Pandemic Legacy:Season 0: la recensione

Pandemic Legacy: Season 0 è un gioco cooperativo in cui i giocatori saranno delle spie che dovranno opporsi allo sviluppo di un’arma biologica sovietica.

Avatar di Davide Vincenzi

a cura di Davide Vincenzi

Pandemic Legacy: Season 0, edito da Z-Man Games e pubblicato nel nostro Paese da Asmodee Italia, è un gioco da tavolo cooperativo di tipologia legacy per un numero compreso tra due e quattro giocatori dai quattordici anni in su, che appartiene alla celeberrima serie di successo Pandemic e nella fattispecie è il terzo prodotto di questo brand a essere uscito sul mercato con formula legacy. Non è necessario possedere o aver giocato alle due stagioni precedenti per potersi approcciare a Pandemic Legacy: Season 0; questo prodotto è un titolo a sé.

Pandemic Legacy: Season 0

Ambientato all’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, in Pandemic Legacy: Season 0 i giocatori impersoneranno degli esperti di medicina, addestrati come spie dalla CIA, che dovranno raccogliere informazioni sullo sviluppo di un’arma biologica da parte dell’Unione Sovietica ed eventualmente fermarlo prima del suo completamento. Nell’arco di una campagna che si svilupperà nel corso di dodici mesi, i giocatori dovranno collaborare per portare a termine gli obiettivi delle varie missioni, in un’emozionante lotta contro il tempo. Gli eventuali successi e i fallimenti avranno un impatto sulle missioni future.

Nota bene: questa recensione di Pandemic Legacy: Season 0 è per quanto più possibile priva di spoiler. Gli unici dettagli di gioco o storia menzionati saranno quelli relativi al prologo, una partita di partenza ripetibile infinite volte, che funge da tutorial del gioco e da prologo, appunto, alla vicenda narrata poi nel gioco legacy vero e proprio.

Pandemic, breve storia editoriale

Uscito originariamente in Italia con il titolo tradotto di Pandemia, il gioco Pandemic originale uscito sul mercato nel 2008, fu subito un enorme successo di pubblico e critica, grazie a un game design decisamente di livello e in grado di riflettere perfettamente il tema di una pandemia globale di quattro virulentissime malattie e della corsa contro il tempo per cercare di arginarle e curarle.

Il successo fu tale da spingere la creazione di tutta una serie di espansioni (Sull'Orlo dell'Abisso -2009, In Laboratorio – 2013, Stato di Emergenza – 2015) che apportano al gioco base nuove regole e nuovi componenti di gioco, di scenari scaricabili gratuitamente dal web (Isolation, Government Shutdown – 2017) e di giochi spinoff, oltre a un’edizione speciale per celebrare il decimo anniversario dalla nascita di Pandemic.

Gli spinoff

Gli spinoff della serie Pandemic sono giochi a sé, non compatibili con il gioco originale, che in qualche modo riprendono il tema centrale e/o le meccaniche di base di Pandemic, introducendo nuovi contesti e nuove situazioni.

Pandemia - La Cura (2014) è un gioco basato sul lancio dei dadi che riprende il tema del gioco base, ha goduto anche di un’espansione, Experimental Meds (2016), che non è stata tradotta in italiano. Pandemic: Contagion (2014) è invece un gioco di carte competitivo che pone i giocatori nel ruolo delle malattie. Lo scopo del gioco è sradicare la razza umana diffondendo le infezioni. Pandemic: Il Regno di Cthulhu (2016) è un titolo che riprende le meccaniche del gioco base ma sposta l’ambientazione verso uno scenario horror lovecraftiano. In questa versione di Pandemic, i giocatori combattono contro dei cultisti, per impedire l'evocazione del Grande Antico Cthulhu.

Pandemic Survival, invece, non è un singolo gioco, ma piuttosto una serie di giochi storici a sé incentrati su di una zona ben precisa anziché sull'intero globo. Di questa serie fanno parte:

  • Pandemic: Iberia (2016), ambientato nella penisola iberica del 1848, introduce nuove meccaniche e quattro malattie reali e storiche: malaria, tifo, febbre gialla e colera.
  • Pandemic: Alta Marea (2017), ambientato nei Paesi Bassi, vede i giocatori collaborare per prevenire le inondazioni del paese a causa dell’innalzamento delle acque.
  • Pandemic: La Caduta di Roma (2018) porta i giocatori ai tempi dell’antica Roma, durante il periodo delle invasioni barbariche. I giocatori devono reclutare eserciti, fortificare città, stringere alleanze e trovare la pace con i popoli vicini.

