The Midnight Club, recensione: l'orrore della malattia

Con The Midnight Club Mike Flanagan porta l'orrore su un nuovo livello: l'orrore dell'inevitabilità della morte per degli adolescenti.

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a cura di Lucia Lasorsa

-Redattrice

Probabilmente, fra di voi, più di qualcuno sarà stato protagonista di un dialogo simile:

Medico: "Abbiamo trovato delle cellule tumorali nel tuo nodulo".

Io: "Cellule tumorali... È cancro".

Medico: "Sì...".

Certamente, una diagnosi di cancro non è una bella notizia, ma ce n'è un'altra ancora peggiore: una diagnosi di cancro o di qualsiasi altra malattia in fase terminale. In questi casi, la seppur vaga speranza di guarigione scompare del tutto, lasciando solo macerie e frammenti lì dove, fino a pochi istanti prima, c'era qualcuno.

Provati nel corpo e nello spirito, i ragazzi protagonisti di The Midnight Club sono tutti malati terminali, con un campionario di cancri che va dal glioblastoma (una forma particolarmente rara e aggressiva di cancro al cervello) alla leucemia (un cancro delle cellule del sangue), passando per un cancro delle ossa. A tal proposito, è interessante notare che l'attrice che interpreta Anya, una ragazza a cui è stata amputata la gamba destra a causa di un cancro osseo, è Ruth Codd, alla sua prima esperienza come attrice, ma a cui la gamba destra è stata realmente amputata dal ginocchio in giù per via di un incidente, come è possibile vedere anche nella serie.

Ma il cancro non è il solo mostro, lì a Brightcliffe... Altre malattie, del corpo e della mente, sono in agguato, come ombre e spettri che tendono le loro lunghe e sottili dita intangibili. E se ci fosse un modo per ingannare la morte? Se ci fosse una qualche, magica speranza per questi ragazzi?

The Midnight Club: l'orrore adolescenziale

The Midnight Club è una serie creata da Mike Flanagan (Ouija - L'origine del male, Midnight Mass, Dottor Sleep, The Haunting of Hill House) e Leah Fong basata sull'omonimo romanzo di Christopher Pike, che è anche fra i produttori della serie (potete acquistare il libro qui su Amazon). Strutturalmente, la serie consta di 10 episodi della durata di circa un'ora ciascuno. Non lasciatevi però ingannare dai titoli delle singole puntate, perché, in realtà, non sono direttamente collegati fra di loro: molto spesso, infatti, gli episodi si intitolano come la storia raccontata nella puntata stessa. Riprendendo un canone letterario che possiamo far risalire al Decameron boccaccesco, ogni notte, a mezzanotte, i pazienti di Brighcliffe si recano di nascosto nella grande biblioteca dell'hospice per intrattenersi raccontandosi storie, quasi sempre a sfondo horrorifico.

The Midnight Club è quindi sia una serie che racconta una storia che si snoda nelle diverse puntate, sia una serie antologica, se prendiamo le singole storie narrate dai ragazzi, tutte scollegate le une dalle altre e autoconclusive. Per quanto i racconti siano di pura fantasia, quando li vediamo rappresentati sullo schermo possiamo notare che gli "attori" sono sempre i nostri ragazzi, con l'aggiunta di altri visi familiari, come parenti e amici, ma anche infermieri e la stessa direttrice di Brightcliffe.

Ambientata negli anni '90, The Midnight Club offre una colonna sonora a tema e diversi riferimenti a quegli anni, che vanno da poster cinematografici a libri horror, fornendo tutta una serie di riferimenti anche temporali al periodo storico in cui la serie è ambientata. A tal proposito, va sottolineato che, per qualche ragione, quando i ragazzi intonano Time of Your Life dei Green Day, le loro voci sono del tutto assenti nel doppiaggio italiano, creando un forte senso di straniamento, nel vederli muovere le labbra senza sentire nulla. La canzone è comunque presente nella versione in lingua originale della puntata.

Per quanto si tratti di racconti dell'orrore, in realtà non siamo mai di fronte a scene troppo crude o disturbanti, il che calza perfettamente con il fatto che a creare queste storie siano degli adolescenti. Tuttavia, molto spesso i ragazzi nascondono nella finzione qualche informazione sul loro carattere e sul modo in cui si sentono, sapendo che la morte sta per prenderli. Per le prime puntate, The Midnight Club scorre quasi indolore: storie horror per ragazzi ben confezionate, con tanto di fotografia e tavolozza dei colori differente per ogni racconto. E anche le "visioni" di cui i ragazzi sono a volte protagonisti sono solo vagamente inquietanti, per i veterani dell'horror. Ma c'è una ragione: il vero orrore che vuole raccontarci Mike Flanagan è un altro, ben più tangibile e inevitabile: l'orrore dell'inevitabilità di una morte precoce.

A tal proposito, una cosa va detta: se avete un'idea seppur vaga di cosa significhi ricevere una diagnosi di cancro o di una qualsivoglia malattia grave e difficilmente curabile, sappiate che sarà impossibile guardare The Midnight Club senza scoppiare in lacrime, di quando in quando. E ammetto che è stata una visione molto difficile per me, come lo è scrivere questa recensione.

L'orrore della malattia e le vane speranze

"A quelli prima e a quelli dopoA noi ora e a quelli oltreVisibili o non visibiliQui, ma non qui".

Prima di iniziare le loro riunioni, i membri del Midnight Club fanno sempre questo brindisi. Si tratta di una tradizione che risale a molti, molti anni prima dei nostri protagonisti, una tradizione che viene tramandata da paziente a paziente, lì a Brighcliffe.  Man mano che la storia si sviluppa, vedrete anche come le malattie consumano, indeboliscono i corpi e mettono a dura, durissima prova la lucidità mentale di questi adolescenti.

