Radiant Black 1, recensione: super problemi con super complicazioni

saldaPress porta in Italia Radiant Black 1 - Origini (poco) Segrete di Kyle Higgins e Marcelo Costa: la serie sponsorizzata da Robert Kirkman.

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a cura di Domenico Bottalico

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saldaPress porta in Italia Radiant Black 1 - Origini (poco) Segrete ovvero il primo volume di una delle serie più acclamate dell'ultimo anno di casa Image. Scritta da Kyle Higgins e disegnata da Marcelo Costa, la serie ha uno sponsor di tutto rispetto, e decisamente conosciuto ai saldalettori, quel Robert Kirkman che ha detto “se siete arrivati tardi per leggere Invincible, non dovete perdervi Radiant Black”. Ed effettivamente punti di contatto fra le due serie ci sono eccome a partire dal canovaccio del supereroe con superproblemi e dalla accessibilità (dettata non solo da fatto che si tratta del primo volume) per tutti i tipi di lettore ma anche dalla suggestione di una lore più ampia e di un racconto che non si esaurisce con le vicende che coinvolgono il protagonista Nathan Burnett come si evince dal twist che chiude questo primo volume.

Radiant Black 1: super problemi con super complicazioni

Nathan Burnett è al verde. Ha lasciato i sobborghi di Chicago per Los Angeles nella speranza di sfondare come scrittore di gialli ma la fortuna a quanto pare non ha girato dalla sua parte. Divorato dai dubbi sul suo stesso talento, Nathan decide di ritornare a vivere dai suoi raccimolando qualche spicciolo come autista per una app e dedicando così il tempo libero alla scrittura. Tornare a casa però significa anche rincontrare vecchi amici come l'espansivo Marshall che lavora nell'ultima videoteca rimasta nel raggio di kilometri.

Proprio durante una serata fuori con lui, sembra affacciarsi nella vita di Nathan la proverbiale occasione della svolta. Fuori da un locale infatti entra in contatto con uno strano oggetto fluttuante che afferato gli conferisce uno strato costume e la capacità di manipolare la gravità. Naturalmente le cose non sono così semplici. L'oggetto che ha afferrato si chiama Radiant e fa parte dell'Esistenza alla ricerca di un "campione" che possa sventare la minaccia legata al suo annichilimento. Mentre Marshall è entusiasta, Nathan non sa cosa e come gestire queste capacità: è davvero pronto ad assumere l'identità del supereroe Radiant Black? Ma chi può minacciare una entità aliena? Una domanda impegnativa che viene ancora di più complicata dalla presenza di un secondo Radiant, un Radiant Rosso, contro cui lo scontro sembra inevitabile e le cui conseguenze sono davvero tremende: quale sarà il ruolo del povero Marshall e chi è Radiant Rosso?

Radiant Black 1: origini (troppo poco) segrete

La lettura di Radiant Black 1 - Origini (poco) Segrete è pervasa da un senso di attualità ma anche da uno di estrema familiarità. Per il lettore infatti è facile identificarsi con le tribolazioni del protagonista salvo poi subentrare improvvisa, nella quotidianità, la componente straordinaria dei superpoteri. È il canovaccio dello Spider-man di Lee e Romita soprattuto e poi, in parte, anche di quello di Ditko che invece si intravede nel drammatico e inaspettato finale. Kyle Higgins imbastisce quindi una storia che si muove sicura, ma forse un po' troppo prevedibile, sui binari classici del supereroismo di stampo marvelliano - quanto i superpoteri contribuiscono realmente a migliorare la vita/situazione del protagonista? - mentre sullo sfondo si inizia a delineare una trama di più ampio respiro che, ispirata dai tokusatsu (Ultraman uno su tutti) di cui rielabora un certo immaginario fantascientifico, vuole ampliare la portata della narrazione ma sempre in una dimensione "personale" mettendo cioè al centro Nathan (e "l'entità" che minaccia l'Esistenza) ma anche gli altri Radiant e le loro storie - la storia in appendice legata alle origini di Radiant Red è esplicativa in questo senso.

Quella di Higgins è una formula collaudata quindi e che strizza l'occhio sicuramente ai lettori meno addentrati nel genere supereroistico ma non manca di seminare qualche interessante indizio sull'origine dei Radiant - perché sia il Black che il Red Radiant hanno problemi economici? si tratta di una semplice coincidenza? - mentre la già citata ispirazione nipponica con tanto di differenziazione cromatica dei Radiant è un irresistibile richiamo per tutti quei lettori cresciuti a cavallo fra gli anni 80 e 90.

Alla luce di queste considerazioni preliminari, perché Radiant Black 1 - Origini (poco) Segrete si configura di fatto solo come un lungo prologo, è lecito considerare questa serie l'erede di Invincible? Troppo presto per dirlo. Ci sono degli evidenti punti in comune - il rimaneggiamento dei topoi supererostici, l'ispirazione nipponica, l'intezione di raccontare una storia "generazionale" - ma anche una certa ingenuità di fondo che Higgins deve smussare già dal prossimo volume smorzando la componente "citazionistica" in favore di una maggior evoluzione sia dal punto di vista del plot che dell'evoluzione dei personaggi.

È lapalissiano tuttavia come accostare Radiant Black e Invincible sia facilissimo anche per le matite di Marcelo Costa che in più di un frangente ricordano quelle di Ryan Ottley. Lo stile infatti è molto simile: linee lunghe e decise, anatomie spigolose ma non eccessivamente aggressive mitigate da un tratteggio pressoché nullo. I neri sono pieni ma non non prendono mai il sopravvento su una colorazione che ovviamente fa un ampio utilizzo degli effetti soprattutto per esaltare la dinamicità delle sequenze d'azione semplici o complesse che siano. Da segnalare l'espressività del personaggi che richiama quella più marcata tipica del fumetto nipponico mentre è interessante notare la ripartizione degli spazi e la costruzione della tavola.

È indubbio che la coordinata preferita dal disegnatore brasiliano sia l'orizzontalità che permette una drammatizzazione più intima, una prossemica più teatrale e ovviamente una gestione più da blockbuster delle sequenze d'azione. Il vero tratto distintivo di Costa però in questo frangente è la sua capacità di mantenere questa orizzontalità attraverso diverse soluzioni fra cui le più semplici sono i tagli trasversali di matrice nipponica e le figure sbordate mentre meno usuale è la scelta di aumentare il numero dei riquadri in alcune tavole, sempre in senso orizzontale, aumentando così anche il ritmo della lettura stessa.

Il volume

Radiant Black 1 - Origini (poco) Segrete è presentato in Italia da saldaPress in un volume brossurato con alette formato 16,8x25,6 cm, scelta che permette ovviamente di contenere il prezzo. Un particolare non trascurabile soprattutto nel particolare momento socio-economico che stiamo vivendo. Al netto di questa considerazione, la pubblicazione è contrassegnata dalla sempre altissima cura editoriale dell'editore emiliano e dalla ricercatezza anche grafica dell'edizione che presenta inserti lucidi in copertina rimarcando come la brossura non è sinonimo di una edizione di minor prestigio. Non vi sono contributi redazionali all'interno del volume mentre, per quanto riguarda gli extra, oltre l'immancabile galleria di copertine originali, c'è da segnalare la presenza del cifrario per il linguaggio alieno del Radiant. Questo primo volume è disponibile sia in edizione con copertina regular che con copertina variant firmata da David Finch.