Con Pandemic: Reazione Rapida ci si trova davanti a un gioco cooperativo in tempo reale in cui i giocatori assumono il ruolo di un team internazionale di risposta alle crisi incaricato di fornire forniture essenziali alle città colpite da disastri naturali. Infine, Pandemic Zona Rossa Nord America  vede i giocatori assumere il ruolo di un'unità di controllo delle malattie che deve scoprire la cura per tre malattie mortali in Nord America.

Pandemic e il sistema di gioco legacy

Pur facendo parte degli spinoff, la serie di giochi di Pandemic Legacy merita un capitolo a sé, per l’impatto che ha avuto sull’universo di Pandemic e sul mercato del gioco da tavolo stesso. Ma che cos’è un gioco “legacy”?

Quello del legacy è un sistema di gioco nel quale le scelte operate dai giocatori e i risultati delle loro azioni sono del tutto irreversibili. Ciò comporta che se un certo componente del titolo dovesse essere eliminato dal gioco, si dovrà procedere ad eliminarlo fisicamente, oppure se a seguito di una situazione di gioco il tabellone dovesse subire una modifica, si dovrà applicare un adesivo su di esso che riporti la modifica stessa. Allo stesso modo, anche i personaggi subiranno modifiche permanenti alle proprie schede, con l’applicazione di adesivi o la rimozione di alcuni elementi.

Tutto ciò farà si che la storia raccontata dal gioco con il proseguire delle partite, come fossero i capitoli di un romanzo, non sarà resettabile, che nuove regole e nuove componenti di gioco possano fare la loro comparsa e che una volta effettuata una scelta non si potrà più tornare indientro. Terminati quindi tutti i capitoli della storia, non sarà più possibile intraprendere una nuova campagna, il gioco non potrà che essere del tutto accantonato o gettato via.

Pandemic Legacy

Il Pandemic originale è stato un successo grazie a una molteplicità di fattori, tutti legati alle meccaniche di gioco e alla sua natura vagamente simulazionista. Ma per certi versi il gioco risultava essere anche piuttosto generico, quasi astratto: le malattie sono cubetti colorati, i ruoli dei personaggi e il mondo in cui si muovevano sono poco più di anonimi pezzi di carta.

Pandemic Legacy ha cambiato le cose. Grazie al tratto di una penna e un libretto di adesivi, i personaggi sono diventati persone, con nomi, storie e il rischio di poter soffrire e persino soccombere, permanentemente. Ciò ha donato ai giocatori una sensazione di drammaticità, legata alle scelte compiute, decisamente maggiore rispetto a un sistema tradizionale di gioco. Scegliere tra A e B, non sarà più una cosa fatta a cuor leggero. In Pandemic Legacy, vincere non è più sufficiente, ora diventa importante anche il come, dato che alcune conseguenze non possono più essere spazzate via.

Pandemic Legacy: Season 1 (2015) è una versione legacy del gioco base, a cui è stata aggiunta una trama continua e degli effetti permanenti. Pandemic Legacy: Season 2 (2017), invece, inizia a stravolgere le carte in tavola, ambientando la storia settant’anni nel futuro dopo il finale della Season 1, vede i giocatori dover anticipare la diffusione del virus e vede l’inserimento di nuove, interessanti meccaniche.

Pandemic Legacy: Season 0, l’ambientazione

Pandemic Legacy: Season 0 rappresenta il culmine della serie Pandemic Legacy, sia narrativamente che a livello di meccaniche e porta la serie in un'altra nuova direzione. Pandemic Legacy: Season 0 è di fatto il prequel a quanto sarà narrato poi nelle due stagioni successive e, come abbiamo già enunciato in apertura di articolo, non è assolutamente necessario aver giocato o possedere Season 1 e 2 per poter godere di questo prodotto, che è in tutto e per tutto un titolo a sé.

