli arrangiamenti per le canzoni del film, le controversie contrattuali durante la produzione lo hanno costretto a ritirarsi da questo aspetto del progetto. Bowie, infatti, aveva scritto con Paul Buckmaster una colonna sonora per il film che non piacque al regista e fu scartata. L'artista inglese si infuriò per il rifiuto e a fine anno licenziò il proprio manager Michael Lippman, ritenendolo colpevole di non aver convinto Roeg a usare la sua musica. In realtà il rifiuto arrivò dopo che venne scoperto che il suo stile troppo sperimentale era dovuto all'assunzione di cocaina.

La musica usata nel film è stata, quindi, coordinata da John Phillips, ex leader del gruppo pop The Mamas & the Papas, con il contributo personale di Phillips e del compositore-percussionista giapponese Stomu Yamashta. Phillips si fece anche aiutare dall'ex chitarrista dei Rolling Stones Mick Taylor per aiutarlo a sviluppare le idee per l'arrangiamento della colonna sonora. A causa di una disputa creativa e contrattuale tra Roeg e lo studio di produzione (CTS Lansdowne Recording Studios) non venne pubblicata alcuna colonna sonora ufficiale per il film, anche se l'edizione tascabile del romanzo pubblicata da Pan Books nel 1976, necessaria per celebrare l'uscita del film, affermava, sul retro di copertina, che la colonna sonora era disponibile tramite la concorrente RCA Records. La colonna sonora coverizzata e rimasterizzata è stata pubblicata su CD e LP solo nel 2016 in concomitanza proprio con il quarantesimo anniversario del film.

David Bowie come Walter Trevis

Dato che il film è tratto dall'omonimo romanzo di Walter Tevis crediamo sia necessario aprire una parentesi riguardo alla curiosa vita dello scrittore. Stiamo innanzitutto parlando di uno dei più grandi nomi della letteratura americana del Novecento che, però, nonostante la grande diffusione delle sue opere, resta ancora molto misterioso. Tanto è il successo che dai suoi romanzi sono stati realizzati film di successo tra cui Lo Spaccone (R. Rossen, 1961), Il colore dei soldi (M. Scorsese, 1986), il sopracitato L’uomo che cadde sulla terra (lo stesso romanzo è stato successivamente adattato come film per la televisione nel 1987) e una "piccola sorpresa" che vi citiamo a fine articolo.

Era celebre per essere un uomo schivo e solitario che ha sempre utilizzato ritratti di se stesso come metafora di condizioni esistenziali proprie dell'uomo moderno: l’alieno Newton de L'uomo che cadde sulla terra, ad esempio, gli somiglia moltissimo nei tratti fisici, nel carattere, nella dipendenza dall’alcool, nel rapporto doloroso con gli ospedali e i ferri chirurgici e nei mutamenti interiori che lentamente lo deteriorano. I titoli dei capitoli interni, inoltre, citano Icaro ovvero la storia di una rapida ascesa e di una inesorabile caduta che richiamano sia la sua vita che l'intera società ritenuta malata profondamente.

Per salvarsi dall’autodistruzione gli uomini hanno bisogno di una dittatura illuminata, per sopravvivere alla quotidianità, anche per il più colto e raffinato di loro è necessario l’offuscamento della coscienza tramite l’alcool, come a dire che le condizioni sociali hanno un ruolo guida nelle nostre trasformazioni interne, e che un ambiente negativo corrompe anche i migliori, se incapaci di difesa. L’avventura, senza gli strumenti giusti per affrontare la missione, anziché formare può rovinare, e rivelarsi fatale. Tenendo conto di ciò non si può negare che David Bowie fu il personaggio perfetto per interpretare il protagonista. A proposito della "piccola sorpresa": Walter Trevis è lo stesso autore del romanzo La Regina degli scacchi che ha ispirato la recente serie televisiva Netflix di grande successo che ha vinto ben due Golden Globe 2021 tra cui Miglior miniserie e Miglior attrice in una miniserie o film per la televisione ad Anya Taylor-Joy.

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