Turisti curiosi con Bob e Mack: intervista ai Woodruff

Ecco a voi l'intervista ai protagonisti di "Turisti curiosi con Bob e Mack" per scoprire qualcosa in più sull'esperienza padre-figlio che hanno vissuto.

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a cura di Francesca Borrello

La serie originale Turisti Curiosi con Bob e Mack è da oggi disponibile su Disney+ con tutti e sei gli episodi di cui è composta. Se vi piace viaggiare, ma a causa della pandemia siete costretti a restare a casa, questa è la serie che fa per voi. Come vi avevamo anticipato in questo articolo, “Turisti Curiosi con Bob e Mack” è un viaggio attraverso alcune delle nazioni più conosciute al mondo per i loro conflitti e per le loro situazioni interne pericolose.

Grazie a Disney + e National Geographic abbiamo avuto l'occasione di intervistare Bob e Mack Woodruff per scoprire qualcosa in più su questa esperienza che hanno vissuto e sugli effetti che questo viaggio ha avuto sul loro rapporto padre-figlio.

Com'è nato lo show “Turisti Curiosi con Bob e Mack”?

Il concept iniziale è arrivato da National Geographic, che prevedeva mio padre come narratore del viaggio nelle varie nazioni - essendo già da tempo reporter per ABC News - ma in un modo diverso rispetto al suo precedente lavoro di giornalista. Nello stesso periodo però, Disney stava acquisendo National Geographic e dato che stava nascendo il servizio streaming Disney Plus, hanno avuto l'idea di farlo diventare un po' più personale e per famiglie, trasformandolo in un'avventura padre-figlio e dandomi così l'opportunità di seguirlo nello show.

Quale Nazione è riuscita a sorprendervi di più?

In realtà non c'è una risposta precisa a questa domanda, perché ogni nazione sorprende chi la visita in un modo totalmente unico e diverso. Ognuno dei paesi i cui abbiamo viaggiato aveva qualcosa di incredibile da mostrarci e non è possibile stilare una classifica. Ad esempio in Colombia abbiamo cavalcato a piedi nudi assieme a dei cowboy, mentre in Papua Nuova Guinea abbiamo cacciato coccodrilli sentendoli con i nostri piedi immersi nella palude. Ognuna delle esperienze che abbiamo fatto nei vari Paesi è stato qualcosa di unico e particolare, perché ciascuna di esse faceva parte della loro quotidianità, una cosa che né i telegiornali né i cataloghi turistici mostrano.

Bob, nel 2006 hai avuto un incidente che ti ha quasi tolto la vita e tu Mack hai quasi perso tuo padre. Come vi ha condizionato quell'esperienza durante le riprese di "Turisti curiosi con Bob e Mack"?

Dopo quell'incidente la mia vita è cambiata radicalmente, perché non potevo più ovviamente fare il mio lavoro, e ho dovuto ricominciare tutto da capo. Io e mia moglie abbiamo scritto un libro proprio su questo, su come ha cambiato la nostra vita e sulle possibilità che abbiamo avuto dopo. Una delle più importanti, che mi ha reso molto felice, è che ho potuto creare una fondazione per aiutare altri militari che sono stati feriti in modo simile al mio.

Siamo riusciti ad aiutare moltissime persone e famiglie a superare questo genere di crisi. L'altra è proprio questa: sono tornato a fare il reporter oltreoceano, come corrispondente internazionale. Ho coperto per anni la zona asiatica, specialmente in Cina e si era aperta la possibilità di portare anche i miei figli con me, per mostrargli una parte di mondo di cui ho avuto modo di imparare molto.

Volevo solo essere sicuro che i miei figli sapessero che nonostante viaggiassi in posti pericolosi, non c'era solo la parte negativa da imparare, ma anche quella parte che non si ha modo di studiare o conoscere attraverso i libri. Volevo che sperimentassero le stesse cose e volevo che avessero la giusta prospettiva di ciò che realmente sono queste nazioni e non solo quella minima parte che i report di guerra coprono. Ci sono similitudini con la nostra cultura e ci sono anche delle grandi differenze.

Bisogna solo imparare che non c'è una cultura migliore dell'altra. Quindi si, la mia vita ha avuto una grande svolta, c'è stato molto di cattivo ma anche molto di buono e volevo mostrare ai miei figli entrambi i lati, quindi sono stato felice quando mi hanno proposto di fare questi viaggi e di portare mio figlio con me.