Il gioco si svolge lungo i dodici mesi dell’anno 1962, sebbene il prologo sia ambientato nel dicembre dell’anno precedente. Siamo all'apice della Guerra Fredda e i personaggi dei giocatori sono studenti di medicina freschi di laurea, che vengono reclutati e addestrati dalla CIA, per essere quindi impiegati in una missione della massima importanza: trovare ogni informazione possibile su di un’arma biologica segreta sovietica, nome in codice Progetto MEDUSA, prima che venga rilasciata - deliberatamente o meno - sul globo terrestre.

Oltre a ciò, i giocatori hanno anche un obiettivo secondario: rintracciare l’agente Sabik, uno degli uomini migliori della CIA, che è stato catturato dai sovietici ma che pare sia riuscito a fuggire. Ma è fuggito o è stato lasciato andare? Ha scoperto qualcosa sul Progetto Medusa? Ci si può fidare o è passato al nemico? Sono tutte domande che i giocatori dovranno porsi.

Pandemic Legacy: Season 0, il mondo di gioco

Chi è già avvezzo al sistema di gioco di Pandemic, con Pandemic Legacy: Season 0 si sentirà a casa. Le meccaniche di base tipiche della serie, infatti, saranno ben visibili, ma risulterà chiaro fin da subito come siano state sapientemente rimodellate per adattarsi al tema del gioco e alla sua ambientazione.

I giocatori, infatti, non avranno a che fare con la diffusione delle malattie e relativi cubi, ma con agenti segreti sovietici che tengono d’occhio le città di tutto il mondo, efficacemente rappresentati da delle piccole miniature in plastica rossa dalle fattezze di persone in trench, cappello e con valigetta ventiquattrore. Il tabellone di gioco è un planisfero suddiviso in diverse aree geografiche (America del Nord, America del Sud, Europa, Asia, Africa e Anello del Pacifico) che contengono alcune tra le più importanti città della regione in questione. Queste città saranno allineate a una delle due fazioni in gioco, Alleati (NATO) e Sovietici (Patto di Varsavia), oppure saranno del tutto Neutrali.

Uno, nessuno e centomila: gli Alias

Questa divisione del mondo in fazioni si ripercuote anche sui personaggi. Come ogni buona spia che si rispetti, infatti, questi saranno muniti di tre Alias, uno da usarsi nelle città alleate, uno per le città neutrali e uno per quelle sovietiche. Questi Alias saranno riportati su una delle componenti di gioco più efficacemente ispirate e che rende alla perfezione il tema trattato e che ha anche una valenza decisamente importante a livello di gameplay: il passaporto dei personaggi.

Presente in quattro copie, una per personaggio, il passaporto contiene al suo interno tre sezioni, una per ogni Alias del personaggio. I giocatori dovranno quindi personalizzare ciascun Alias del proprio personaggio, applicando nell’apposito spazio un adesivo rappresentate il volto del proprio alter ego che potrà essere poi arricchito da tutta una serie di altri adesivi rappresentanti acconciature, barbe, baffi e accessori.

Dal punto di vista delle meccaniche di gioco, gli Alias offrono ai giocatori diversi vantaggi a seconda degli adesivi delle abilità uniche applicate su di essi, dell'attuale alleanza a cui l’Alias si riferisce e in combinazione con le richieste dei diversi obiettivi di ogni missione mensile. A inizio gioco, nel mese di gennaio, ogni giocatore potrà creare solamente l’Alias della fazione alleata; gli altri due documenti falsi entreranno in gioco più avanti, con il dipanarsi della storia.

La dura vita della spia

Gli Alias, però, non sono immutabili, anzi! Al termine di ogni partita, la squadra dei giocatori otterrà dei finanziamenti, che potranno essere spesi, tra le altre cose, per comprare dei supporti che li aiutino nelle missioni successive. Inoltre, con lo svilupparsi del gioco, potrebbero ottenere nuove abilità e addirittura degli svantaggi. Per non parlare dell’avere la copertura totalmente bruciata.

Alcune città, infatti, hanno un livello di sorveglianza, rappresentato dall’icona di uno o più occhi, che potrà mutare durante la campagna. Se all’inizio del proprio turno un personaggio dovesse essere in una città con un livello di sorveglianza e non dovesse esservi presente una casa sicura, il giocatore dovrà grattare una o più caselle argentate presenti sulla pagina dell’Alias in uso e subire il risultato dato da un’eventuale icona presente sotto di esse. Se a causa di ciò l’Alias dovesse essere bruciato, il giocatore non potrà più farvi affidamento e dovrà quindi utilizzare uno dei due rimasti.

