Wrestling Hardcore: il lato violento del ring

Cos'è, quando nasce e come si sviluppa il wrestling hardcore: dagli albori fino alla ECW, dai death match all'ascesa della CZW fino alla GCW e a Nick Gage.

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a cura di Domenico Bottalico

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Per molti è l'aberrazione stessa dell'idea di wrestling professionistico, una negazione di qualsiasi forma di intrattenimento o di abilità nel combattimento. Per altri invece è uno stile di vita, una filosofia, una attitudine, un intrattenimento senza filtri in cui l'espressione "lacrime e sangue" si concretizza nel sacrificio del corpo stesso. Stiamo parlando del wrestling hardcore ovvero quel particolare stile di wrestling, diffuso indistintamente in tutto il mondo dal Giappone al Messico ma anche in Europa, che permette ai combattenti non solo di utilizzare colpi più duri o mosse più rischiose ma permette soprattutto l'uso di "armi", dette foreign objects, che spaziano dalle classiche sedie ai tubi al neon.

Avventuriamoci insieme alla scoperta di un sottobosco fatto di personaggi spesso bizzarri, performer "sadici" ma amatissimi dal pubblico e di spettacoli lontani dai riflettori dei grandi eventi televisivi ma che continuano ad influenzare quello che è il cosiddetto wrestling mainstream grazie alla loro intensità e al loro rapporto diretto e senza filtri con il pubblico.

Wrestling Hardcore: il lato violento del ring

Le origini: i pionieri dei No Holds Barred match

A metà anni '50 il wrestling professionistico subì la sua prima grande crisi. Il pubblico stava iniziando a perdere interesse verso spettacoli troppo prolissi e monotoni basati spesso sulla semplice dimostrazione di forza o di tecnica, derivata dalla lotta greco-romana, di performer dai fisici imponenti ma spesso privi di personalità o incapaci di catturare l'immaginario del pubblico.

Per ovviare a questo calo di interesse molti promoter della NWA (la National Wrestling Alliance fondata nel 1948 che univa varie federazioni in diverse parti degli Stati Uniti) iniziarono a proporre alcune tipologie di match simili fra loro come gli Street Fight match, i Texas Death Match e i No Holds Barred (letteralmente senza esclusioni di colpi) in cui compariva per la prima volta il sangue. Fino ad allora infatti il wrestling era stata una forza di intrattenimento più simile alla già menzionata lotta greco-romana che al pugilato in questo senso offrendo match più "puliti" possibili in cui l'attenzione del pubblico doveva essere focalizzata sulla tenacia dei performer sul ring.

Pionieri di questo cambiamento furono lottatori come "Wild Bull" Curry, "Classy" Freddie Blassie, Dory Funk, Sr. e Giant Baba. Questi e tanti altri lottatori cambiarono radicalmente il mondo di narrare le rivalità. Il ring diventava il luogo di scontri violenti, culmine di suddette rivalità risolte spesso iniziando a combattere in mezzo al pubblico (gli Street Fight match) con l'utilizzo di armi non convenzionali che dovevano servire per tramortire l'avversario e mandarlo KO (i Texas Death Match) oppure ancora match in cui erano permessi tutti i tipi senza incorrere in squalifiche (i No Holds Barred). Molto spesso inoltre i promoter accentuavano queste rivalità molto accese "vietando" i match che divennero "attrazioni proibite e speciali" alla fine della card, i cosiddetti Lights Out Match o Unsanctioned Match.

I wrestler dal canto loro iniziarono a capire che il personaggio che si andavano a costruire e la capacità di arringare il pubblico erano tanto importanti quanto l'abilità sul ring. In questo senso il sangue giocava un ruolo fondamentale ed escogitarono un modo semplice ma efficace per sanguinare copiosamente e a piacimento. Si nascondevano delle lamette nelle polsiere e fasciature varie che venivano poi utilizzate, con grande circospezione e maestria, per autoinfliggersi tagli, molto spesso sulla fronte, accentuando così la violenza dello scontro.

Gli anni '70 e '80: dagli Stati Uniti all'ascesa di Portorico e Giappone

Con l'introduzione del sangue, il wrestling inizia una maturazione verso un "realismo" e una spettacolarizzazione che si completerà idealmente negli anni '70. Per tutti gli anni '60 infatti i match estremi rimarranno "attrazioni speciali" (per certi versi anticipando lo status del moderno wrestling hardcore) mentre la scena verrà dominata dai vari Lou Thesz, Bruno Sammartino, Verne Gagne, Eddie Graham e Buddy Rogers solo per citare alcuni. Quando sulla scena si affacceranno però nomi come Harley Race, Ric Flair e Dusty Rhodes, l'influenza della narrazione dentro e fuori dal ring dei precursori dei No Holds Barred sarà evidente.

Questo perché l'ascesa della NWA a prima federazione negli Stati Uniti fu agevolata da una serie di altri wrestler, sviluppatisi tutti grossomodo nell'area di Detroit, dediti ad un wrestling più moderno e violento. Si tratta di nomi leggendari: The Sheik, Abdullah the Butcher, Bobo Brazil e soprattutto Bruiser Brody. Mentre innovazioni arrivavano dall'area di Memphis grazie a Jerry Lawler, Terry Funk, Eddie Gilbert e Bill Dundee. Questi lottatori introdussero le interferenze durante i match degli avversari e perfezionarono stipulazioni che coinvolgevano le scale, tavoli (i pericolosissimi Scaffold Match in cui viene posizionata una passerella a circa 4 metri di altezza e per vincere bisogna far precipitare l'avversario) oltre che i Dog Collar o Texas Bullrope Match (in cui i due lottatori vengono legati da una corda lunga una paio di metri alle cui estremità sono collocati o dei collari o delle fibbie di cuoio da legare ad uno dei polsi, questo ovviamente impedisce ai due wrestler di fuggire dal combattimento oltre che trasformare la corda in una vera e propria arma).

