One Piece 1069: svelata l'origine dei Frutti del Diavolo

Eiichiro Oda rivela dettagli inediti circa i Frutti del Diavolo all'interno del Capitolo 1069 di One Piece.

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a cura di Roberto Strignano

Il Capitolo 1069 di One Piece, disponibile per la lettura su MANGA Plus, ha rivelato l'origine dei Frutti del Diavolo, componente fondante dell'opera scritta da Eiichiro Oda, tuttavia, dopo due decadi, ancora avvolta nell'ombra del mistero.

One Piece 1069: svelata l'origine dei Frutti del Diavolo

Ciò che abbiamo sempre saputo circa i Frutti del Diavolo riguardava il potere sovrannaturale che conferiva ai possessori. Le tipologie su cui si basa tale potere si dividono: Rogia, Paramisha e Zoo Zoo. Il primo permette di assumere elementi della natura, il secondo conferisce caratteristiche fisiche anomali e il terzo di assumere sembianze di animali  (quest'ultimo si ramifica, in più, in stadi parziali, ibridi e pienamente risvegliati). Effetto collaterale di tale potere è la totale mancanza di riuscire a nuotare sott'acqua o, quantomeno, di saper galleggiare su di essa. Paradossale se consideriamo che il mondo ideato dal maestro giapponese si basa per l'appunto in vasti mari abitati da pirati assetati di fama e potere.

ATTENZIONE: L'ARTICOLO PRESENTA SPOILER

Ebbene all'interno del più recente capitolo del manga, al momento ambientato in quel dell'isola della scienza "Egghead", i pirati di Cappello di Paglia stanno finalmente ricevendo nuove informazioni, fra cui le dinamiche legate al Secolo Vuoto. Si tratta di dettagli fondamentali dell'opera e l'uomo che le sta svelando è Vegapunk, lo scienziato degli scienziati (tanto è vero che il suo design è fortemente ispirato ad Albert Einstein) al soldo, ma non ancora per molto, del Governo Mondiale.

All'interno dell'isola si sono palesati i componenti del CP0, capitanati dal famoso Rob Lucci, intenti a gestire la pratica Vegapunk per far si che il genio non riveli le informazioni sulla storia volontariamente nascosta dal Governo Mondiale per motivazioni al momento non note, ma a far da contraccolpo all'uomo-leopardo ci pensa, come un segno del destino, lo stesso Rufy. Viene alla luce, quindi, un emozionante rematch che porta alla mente lo storico scontro presso Enies Lobby.

Mentre affronta Lucci forte del potere Zoo-Zoo risvegliato, Rufy esegue la trasformazione in Gear 5 (raggiunta in seguito al precedente duello contro Kaido sull'isola di Wano), ma Vegapunk incredibilmente sembra non conoscere il Frutto del Diavolo "Gomu Gomu", poichè non è presente neanche nella più antica enciclopedia dedicata ai poteri.

Piuttosto, Vegapunk dichiara che le sembianze generate dal nuovo potere sono identiche a quelle di una divinità narrata da fonti antichissime, ovvero a Nika, il Dio del Sole e guerriero della liberazione che porta il sorriso su tutti i volti.

Collegandosi a questo mistero legato al potere di Rufy, Vegapunk asserisce che tutti vivono desiderando la libertà e, soprattutto, con una speranza, come i Frutti del Diavolo. Il senso di questa affermazione conduce lo scienziato a precisare che i Frutti del Diavolo rappresentano l'esito dell'evoluzione della razza umana che qualcuno ha desiderato e tutti i poteri sono, in altre parole, sentieri diversi del futuro che il genere umano può intraprendere.

Lo scienziato aggiunge che coloro i quali possiedono il potere del frutto vivono in un'altra dimensione sognata da qualcuno molto prima che esistessero. Sostanzialmente, Vegapunk sta parlando di un'entità superiore, ma per riportare tutto ad uno stato tangibile delle cose ripara dicendo che questa è semplicemente una sua teoria, una sua congettura, che lo porta a considerare il mondo un luogo fantastico.

Relativamente alla condizione di non poter vivere in mare, lo scienziato spiega che coloro i quali hanno incamerato il potere si sono inimicati la madre della natura, ovvero, appunto, l'oceano. Il mare, luogo primario dei pirati, considera peccato la condizione di stato innaturale che regala il Frutto del Diavolo.

One Piece è edito in Italia da Star Comics. Invitiamo a cliccare qui per recuperare il più recente volume pubblicato.