Pandemic Legacy: Season 0, un gioco guidato dalle carte

Come per il Pandemic originale, anche Pandemic Legacy: Season 0 è un gioco da tavolo in cui sono le carte pescate da alcuni mazzi a dettare il passo della partita.

Tre sono i mazzi di carte fondamentali con cui si avrà a che fare:

  • Il mazzo legacy, fa un po’ le veci del narratore, non deve essere assolutamente mischiato e girandone le carte si scopriranno le istruzioni da seguire per preparare una partita e quali saranno gli obiettivi da conseguire.
  • Il mazzo dei giocatori, va a formare la mano dei giocatori e rappresenta le loro risorse. Le carte mostrano ciascuna una delle città presenti sul tabellone, scartando una o più carte della città, della sua affiliazione o della zona geografica in cui ci si trova, sarà possibile effettuare numerose azioni, come costruire case sicure, mettere insieme delle squadre di agenti, scoprire una città bersaglio ignota e così via. Il mazzo dei giocatori contiene anche delle carte Evento, giocabili in qualsiasi momento, anche fuori dal proprio turno, e delle carte Escalation, distribuite in modo piuttosto equo all’interno del mazzo, che faranno aumentare il livello di minaccia della partita, faranno arrivare altri agenti e rimetteranno in gioco le carte minaccia che erano già state scartate.
  • Il mazzo delle minacce, è anch’esso formato da carte indicanti le varie città. Alla fine del proprio turno il giocatore dovrà pescare un numero di carte pari a quanto indicato dall’attuale livello di minaccia e posizionare un agente sovietico sulla città corrispondente. Qualora dovessero esserci già tre agenti sulla città, accadrà un incidente. Si dovrà quindi pescare una carta da sotto il mazzo delle minacce, ignorare la città rappresentata e svolgere invece quanto indicato dal testo Ciò potrebbe far schierare ulteriori agenti, con il rischio di causare altri incidenti, far aumentare la sorveglianza di una città e così via. Insomma, solo cose brutte!

Esiste poi un quarto mazzo, il mazzo delle operazioni, che però entrerà in gioco durante la campagna, fornendo ulteriori indicazioni.

Le squadre

Un’altra grande novità presente nelle meccaniche di Pandemic Legacy: Season 0 è rappresentata dalle squadre di agenti alleati. Queste squadre vengono create scartando un certo numero di carte corrispondenti alla fazione a cui è affiliata la città (un po’ come quando si crea una cura in Pandemic) in cui ci si trova e sono rappresentate dalla miniatura di un furgone su cui è riportato il simbolo della fazione della città in cui è stata creata.

Le squadre, una volta create, potranno essere comandate dai giocatori, che potranno spostarle di città in città, usarle per eliminare tutti gli agenti sovietici in una città affiliata alla fazione corrispondente a quella riportata sul furgone e saranno fondamentali per risolvere gli obiettivi. Le squadre rivestono dunque un ruolo estremamente strategico, in grado di fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta.

Il turno di gioco

Durante il proprio turno di gioco, il giocatore dovrà svolgere i seguenti punti:

  • Controllare la sorveglianza della città in cui si trova ed eventualmente grattare tante caselle argentate sulla pagina del passaporto dell’Alias in uso, quanto è il livello di sorveglianza della città.
  • Svolgere le azioni. Nel proprio turno un giocatore può svolgere fino a quattro azioni ed è possibile scegliere anche un’azione già utilizzata. Le azioni disponibili sono: spostarsi in una città collegata a quella in cui ci si trova, volare fino a un’altra città sul tabellone (seguendo alcune regole ad hoc), neutralizzare un agente sovietico, condividere delle carte con i giocatori nella stessa città, costruire una casa sicura, identificare una città bersaglio, assemblare una squadra, guidare una squadra, acquisire bersaglio.
  • Ripullire. Il giocatore rimuove tutti gli agenti in ogni città con una squadra con il simbolo della fazione corrispondente a quella della città in cui la squadra si trova.
  • Pescare due carte e scartare quelle in eccesso. Normalmente il limite di mano è di sette carte.
  • Pescare le carte minaccia in numero pari a quanto riportato dal livello di minaccia e svolgerne gli effetti.

