Ted Lasso è tornato: perché ci è mancato?

Ted Lasso è finalmente è entrato nel terzo atto, ma cosa ci è mancato di più di questa serie di AppleTV+? Scopriamolo insieme!

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a cura di Lorenzo Ferrero

Ted Lasso è una di quelle serie capace di guadagnare consensi mese dopo mese grazie al tam-tam social e alla critica, che ha deciso di premiarla nel corso di questi ultimi anni con i massimi riconoscimenti per un prodotto televisivo (sia il suo produttore che i suoi attori si sono infatti portati a casa diversi premi). In questi giorni siamo finalmente entrati nel suo terzo atto, dopo una pausa che sembrava non finire mai e ci siamo messi a pensare: cosa ci è mancato più di tutta della serie?

Ted Lasso è tornato: perché ci è mancato?

La Storia

Per quanto semplice, nel corso delle prime due stagioni abbiamo imparato ad apprezzare una trama che non parla solo di calcio o sport, se non come contorno, ma di un agglomerato di persone completamente diverse tra loro, ognuno con la propria storia da raccontare. Se a tratti alcuni episodi possano sembrare assurdi e facenti parte di un mondo totalmente fuori dalla realtà e, c'è da dirlo, vittima degli stereotipi, in realtà non sono altro che maschere indossate per nascondere solo ad un primo sguardo un grado di profondità e sensibilità difficili da ritrovare in una produzione televisiva.

Gli sceneggiatori, fra i quali spiccano spesso lo stesso Jason Sudeikis e Brett Goldstein, sono riusciti nell'intento di raccontare una storia che parte da molto lontano per restringere il campo sempre di più, fino a raccontarti quasi ogni minimo particolare che possa essere funzionale alla narrazione, facendo in modo di renderti parte di quel mondo e tanto da farti credere che tutto ciò che vi si svolge sia in qualche modo reale, tangibile, parte della nostra quotidianità. La scrittura della serie è così ben fatta da riuscire a far tifare gli spettatori per una squadra e dei calciatori che non esistono e questa è una delle magie di Ted Lasso: riuscire a coinvolgere tanto da fare cori da stadio davanti allo schermo.

I personaggi

Una buona storia è fatta soprattutto di buoni personaggi. In tutte le creazioni di Bill Lawrence ne abbiamo alcuni in grado di entrare prepotentemente nel cuore degli appassionati, grazie alla loro scrittura peculiare e che non lascia nulla al caso. Fin dai tempi di Scrubs, l'autore americano è stato in grado di inserire all'interno delle sue produzioni una moltitudine quasi infinita di personaggi, tutti diversi l'uno dall'altro e ognuno con il proprio tratto distintivo e non parliamo solo dei protagonisti, ma di ogni singolo personaggio inquadrato e che recita una battuta all'interno di un episodio: basti pensare, senza fare troppi spoiler, all'autista del pullman del Richmond nel primo episodio della terza stagione, o alla hostess dell'aeroporto nei primi minuti dello stesso. Ogni singolo personaggio deve avere un carattere, una storia e deve essere, a modo suo, particolare e incisivo, anche se per poco.

E come non citare i personaggi principali delle vicende? Non dei modelli inarrivabili, invincibili o "perfetti", ma persone vere e proprie, coi loro pregi e i loro difetti e, in perfetto stile Bill Lawrence, con le loro debolezze, nascoste sotto una maschera ironica e divertente, ma pronti a colpirci e a stupirci come un fulmine a ciel sereno quando meno ce lo aspettiamo.

La positività, ma anche la tristezza

Un altro tratto caratteristico delle produzioni di Bill Lawrence è il modo in cui vengono scritti gli episodi, eredità che l'autore si porta dietro fin dai tempi di Scrubs: la capacità di farti ridere fino al mal di pancia nel corso di praticamente tutta la durata della puntata, per poi consegnarti un messaggio negli ultimi minuti della stessa, sia esso di speranza, felicità o profonda tristezza.

Ci si riesce ad affezionare a questi personaggi non soltanto grazie alla loro positività, ma soprattutto ai loro momenti di difficoltà, ai loro episodi di debolezza e a tutta una serie di caratteristiche che fanno parte di ogni persona e che li rende reali, vicini, verosimili. Abbiamo interi episodi basati su una battuta assurda e situazioni al limite dell'incredibile, per poi scoprire alla fine che è derivato tutto da un malessere, capace di riportarti alla realtà con una figurata coltellata nel petto.

In perfetto stile Bill Lawrence, ovviamente.

Una chiusura del cerchio

Si dice che 3 sia il numero perfetto e pare che questa stagione possa essere l'ultima. Di conseguenza quella che ci è mancata è sicuramente una "chiusura del cerchio", una conclusione delle storie dei personaggi che tanto abbiamo imparato ad amare.

Nel corso di questi anni sono state gettate le basi di un universo narrativo stratificato e con le sue regole, le sue storie, i suoi personaggi. Loro, così come noi, ci meritiamo una conclusione, un punto che ci permetta di lasciare andare nel migliore dei modi tutto ciò.

Perchè anche le cose belle finiscono e non c'è cosa migliore che farlo in grande, dando una degna conclusione e senza allungare troppo il brodo, come spesso si è purtroppo fatto.

E adesso?

Cosa possiamo aspettarci da questa ultima stagione? Non vogliamo dare troppi particolari per evitare anticipazioni a chi ancora non ha nemmeno iniziato la serie, ma quello che ci aspettiamo è una degna conclusione, un qualcosa che possa rimanere nella memoria collettiva per molto tempo. Noi, così come tutti i fan, speriamo in un finale giusto, risolutivo e degno di ciò che è stata la serie fino ad ora.

Del resto, per citare proprio il coach Ted Lasso:

"Non è la speranza che ti uccide, ma la mancanza di speranza che arriva e ti sopraffa. Vedete, io credo nella speranza. Credo nella fede."

Ted Lasso è una delle serie TV in esclusiva su AppleTV+. Se volete sapere come funziona il servizio e cosa può offrirvi, vi consigliamo di consultare il nostro articolo dedicato semplicemente cliccando su questo link.

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