Super Ladri, recensione dell'anime Netflix tratto dal fumetto di Mark Millar

Chi ha detto che avere superpoteri rende più facile essere dei super criminali? La recensione di Super Ladri, il nuovo anime Netflix tratto da Super Crooks.

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a cura di Rossana Barbagallo

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Oppure una gran voglia di usarli a proprio vantaggio per diventare ricchi sfondati. Rapinare una gioielleria o una banca diventa infatti un gioco da ragazzi se hai a disposizione un superpotere... o forse no? Su Netflix ne abbiamo viste delle belle, con la nuova serie anime tratta dalla miniserie a fumetti di Mark Millar e Leinil Yu, Super Ladri (Super Crooks), in cui i ladri più folli e sfigati dotati di superpoteri si cimentano nel colpo della vita con risultati a metà tra il catastrofico e l’esilarante. Dallo stesso Millarworld di Jupiter’s Legacy, arriva la serie animata su Netflix Super Ladri: ecco la nostra recensione.

Una vita da villain

Johnny è un ragazzino amante dei supereroi, ma non quelli dei fumetti: i supereroi veri, in carne e ossa, come Utopian, che salvano il mondo dai cattivi dotati in egual modo di superpoteri. Situazione familiare difficile, ragazzi a scuola che lo bullizzano, tutto sembra cambiare per Johnny al suo “risveglio”, ovvero il momento in cui scopre di possedere un superpotere: può infatti controllare l’elettricità. Nonostante desideri con tutto sé stesso diventare un supereroe, gestire il suo potere non è semplice come sembra e, quando tutto va a ramengo, Johnny realizza che c’è solo una strada percorribile per un tipo “un po’ sfortunato” come lui: quella del crimine.

Cresciuto a pane e rapine, ritroviamo quindi Johnny (adesso Johnny Fulmine) diversi anni dopo, intento a svaligiare le gioiellerie della città in compagnia di altri super ladri come lui, appena il giorno dopo il suo rilascio dal carcere Supermax. La sua ragazza, Kasey Ann, lo mette in guardia sui pericoli di furtarelli male organizzati e di compagni di squadra poco preparati facili prede dei supereroi, prospettandogli una soluzione: il furto della vita, un colpo da cinquanta milioni di dollari. A organizzarlo, il miglior supercriminale della storia, adesso in pensione: Calore, il quale mette su una squadra di super ladri tra i migliori in circolazione. Niente, però, va come pianificato...

Super Ladri: dal fumetto all’anime

La serie animata approdata su Netflix il 25 novembre giunge dalle pagine della miniserie a fumetti scritta da Mark Millar e disegnata da Leinil Yu, pubblicata a partire dal 2012 da Icon Comics mantenendo la proprietà del Millarworld. Non è la prima volta che il mondo a fumetti creato da Millar e popolato da supereroi (oltre che da super criminali) viene riadattato attraverso media differenti: si pensi ad esempio alla pellicola Wanted, ai due film live action di Kick-Ass o alla serie TV Jupiter’s Legacy tratta dall’omonimo fumetto. Super Ladri risulta però fin da subito come un prodotto in qualche modo differente dai suoi predecessori, rientrando innanzitutto nel catalogo Netflix dedicato all’animazione nipponica con una rappresentazione che risalta in mezzo agli altri contenuti grazie a linguaggi e rappresentazioni brillanti.

La produzione di Super Ladri è stata affidata infatti allo studio giapponese Bones, già noto per altre opere celebri come Full Metal Alchemist o My Hero Academia. Già questo rappresenta una garanzia di qualità, riscontrabile nella serie soprattutto per ciò che riguarda le animazioni, fluide, adrenaliniche, dirompenti. Il segno è quello tipico della tradizione anime nipponica, con espressioni facciali e movimenti fuori dalle righe, ma si mescola allo stile d’oltreoceano richiamando alla mente l’Invincible di Robert Kirkman (privato però dei movimenti “scattosi” di quest’ultimo che sembrano aderire alla falsariga dell’animazione anni ‘90). Super Ladri è un vero spettacolo per gli occhi, che dà il meglio di sé nelle scene d’inseguimento e nei combattimenti. Il pedale dell’acceleratore è schiacciato al massimo, ogni animazione è in questi contesti rapida e travolgente, aderendo allo stile ultra violento di Mark Millar. L’unico neo che possiamo trovare a questo proposito è forse l’abuso che si fa dell’esplosione di corpi o di parti di essi, assuefacendo lo spettatore o diventando stucchevoli.

