The King is Dead, la recensione della nuova edizione del celebre titolo strategico

In The King is Dead di Peer Sylvester, i giocatori assumono il ruolo di pretendenti al trono della Gran Bretagna. Ecco la nostra recensione!

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a cura di Giovanni Arestia

Il re è morto, ma invece di cogliere questa opportunità per costruire l'utopia di un popolo libero, i cittadini di Scozia, Inghilterra e Galles hanno deviato le loro energie nella guerra civile per gridare a gran voce "lunga vita al re!". In The King is Dead di Peer Sylvester, i giocatori assumono il ruolo di pretendenti al trono, corteggiando le diverse fazioni nel tentativo di ottenere il sostegno della nazione più potente entro la fine del gioco. Arriva, quindi, in Italia, grazie a Supernova Studio in collaborazione con Osprey Games, la seconda edizione di questo celebre gioco da tavolo strategico del 2015 con una grafica aggiornata e una nuova modalità di gioco asimmetrica. Ecco la nostra recensione.

The King is Dead: unboxing e componentistica

La confezione di vendita presenta una grafica molto carina ed elegante con le stampe che riprendono lo stile Medioevale sia nei disegni che nel font. Le dimensioni sono generose (27,5 x 19 x 6,8 cm) e questo è dovuto alla presenza di un grande tabellone di gioco e ai non pochi elementi di gioco che comunque rendono la scatola abbastanza leggera e facilmente trasportabileUna volta aperta, infatti, veniamo subito invasi da una moltitudine di colori e di piccoli e grandi segnalini finemente conservati all’interno di comode bustine di plastica trasparenti e un sacchettino di stoffa ordinatamente disposti all’interno di appositi spazi ricavati da una comoda plancia di cartone. In ogni caso gli elementi di gioco sono i seguenti: 1 tabellone, 54 carte, 54 cubetti colorati, 31 dischetti colorati e 1 sacchetto di stoffa.

La qualità realizzativa è davvero di altissimo livello. A partire dalla scatola di gioco, fino ad arrivare ai segnalini, tutto è curato nei minimi particolari. Il materiale più gettonato è il legno utilizzato per ogni elemento di gioco a eccezione, ovviamente, delle carte. Sebbene i segnalini in legno siano molto semplici nella forma e nella realizzazione, l'intaglio e la colorazione sono davvero impeccabili. Le carte, invece, non presentano alcuna telatura, ma non avendo bisogno di particolare mescolate regalano una buona resistenza anche senza foderine protettive. Ciò che spicca a prima vista è, indubbiamente, lo stile artistico sia delle carte che del tabellone. Le bellissime illustrazioni di Benoit Billion si rifanno fedelmente alle cartine geografiche medioevali e alle opere degli amanuensi e il colpo d'occhio è assicurato.

Preparazione e meccaniche di gioco

The King is Dead è un gioco per 2-3 o 4 giocatori in squadra di età superiore ai 14 anni. La durata si attesta intorno a 30 - 45 minuti di media, ma avendo un setup molto rapido e delle meccaniche di gioco molto semplici da imparare, la maggior parte del tempo serve unicamente per studiare le giuste strategie di gioco per vincere la partita. The King is Dead, infatti, inizia con le otto regioni dell'isola della Gran Bretagna popolate casualmente da cubi influenza. Questi cubi rossi, gialli e blu rappresentano rispettivamente gli eserciti delle forze gallesi, inglesi e scozzesi. I giocatori prendono ciascuno un set corrispondente di otto carte uguali per ogni giocatore e due cubi casuali per formare il loro campo iniziale. Poi, intorno al tabellone, vengono disposte casualmente le carte regione per conquistare l'intera Gran Bretagna.

L'aspetto più curioso del gameplay è che i giocatori non assumono il ruolo di una particolare fazione. Per tutta la partita, i giocatori manipolano la guerra usando le loro carte per dare più forza o indebolire diverse fazioni in differenti regioni, mentre allo stesso tempo radunano seguaci alla loro corte per aumentare il loro favore con una particolare fazione. Le azioni da compiere in ogni turno possono essere due: utilizzare una delle otto carte azioni, eseguire quest'ultima e pescare un sostenitore da una regione da mettere nella propria corte oppure passare. Qualora anche gli altri giocatori decidano di passare si svolge la Lotta di Potere. Radunare un sostenitore alla propria corte significa accrescere la propria popolarità in quanto candidato preferito della fazione una volta che la partita sarà finita, ma potrebbe anche influenzare l'esito delle lotte di potere in quella determinata regione che si decide di indebolire.

Durante la Lotta di Potere si deve osservare la carta regione scoperta posizionata intorno al tabellone accanto allo spazio numerato col numero più basso. Si conta il numero di sostenitori presenti nella regione e qualora ce ne sia qualcuno in maggioranza si mette un Disco Controllo. Se invece non ci sono fazioni presenti o vi è uno stato di parità, si posiziona un Disco instabilità (ve ne sono 3 e indicano l'invasione della Francia, nonché la fine della partita qualora si posizionino tutti i dischi sul tabellone).