Pandemic Legacy: Season 0, un gioco in continua evoluzione

L’aspetto legacy, in Pandemic Legacy: Season 0, è immediatamente visibile fin dal momento in cui si apre la scatola del gioco e si osservano le componentistiche o si sfoglia il libretto del regolamento. Nella confezione, infatti, sono presenti scatolette a rappresentare cassette di sicurezza, che dovranno essere aperte solo quando il gioco lo richiederà, così come dossier, mazzi di carte speciali e un libretto, il Registro di Missione, contenente dei paragrafi numerati che andranno consultati quando richiesto, un po’ come capita nei librogame e in altri giochi da tavolo con una componente narrativa. Ciò consente alla storia di dipanarsi in una direzione piuttosto che un’altra, a seconda delle decisioni prese dai giocatori e dal livello di vittoria, o sconfitta, conseguito.

Una partita, infatti, può terminare in tre modi:

  • Successo, tutti gli obiettivi sono stati completati. Il gioco prosegue con il mese successivo.
  • Successo parziale, un obiettivo è stato fallito, il tempo stringe e si passa al mese successivo.
  • Fallimento, due o più obiettivi sono stati falliti, i giocatori possono ritentare la missione e gli obiettivi già portati a termine continueranno a rimanere tali. Se dovessero conseguire un altro fallimento, si procederà comunque al mese successivo. Le cose si mettono male…

Quello che salta immediatamente all’occhio sfogliando il regolamento, invece, è come sia stato lasciato spazio per tantissime nuove regole, sia riguardanti la preparazione della partita, sia riguardanti i flussi di gioco stessi, che andranno ad aggiungersi durante la campagna. Sono numerosissimi, difatti, gli spazi in cui andranno posti degli adesivi, una volta scoperti durante le partite, che riporteranno le regole mancanti.

Pandemic Legacy: Season 0, i materiali

Come accennato in precedenza, aprire la scatola di Pandemic Legacy: Season 0 è davvero emozionante, data la mole di materiale presente e la sua qualità. La scatola stessa è decisamente robusta e riesce a contenere alla perfezione tutta la componentistica di gioco anche una volta aperta e utilizzata, oltre a ciò, è anche accattivante a vedersi, con un’illustrazione sufficientemente evocativa e allineata allo stile utilizzato negli altri titoli Pandemic.

Una delle prime cose che saltano agli occhi sono i quattro passaporti per gli Alias. Confezionati con una copertina in similpelle, sono una gioia da maneggiare e sfogliare e sono uno di quegli accessori che potrebbe aver senso non buttare, una volta finito il gioco, poiché potrebbero venire utili in altre occasioni, come ad esempio una sessione di gioco di ruolo. Ottimo il cartone utilizzato per il tabellone di gioco e i segnalini, di buona grammatura e resistenza.

Una cosa che potrebbe sorprendere chi non conoscesse i prodotti Pandemic Legacy, è la qualità delle carte. Queste, infatti sono di ottima fattura e grammatura, migliori di quelle che si possono trovare in altri giochi non legacy, ed è davvero stupefacente se si pensa che sono state pensate per essere strappate e durare al massimo un paio di dozzine di partite.

Più che discreti anche gli elementi in plastica: agenti sovietici, case sicure, indicatori di incedente e furgoni delle squadre. Nulla di particolarmente miracoloso, ma davvero più che sufficiente per essere utilizzato in gioco e per restituire un’esperienza davvero immersiva, cosa che ancora maggiormente riescono a fare i dossier, le cassette di sicurezza e tutte gli altri oggetti, che risultano davvero tematicamente perfetti.

Unica nota dissonante, a voler essere pignoli, sono le pedine in plastica colorata rappresentanti i personaggi dei giocatori. Queste, infatti, risultano totalmente anonime e non restituiscono la sensazione di muovere sul tabellone dei personaggi, avremmo preferito delle miniature, anche non particolarmente dettagliate, che avrebbero sicuramente aiutato i giocatori a immedesimarsi con i propri alter ego.