Avevo 14 anni quando mio padre è stato ferito, quindi quell'esperienza è stata molto formativa per me e penso che abbia unito molto la mia famiglia. Ma quando viaggiavo con mio padre, non pensavo necessariamente all'incidente, più che altro pensavo al fatto che mio padre avrebbe anche potuto non essere li con me in quel momento. È quasi morto quel giorno, ma è riuscito a riprendersi del tutto e ora siamo abbastanza fortunati da poter fare questi viaggi visitando posti magnifici. Sono solo felice di potergli parlare ancora e andare in giro con lui e fare questo show assieme. Quindi c'erano momenti in cui ero estremamente grato per quell'opportunità, ma c'erano anche momenti in cui ci siamo innervositi a vicenda! Però credo che sia esattamente come dovrebbe essere, perché io e mio padre siamo molto simili.

Oltre ad essere un documentario su alcune delle nazioni considerate più pericolose, "Turisti curiosi con Bob e Mack" è anche un'esperienza padre-figlio. Siete stati assieme per un lungo periodo durante il 2019, che cosa avete imparato l'uno dell'altro?

Penso di aver imparato molto su quanto mio padre lavora duramente ogni giorno e sulle priorità che ha, quando è n un paese straniero. Lui ha ovviamente fatto innumerevoli esperienze di questo genere mentre io al contrario non ne ho fatte, quindi ho dovuto farmi da parte all'inizio per cercare di capire cosa fosse importante e perché. Lui sa quali sono tutti gli elementi che vanno inseriti mentre si racconta una storia, a me invece interessava solo fare le cose “fighe”.

Quindi mi ha detto di rilassarmi e capire che ci sono molti elementi che vanno inseriti quando si racconta qualcosa e che quello era il nostro obbiettivo nei vari episodi. Ho imparato cosa fa davvero quando è in giro come reporter e quest'esperienza ha indubbiamente cambiato il nostro rapporto, ora che abbiamo la possibilità di fare la stessa cosa e lo stesso lavoro.

Ho imparato molto su ciò che mio figlio ama fare e penso che per la prima volta ho visto le sue abilità nel raggiungere ciò che vuole dire visivamente nelle sue storie. È un fotografo molto talentuoso, anche se prima di vederlo in azione non capivo esattamente come. Si svegliava prima di chiunque altro per prepararsi e riuscire a fotografare l'alba o rimaneva fuori fino a che non poteva scattare il tramonto. Ci sa davvero fare con la gente e riesce a tirare fuori la loro personalità e ciò che sono veramente.

Credo che abbiamo imparato entrambi molto l'uno sull'altro, ciò che sappiamo fare e ciò in cui non siamo assolutamente bravi, ed è una cosa molto importante per me. Ho avuto a che fare con mio figlio per 29 anni di fila ma non ho mai visto questi aspetti di lui e credo che quest'occasione sia stata un dono per me.

Mack, avevi 28 anni quando ti è stata data quest'occasione di una vita. Come ti ha cambiato e che impatto ha avuto sul tuo lavoro, essendo un fotografo?

Credo che scopri più su te stesso ogni volta che ti costringi ad uscire dalla tua comfort zone. Ho viaggiato parecchio nella mia vita e tendo ad andare in posti confortevoli. Non i resort a 5 stelle, quello non è davvero il mio genere. Credo di aver preso da mio padre in questo, perché trovo che sia molto importante andare in posti che siano un po' più stimolanti e a cui non sei abituato. E’ così che ho imparato molto di cosa sono capace di fare e come posso sopravvivere in luoghi che non sono per niente accoglienti, in condizioni a cui non sei abituato.

Nelle nostre camere spesso c'erano 40 gradi e viaggiavamo in macchina o in aereo per 15 o 16 ore al giorno, quindi si impara a capire che non devi scappare dalle cose che ti spaventano. Tutti possiamo fare qualsiasi cosa, se lo facciamo con la mentalità giusta. Con questa esperienza ho imparato a non evitare quelle nazioni che potevano sembrarmi un po' spaventose, perché ci sono cose magnifiche da fare e posti bellissimi da visitare in ognuno di questi paesi. Devi solo prenderti il tuo tempo per capire com'è la nazione e come arrivarci sano e salvo, perché ne vale sempre la pena.

Nonostante abbiate viaggiato molto, avete speso poco tempo in ognuna di queste nazioni. E’ stato difficile adattarvi alla cultura dei paesi che stavate visitando?