Super Ladri percorre una strada già battuta sul fronte del tema “supereroi-che-in-realtà-sono-supercattivi”, come si scoprirà riguardo ad alcuni personaggi proseguendo con la trama. Tuttavia l’anime di Netflix cattura la nostra attenzione grazie a una variazione sul tema, un punto di vista differente. Quello dei supervillain che in realtà poi tanto cattivi non sono: individui dotati di superpoteri che, come i nostri protagonisti, non hanno però trovato altra strada nella vita se non quella di svaligiare caveau. I membri della squadra Super Ladri sono tutti diversi tra loro, con caratteristiche e personalità ben specifiche, e tuttavia uniti dalla voglia di rivalsa verso un mondo che li considera solo dei reietti.

L’anime è tanto rapido (13 episodi da circa 20-25 minuti ciascuno) da non approfondire mai abbastanza la caratterizzazione o il vissuto di determinati personaggi (ci sarebbe piaciuto saperne di più ad esempio sul bizzarro Transmit!). Al contempo, risulta capace di porci in una sorta di legame con personaggi come Calore, Kasey, Johnny e gli altri membri della banda: persone umane, fallibili (forse loro più di altri), dotati però di un senso di empatia e giustizia che li porta a rifiutare e ripugnare le organizzazioni di super criminali che approfittano dei loro componenti, così come quei sedicenti supereroi che non esitano tuttavia a mietere civili lungo il loro cammino.

Spin-off sì, spin-off no

Il Millarworld è ampio e ricco storie e personaggi, in cui tra tutti risaltano forse quelli appartenenti alla parentesi Jupiter’s Legacy. Super Ladri è comunemente definito come uno spin-off di tale serie, tuttavia l’anime che abbiamo avuto modo di vedere su Netflix ci dà tutt'altra idea. È vero che tra un episodio e l’altro è possibile vedere la presenza di personaggi come Utopian e Lady Liberty in compagnia degli altri membri della Union of Justice. Essi però passano quasi subito in secondo piano: non vogliamo assistere alle loro eroiche imprese, vogliamo veder riuscire nei loro intenti i personaggi che rappresentano i Super Ladri, seppur sfigati, male assortiti e disorganizzati; l’attenzione è tutta per questi bizzarri super cattivi e per le loro gesta che non hanno nulla da invidiare a un heist movie e perciò Super Ladri è perfettamente, a nostro, parere un prodotto a sé stante, che può vivere di vita propria senza rappresentare un’ “appendice” di Jupiter’s Legacy.

Dalle animazioni fluide e godibili, all'azione frenetica e spesso esilarante; dalla caratterizzazione dei personaggi all'innovazione che essi rappresentano; Super Ladri è un anime degno di attenzione. Pecca, come detto, di una violenza abusata in certi passaggi e di una rapidità narrativa forse eccessiva, soprattutto nel tralasciare l’approfondimento di determinati aspetti (chi ha letto il fumetto, sa ad esempio perché i protagonisti indossino “quei” costumi durante il colpo finale).

Il fascino di quest’anime tanto dirompente è dovuto però in larga parte anche ai protagonisti principali dell’opera: Johnny Fulmine e Kasey Ann, “belli belli in modo assurdo” (cit.), ma anche determinati, scaltri, preparati e dotati di una grande umanità. È con entrambi amore a prima vista, sin dallo sbalorditivo opening dell’anime sulle note del brano Alpha, di Towa Tei, in cui i due sono impegnati in passi di danza tanto seducenti quanto ben realizzati. Basterebbe, infine, la sigla d’apertura per dare un buon voto alla colonna sonora di Super Ladri, ma Towa Tei ha compiuto un ottimo lavoro in generale componendo delle musiche dall'animo semplice benché sempre ben ritmate con le sequenze.

Il voto che diamo a Super Ladri è sicuramente alto, nonostante soffra di alcuni difetti che avrebbero potuto essere corretti godendo del "buon nome" di Netflix. Si tratta però di un prodotto godibile sotto molti aspetti (benché ne consigliamo per ovvie ragioni la visione esclusivamente a un pubblico adulto), capace di tenere testa a un'opera come Jupiter's Legacy e staccarsene per diventare un contenuto indipendente. E non si disdegna nemmeno un’eventuale seconda visione di ciascun episodio.