Dal punto di vista artistico, vale quanto detto finora, il design di ogni componente, pedine a parte, è stato studiato per calare i giocatori in una spy story degli anni Sessanta e sono molti i momenti in cui la Guerra Fredda sarà ben evidente in gioco.

Conclusioni

Pandemic Legacy: Season 0 è fuori di dubbio un prodotto di altissima qualità, sia dal punto di vista dell’esperienza di gioco che riesce a restituire, sia da quello delle meccaniche di gioco, praticamente perfette, sia per la qualità dei materiali di cui è composto.

Se nei due precedenti Pandemic Legacy la componente narrativa era di buon livello ma non particolarmente rivoluzionaria, se paragonata al gameplay, in Pandemic Legacy: Season 0 presenta una narrazione di altissimo livello, cosa che posiziona il gioco tranquillamente tra i migliori giochi da tavolo con componente narrativa.

Chi ha giocato le season 1 e 2 di Pandemic Legacy troverà in questa stagione 0 molti riferimenti ai capitoli precedenti, comprese alcune rivelazioni davvero inaspettate. Per chi invece fosse digiuno dei titolo antecedenti, Pandemic Legacy: Season 0 può essere tranquillamente giocato come il primo capitolo di questa trilogia, ma poiché rappresenta il punto più alto di questi prodotti anche dal punto del gameplay, sussiste il rischio di trovare le stagioni 1 e 2 meno entusiasmanti.

La scelta dell’Alias con cui intraprendere una missione, le scelte prese che si ripercuotono sulla storia e gli elementi di gioco, le molteplici strategie adottabile, il decidere se dedicarsi principalmente a un obiettivo a discapito di altri o cercare di conseguirli tutti al rischio di fallire completamente, e tutta una lunga serie di eventi, decisioni da prendere e bocconi amari da mandar giù, rendono Pandemic Legacy: Season 0 un gioco che, una volta concluso, resterà nella memoria dei giocatori per lungo, lungo tempo.

Dal punto di vista della difficoltà del gioco, le cose risulteranno sempre complicate e dall’alto livello di sfida, ma mai ingiuste. Il fattore alea, dato dalla pesca delle carte, è sicuramente ben presente, ma non si avrà mai la sensazione di aver perso solo per aver pescato una carta sbagliata.

Pandemic Legacy: Season 0 è un gioco che non possiamo che consigliare più che caldamente, nonostante il sistema legacy e ciò che comporta possa non riscontrare il palato di tutti i giocatori, visto l’impossibilità, una volta terminato, di essere resettato e giocato di nuovo.

Un gioco rivolto a…

Pandemic Legacy: Season 0 è un prodotto che si rivolge prevalentemente agli appassionati dei giochi da tavolo con un certo livello di esperienza. La complessità del gioco, sebbene le meccaniche di base siano piuttosto semplici da assimilare, e la natura stessa del sistema legacy lo rendono poco appetibile per chi non è avvezzo a questo hobby e potrebbero scoraggiare anche quegli appassionati che trovano inconcepibile la possibilità di dover distruggere un elemento di gioco. È a nostro avviso il miglior esponente della famiglia Pandemic, pertanto è un acquisto quasi obbligato per gli amanti di questa linea editoriale.

Cultura Pop Award

La redazione assegna a Pandemic Legacy: Season 0,  nella sua versione localizzata da Asmodee Italia, il Cultura Pop Award. Tale riconoscimento è dovuto ad alcune considerazioni che emergono chiaramente da quanto scritto in precedenza in questa recensione. Pandemic Legacy: Season 0 è di fatto il migliore gioco della famiglia Pandemic, e tra i migliori (se non il migliore) prodotto legacy sul mercato. È un titolo davvero monumentale, non potrà che appassionare tutti gli amanti del genere e siamo certi che saprà attirare a sé anche numerosi giocatori, scettici nei confronti del sistema legacy. Rappresenta il miglior utilizzo delle meccaniche di gioco di Pandemic, senza lasciare quella sensazione di già visto in cui rischiava di incappare, unite a una narrazione davvero coinvolgente che saprà emozionare i giocatori, nonostante l'utilizzo di qualche cliché. Sebbene dodici partite (ma saranno sicuramente di più) potranno sembrare poche, il prezzo del biglietto vale davvero il viaggio emozionale che il gioco saprà donare.