Non credo di aver trovato una qualche difficoltà a riguardo e non penso proprio che nemmeno mio padre ne abbia trovate, essendo molto abituato a questo genere di viaggi. Voglio dire, erano tutti molto entusiasti di mostrarci la loro cultura e quando ti ritrovi circondato da persone così felici di condividere con te il loro orgoglio per la loro nazione, per ciò che sono e che rappresentano, è molto contagioso e di conseguenza eravamo desiderosi di imparare ancora di più da loro.

Credo che la cosa che più ci ha colpito di queste nazioni, sia stata la totale mancanza di arroganza da parte delle persone. Voglio dire, c’è stato un grande scambio culturale, gli abbiamo parlato del nostro mondo e loro ci hanno parlato del loro, e non c’è mai stata competizione per dire quale stato fosse migliore dell’altro. Cosa che purtroppo è esattamente ciò che viene ancora fatta in politica.

Quindi quest’occasione è stata davvero un dono, solo ed esclusivamente sull’apprendere e sul raccontare storie, senza discussioni. Quindi non è stato un problema adattare le nostre abitudini al loro modo di vivere, ma anzi è stata una grande opportunità per imparare diverse culture.

Avendo incontrato diverse culture, avete fatto anche moltissime cose in "Turisti curiosi con Bob e Mack". Qual è stata l’esperienza più emozionante e quale la più spaventosa?

Non credo che si possa definire davvero paura vera e propria. Non erano dei report di guerra con bombardamenti e rapimenti che potevano avvenire da un momento all’altro. Era più un essere preoccupati, ad esempio in Pakistan mentre stavamo viaggiando in macchina su una pericolosa strada di montagna, a ridosso di un dirupo. Però so bene che non c’erano guerre o conflitti in corso, quindi non c’erano molte cose di cui mi preoccupavo.

Questa è una domanda piuttosto difficile. L’esperienza più emozionante per me è stata quando eravamo in Colombia al centro di reintegrazione per ribelli, dove li aiutavano a ritornare nella società. Ricordo di una delle donne che aveva la mia età al tempo - 28 anni - le differenze tra le nostre vite ed esperienze erano basate meramente sul fatto di essere nati in paesi diversi.

Quindi quando le ho chiesto se aveva mai pensato di andare negli Stati Uniti e cambiare vita, lei mi ha risposto fieramente che era totalmente felice di vivere in Colombia e che non avrebbe cambiato niente della propria vita. Credo che queste storie non vengano riportate abbastanza dai media, perché troppo spesso sentiamo solo di gente che vuole scappare dal proprio paese per cercare opportunità altrove.

Ovviamente c’è anche una realtà di persone che effettivamente vogliono andarsene dal proprio paese, per avere una vita migliore. Credo che la cosa più bella da sentire da tutti quelli che abbiamo incontrato, è che avevano un incredibile orgoglio nell’appartenere alla propria nazione. Ho sempre detto a Mack che il più grande sbaglio che puoi fare quando viaggi in un altro paese è quello di cercare di imporre la tua cultura sulla loro. È offensivo per gli altri, perché ognuno di loro crede profondamente nella propria nazione, quindi andare in uno stato e tentare di imporre la tua cultura può davvero metterti in situazioni estremamente pericolose.

Da come ne parlate si capisce bene che vorreste rifare quest’esperienza anche subito, ma dove vi piacerebbe andare per un'ipotetica nuova stagione di "Turisti curiosi con Bob e Mack"?

Ci sono così tante nazioni da vedere! Abbiamo cercato di andare in molte, ma ottenere un visto non è esattamente semplice perché le cose possono cambiare molto velocemente. Ci piacerebbe venire anche in Italia ma non siete esattamente una “Rogue Nation”!

Ultima domanda! Qualche consiglio che vorreste dare ai viaggiatori che stanno decidendo la loro prossima destinazione durante e alla fine di questa pandemia?

Ce ne sarebbero molti da dire, ma direi che questo è il momento migliore per fare qualche ricerca e trovare dei posti più sconosciuti nel proprio Paese o che magari si è sempre evitato di visitare. Chiedere agli amici dove sono stati, quale viaggio consigliano assolutamente di fare. Purtroppo non ho assolutamente idea di quando finirà questa situazione, ma quando succederà, non abbiate paura di guardare posti che non avete mai considerato prima, perché ognuno di essi saprà sorprendervi!
Se volete conoscere di più la famiglia Woodruff, potete trovare il libro in inglese scritto da Bob e Lee a questo link!