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The Old Guard: Fuoco d'apertura, recensione del primo volume della serie di Greg Rucka

Condannati ad all'immortalità, quattro mercenari devono difendere il proprio segreto, accogliendo una nuova immortale. Panini pubblica The Old Guard

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Condannati ad all'immortalità, quattro mercenari devono difendere il proprio segreto, accogliendo una nuova immortale. Panini pubblica The Old Guard

Una delle ultime proposte del calendario di Netflix è The Old Guard, ulteriore produzione del canale di streaming che si affida al mondo dei fumetti per trovare ispirazione. Dopo i fasti di serie come Daredevil e The Umbrella Academy, anche l’ultima fatica cinematografica con protagonista Charlize Theron prende vita da un’idea di Greg Rucka: The Old Guard, per l’appunto.

Cogliendo l’occasione del film Netflix, Panini ha deciso di ripubblicare la serie di Rucka, con il primo volume Fuoco d’apertura. Un’avventura a fumetti dai toni diversi rispetto al classico contesto supereroistico, che ha trovato oltreoceano una collocazione editoriale perfetta in Image Comics, casa editrice che fa a capo a un certo Robert Kirkman. Quel Robert Kirkman, diventato un nome forte del mondo dei comics con il suo The Walking Dead. In effetti, una storia come quella di The Old Guard poteva trovare un giusto sostegno solo in Image Comics, dove le imprese di una compagine di immortali non poteva che esser più che ben accolta.

Lottare per l'eternità

Al centro dell’idea di Rucka, come ben sanno coloro che hanno visto la serie omonima, abbiamo una squadra di mercenari benedetti (o maledetti, secondo i punti di vista) dalla vita eterna. Nel corso di questa esistenza infinita, questi individui eccezionali diventano una sorta famiglia. Fortemente atipica, ma pur sempre una famiglia, guidata da una figura femminile eccezionale: Andromaca di Scizia, detta Andy.

Guerriera millenaria, Andromaca è la più antica di questa compagine di immortali. Figura forte e dai toni spigolosi, che gestisce questa squadra con un piglio autoritario. Scelta che non sorprende chi ha familiarità con l’opera di Rucka. Nel suo curriculum, l’autore può vantare storie che hanno avuto come protagoniste le figure femminili più forti e appassionanti del mondo del fumetto, da Wonder Woman a Vedova Nera, senza dimenticare Lois Lane o Elektra. È un tratto quasi distintivo, dunque, per Rucka mettere alla guida di questa squadra una donna, ma è soprattutto il suo modo di definirne il carattere che la rende particolarmente carismatica.

Andy non è semplicemente una militare, ma è la militare per eccellenza. Ha vissuto e lottato per secoli, ha conosciuto lame e proiettili, diventando una guerriera eccellente. Ma se questa sua perizia nella battaglia la rende una minaccia mortale, diverso è il discorso quando si parla di sentimenti. Ed è qui che si caratterizza al meglio il contesto narrativo di The Old Guard.

La vita eterna è un mito inseguito da molti, come ben raccontato da mitologia, letteratura e, infine, cinema. Basti pensare alla leggendaria Fonte della Giovinezza, o alla spasmodica ricerca del Graal in Indiana Jones e l’Ultima Crociata. Il topos dell’immortalità viene spesso trattato come un miracoloso dono, ma non mancano casi in cui questa longevità infinita si tramuta in una condanna. Basterebbe citare il vampiro per eccellenza, specialmente nel Dracula di Netflix, o il romantico struggimento di Connor McLoud nel primo Highlander.

Rucka decide di inserire nel suo The Old Guard ogni possibile interpretazione dell’immortalità. Per Andromaca, ad esempio, diventa una pura inerzia esistenziale, in una sequela infinita di scontri e occasionali avventure, che non possono nascondere una verità che le sussurra instancabilmente nel cervello

“E io sono così maledettamente stanca. Così maledettamente stanca di vivere. Di ammazzare il tempo”

Eppure, per sfuggire a questa maledizione della vita eterna, Andy non esista ad accettare un incarico offerto da Copley, ex-operativo CIA e ora libero professionista. Sarà lui ad offrire alla squadra un incarico estremamente rischioso: salvare dei bambini tenuti in ostaggio in Medio Oriente.