Quando ogni speranza è persa, ci si può aggrappare a qualunque cosa, pur di cercare di cambiare la propria sorte nefasta. Così, alcuni pazienti si mettono alla spasmodica ricerca di informazioni su una paziente che, negli anni '60, scomparve per un mese, per poi tornare del tutto guarita. Come è stato possibile? Ma soprattutto: se una persona è guarita, allora anche tutti gli altri possono.

La ricerca di notizie a riguardo è una parte molto interessante da seguire, una sottotrama intrigante che verte sui sentimenti che provano coloro a cui ogni speranza è stata brutalmente strappata via. Ma sarà proprio la speranza a instradare i ragazzi verso un'avventura misteriosa, mistica e straordinaria. Nel corso delle puntate imparerete a conoscere sempre meglio i residenti di Brightcliffe, scoprendo cosa si nasconde nei meandri più bui delle loro menti grazie proprio ai loro racconti dell'orrore. Ed è proprio grazie all'orrore fittizio che i ragazzi si concedono un po' di tregua dall'orrore reale che vivono ogni istante di ogni giorno. Già, perché è davvero difficile far uscire dalla tua testa il pensiero che sei malato. A volte, quest'unico pensiero può riempire la mente al punto da non lasciare spazio ad altro, inghiottendo nel buio ciò che siamo, ciò che amiamo, rendendo tutto vano e vacuo.

Così, la mente, da essere un luogo di evasione dall'Inferno della malattia si trasforma via via in una gabbia asfissiante; più la malattia progredisce, più ci si rende conto che il momento è vicino.

Eppure, perfino alla morte si trova un significato, in quanto non è mai una fine definitiva, ma solo trasformazione. Alla luce di questo, anche il tempo assume un significato diverso: esso diviene quindi artefice di cambiamento, non portatore di morte; dunque, la morte è solo cambiamento; in questo, possiamo rivedere un riflesso dei bellissimi monologhi su cosa ci sia oltre la morte di Midnight Mass.

L'orrore della vita

Un altro dettaglio che colpisce profondamente è il fatto che molti dei protagonisti di The Midnight Club avevano già un complicato bagaglio di esperienze di vita vissuta prima di ammalarsi: senza scendere nei dettagli per evitare spoiler, fra i residenti troviamo chi ha già dovuto affrontare il dolore di un lutto in famiglia, chi soffre di depressione, chi è stato adottato e non conosce i propri genitori, e anche qualcuno che non ha più rapporti con sua madre proprio per colpa della malattia.

Naturalmente, il fatto che qualcuno abbia già dei problemi mastodontici non basta a impedire alle cellule del proprio corpo di impazzire facendoci ammalare, e la serie mette molto bene in evidenza questo aspetto. Dunque, processare tanto dolore e malessere risulta davvero molto difficile, anche alla luce di come le persone intorno a noi possano cominciare a trattarci, una volta saputo che siamo gravemente ammalati.

Si passa dal pietismo al fingere che vada tutto bene, entrambi comportamenti diametralmente opposti ed estremi e, quindi, poco adatti ad affrontare situazioni così delicate e sfaccettate. Spesso, chi è malato si sforza di non mostrare troppo quanto in realtà soffre, per non far preoccupare eccessivamente le persone care, ma questa preoccupazione finisce solo per aggiungersi alle altre, rendendo il tutto molto più complesso da gestire. Tutto è incredibilmente difficile anche per coloro che stanno bene, che non sanno sempre come comportarsi con i propri cari malati. Tutto questo viene analizzato in modo molto puntuale e terribilmente realistico, al punto che sembra che chi ha scritto la sceneggiatura sappia fin troppo bene di cosa si parla.

The Midnight Club analizza perfettamente tutte le sfaccettature del dolore, incluso il perdono che porta con sé la consapevolezza che una persona che ami sta per morire. Ma non c'è solo questo. I giovani protagonisti trascorrono tante ore insieme divertendosi, facendo attività anche all'aperto, e godendosi il tempo insieme. Questi piccoli momenti di gioia strappati via al dolore diventano ancora più preziosi, quando sono così rari. La vita trionfa sulla morte anche quando è inevitabile, perché la verità è che finché siamo vivi non siamo morti, e allora perché impedirsi di vivere? Da questo punto di vista, The Midnight Club evidenzia come sia preziosa non la quantità di tempo delle nostre vite, ma la qualità di quel tempo.

Conclusioni

The Midnight Club ricorda, nel titolo e nella struttura di base, il film cult del 1985 Breakfast Club, in cui alcuni ragazzi che non si frequentavano si ritrovano in punizione tutti insieme nella stessa aula. Anche qui, i ragazzi si ritrovano tutti insieme per caso, uniti dal fatto che stanno tutti per morire a causa di un male incurabile. Questa versione horror di Breakfast Club è cruda, spietata e incredibilmente dolorosa da guardare, a maggior ragione se vi siete in qualche modo ritrovati nei panni dei ragazzi.

Crudele e delicata al tempo stesso, The Midnight Club racconta tante storie unite in un racconto omogeneo che crea tensione, dolore, angoscia, terrore, disagio e qualsiasi altra sensazione negativa vi possa venire in mente. E questo significa solo una cosa: che The Midnight Club è un'ottima serie, realizzata con passione e comprensione reale del mondo oscuro che si annida nelle menti di coloro che la speranza ha abbandonato, ma che non vogliono abbandonare la speranza.

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