Il gioco termina quando tutte e otto le regioni hanno risolto con successo le loro battaglie (Incoronazione) o quando tre aree hanno subito un'invasione francese. Nel primo scenario, il vincitore è il giocatore con il maggior numero di cubi della fazione che ha avuto successo nel maggior numero di regioni. Nel secondo scenario, i giocatori vengono incoronati re (o regina) se riescono a unire le nazioni contro i francesi avendo il maggior numero di set di tutti e tre i colori nella propria corte.

Le varianti di gioco

Vi sono, infine, due varianti del gioco. La prima è quella a quattro giocatori che obbliga a formare due squadre da due giocatori (i giocatori seduti l'uno di fronte all'altro formano una squadra). Non è permesso discutere le strategie con il proprio compagno di squadra né mostrare al compagno le proprie carte azione, ma il gioco si svolge normalmente. Cambiano leggermente gli esiti della partita poiché in caso di Invasione vanno uniti i Sostenitori dalle corti dei compagni di squadra e in caso di Incoronazione, invece, si tengono separati. In quest'ultimo caso vince il giocatore con il maggior numero di Sostenitori appartenenti alla fazione più potente e, di conseguenza, vince anche il suo compagno di squadra. La seconda variante prevede l'utilizzo delle carte Arguzia e la modalità di gioco è avanzata. Si rimuovono le carte Supporto scozzese, Supporto gallese e Supporto inglese e si sostituiscono con tre carte Arguzia casuali. Quest'ultime regalano un dinamismo inaspettato grazie alla presenza di effetti unici e molto potenti.

Otto azioni, ma tantissima strategia e attenzione

Per un gioco in cui si svolgono solo otto azioni, The King is Dead è ricco di strategia e tattica. Il gameplay, nella sua semplicità, è serrato poiché si può giocare ciascuna delle carte a disposizione solo una volta e in qualunque momento si possono commettere dei passi falsi. La possibilità di passare il turno, invece, coincide esattamente a quello definibile uno stallo alla messicana tra i giocatori per vedere chi sbatte le palpebre per primo rivelando le sue intenzioni: azione o Lotta di Potere?

È difficile descrivere a parole la tensione generata da questo gioco. Di base si deve semplicemente giocare una carta azione spostando gli equilibri sui territori della Gran Bretagna oppure passare per avviare una Lotta di Potere. Nel profondo, però, The King is Dead fa provare un senso di "claustrofobia" difficilmente presente in altri giochi. Ogni azione va calcolata minuziosamente poiché permette di ottenere dei vantaggi momentanei che possono essere distrutti dal giocatore successivo e difficilmente riprendibili non avendo a disposizione la stessa carta. Il gioco, quindi, si basa sul concetto del "less is more" ovvero poche decisioni, ma pesanti e per questo da oculare per bene. The King is Dead è, quindi, uno strategico nudo e crudo. Uno scontro scacchistico combattuto con carte, cubetti e dischetti che porta i giocatori a giocare più partite in una sola serata grazie alla sua durata non eccessiva e alla sua costante varietà.

Gioco adatto a...

I puristi del titolo originale del 2015 potrebbero essere felici di rigiocare l'epica battaglia tattica con uno stile di gioco, nonché estetico, totalmente rivisitato. Allo stesso tempo novizi ed esperti adoreranno la nuova variante avanzata che regala una meccanica di gioco asimmetrica grazie alla presenza di carte uniche che consentono di sorprendere gli avversari con mosse imprevedibili. La mancanza di aleatorietà potrebbe, invece, allontanare coloro i quali non gradiscono un'eccessiva strategia nei giochi da tavolo.

Conclusioni

The King is Dead è un gioco inaspettatamente profondo e strategico. Ogni giocatore ha bisogno di pianificare il più possibile in anticipo le sue mosse, anche eventuali bluff o azioni al cardiopalma. Le meccaniche sono semplici e facili da imparare, ma non fatevi ingannare perché il gameplay è alquanto punitivo. Preparatevi, quindi, a cambiare i piani a metà del gioco anche qualora pensavate di aver studiato tutto nei minimi particolari. Con The King is Dead non si scherza e il rischio di rimanere indietro rispetto agli avversari è dietro l'angolo.

Cultura Pop Award

La redazione ha deciso di assegnare il premio “Cultura Pop Award” a The King is Dead, nella sua versione localizzata da Studio Supernova . Le motivazioni sono molteplici, ma in primis spicca la sua giocabilità con una meccanica base semplice da imparare e inaspettatamente complessa da padroneggiare. La peculiarità di non controllare una fazione specifica porta costantemente a gestire una strategia vincente in contemporanea con l'avversario con pochi mezzi a disposizione che sono gli stessi in possesso dall'altro giocatore. Una sorta di stallo alla messicana dinamico e contorto dove solo il più attento e capace avrà la meglio. Le pedine in legno e la grafica accattivante, curata e colorata con tanto di effetti lucidi e dorati per dare maggior risalto al contesto medioevale del titolo, rappresentano una vera e propria ciliegina sulla torta di un titolo imperdibile.