Durante lo scontro, però, emerge una verità: non esisteva nessuna missione. Copley, in realtà, ha scoperto il loro segreto, e ha organizzato una piccola dimostrazione per il suo nuovo datore di lavoro, Steve Merrick. Multimiliardario senza scrupoli, Merrick intende scoprire quale sia il segreto dell’immortalità di questi insoliti individui, architettandone il rapimento al fine di studiarli e trasformare il loro dono in un redditizio farmaco.

Come se non bastasse, a rendere ancora più complicata la vita di questi straordinari esseri arriva la comparsa di una nuova immortale, Nile. Dopo secoli di assenza di una nuova compagna, la squadra guidata da Andy si trova a dover insegnare a questa ex-soldatessa cosa significhi essere immortale.

Vivere per sempre

Con The Old Guard, Rucka mostra una diversa visione dell’immortalità. Sfruttando il rapporto tra i diversi personaggi, l’autore consente di analizzare con umanità e tocco delicato una longevità fatta di rinuncia e sofferenza, capace di diventare sostenibile se vissuta con una persona amata, come Nick e Joe.

Nel caso di Andy, invece, questo dono diventa una vera e propria maledizione. In Fuoco d’apertura, infatti, assistiamo alle sue tante vite, istanti in un’esistenza millenaria ma che hanno rappresentato vite intere per coloro che son stati al suo fianco. Rucka costruisce con intelligenza e sensibilità la personalità di Andy, vera mattatrice di questo primo volume: presentata come una donna dura e distaccata, con la lettura emergono le ferite passate che hanno trasformato Andromaca in Andy.

Il tutto all’interno di un’avventura dinamica e ben scandita, accompagnata da un linguaggio libero e sboccato, in linea con l’atmosfera di fondo di The Old Guard, ma che fa trapelare anche la familiarità dei protagonisti. Una definizione di The Old Guard che viene ribadita dalla personale visione del disegnatore argentino Leandro Fernàndez.

Fernàndez realizza tavole in cui la gabbia è senza limiti, libera di adattarsi alla necessità della storia. Il suo tratto è deciso, specialmente nel ritrarre i volti dei protagonisti, ma eccelle nella definizione delle scene d’azione, in cui la fisicità e il dinamismo dei mercenari trovi piena realizzazione. Complice la colorazione di Daniela Miwa, che sceglie contrasti e tinte forti, con una presenza di ombre ben gestita che esalta i toni della narrazione di Rucka.

The Old Guard – Fuoco d’apertura si presenta come un capitolo iniziale perfetto. Certo, subisce il fatto di interrompere la narrazione ben prima del finale del film Netflix, rischiando di spoilerare il futuro dei personaggi di Rucka. D’altro canto, Fuoco d’apertura consente di godersi al meglio l’idea originale di Rucka, grazie ad una maggior definizione dei protagonisti e ad un ritmo narrativo che può ritagliarsi i giusti spazi. D’altronde, il tempo non è certo un problema, quando hai davanti l’eternità.

Voto Recensione di The Old Guard - Fuoco d'apertura



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia appassionante

  • - Interessante rivisitazione del mito dell'immortalità

  • - Personaggi avvincenti

Contro

  • - Alcune idee non del tutto originali

  • - La storia si interrompe poco prima del finale dell'omonima serie

Commento

The Old Guard è la storia di mercenari immortali costretti ad affrontare il mondo moderno quando il loro segreto viene svelato. Rucka orchestra una storia appassionante, in cui viene riscritto il mito dell'immortalità sotto una nuova luce

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The Old Guard - Fuoco d'apertura