La stessa NWA istituì una cintura apposita per i wrestler "estremi": il World Brass Knuckles Championship che rimarrà attivo fra il 1978 e il 1980 e circolerà soprattutto nell'area di Memphis, della Florida e del Texas.

In altre parti del mondo intanto il nuovo modello di wrestling prende piede e favorisce la nascita di federazioni come la AJPW (la All-Japan Pro Wrestling, fondata da Giant Baba nel 1972) o la WWC a Puerto Rico (fondata dal leggendario Carlos Colón) che farà dei violenti scontri il suo marchio di fabbrica. Memorabili soprattutto le rivalità che coinvolsero lo stesso Carlos Colón, Abdullah the Butcher, Bruiser Brody e The Invader.

Fu proprio nella WWC che Abdullah The Butcher (noto fino a quel momento per utilizzare le forchette come arma impropria nei match) introdusse il fuoco come arma. È proprio un match disputato nel 1978 fra Abdullah The Butcher e Carlos Colón a guadagnarsi inoltre il titolo di "match più brutale della storia del wrestling" in quello che viene definito il primo vero match hardcore, nel senso moderno del termine, della storia del wrestling.

Gli anni '80 sono però appannaggio di un personaggio destinato a diventare modello per moltissimi wrestler hardcore dei decenni successivi: Bruiser Brody. Scontroso, imprevedibile e poco ortodosso, dallo stile grezzo e stiff (molto duro e tutt'altro che simulato) sul ring, quanto brillante e lucidissimo fuori, Bruiser Brody attraversa Messico, Stati Uniti e Giappone diventando un heel temuto ma osannato dal pubblico. È però a Puerto Rico che Brody diventa leggenda. Dapprima con un brutale match che nel 1983 termina con la corsa d'urgenza all'ospedale di Carlos Colón e poi con la sua misteriosa morte. Bruiser Brody infatti muore nel 1988 accoltellato da Invader 1 negli spogliatoi della WWC: le circostanze non sono mai state chiarite ma la leggenda vuole che Brody fosse in procinto di rilevare la WWC da Colón cosa che attirò le attenzioni della malavita locale.

Con una rinnovata intensità sul ring e un "realismo" mai così marcato la popolarità del wrestling crebbe negli anni '70 merito anche dei primi passaggi televisivi. Se Vince MacMahon intuì la potenzialità del wrestling come intrattenimento televisivo ancor prima che spettacolo dal vivo iniziano la trasformazione della WWWF di suo padre nel colosso WWF, in Giappone stava per aprirsi un nuovo capitolo per il wrestling hardcore. La AJPW infatti aveva progressivamente assorbito gli estremismi degli esordi in un wrestling lottato molto fisico ma non più sanguinolento. Il suo testimone sarà raccolto dalla FMW (Frontier Martial Arts Wrestling) fondata nel 1989 da Atsushi Onita (lottatore proveniente dal roster AJPW): si tratta della prima federazione al mondo dedita esclusivamente al wrestling hardcore.

Gli anni '90: dalla FMW alla ECW

La FMW portò ad una nuova, e sanguinosa, rivoluzione nel wrestling hardcore coniando, per i suoi match, il sinistro appellativo di death match. Non venivano solo implementate armi di ogni tipo ma il ring stesso diventava un'arma che metteva a dura prova i corpi dei wrestler. È proprio in FMW che il filo spinato diventa parte integrante dei match sia per avvolgere le armi che sostituendo le corde, inoltre vengono perfezionate stipulazione tanto spettacolari quanto pericolose come l'exploding barbed wire ring che prevedeva che il ring letteralmente fosse scosso da esplosioni temporizzate.

Fra il 1989 e il 1995, il successo della FMW fu clamoroso ma allontanò significativamente il wrestling hardcore da quello mainstream e televisivo. Gli eventi si spostarono lontano dai "templi" del pro wrestling verso palestre sempre più periferiche o luoghi all'aperto che permettessero l'utilizzo di fuoco ed esplosioni in totale sicurezza. Il merito di Onita fu quello di creare, per la FMW, un roster di specialisti provenienti da tutto il Giappone fra cui Tarzan Goto, Mr. Pogo, Mitsuhiro Matsunaga, Super Leather (Leatherface) e Kintaro Kanemura. Altro merito della FMW fu quello di aprire il wrestling hardcore anche ai pesi leggeri trovando in Hayabusa il suo lottatore più rappresentativo. Un wrestler talentuosissimo la cui carriera è stata stroncata da un gravissimo infortunio che lo lasciato paralizzato dalla vita in giù.

FMW era davvero una federazione senza limiti e limitazioni: nel 1990 si disputò infatti il primo mixed tag team match (uomini e donne nello stesso ring) della storia del wrestling nipponico aprendo proprio alle donne il wrestling hardcore creando una divisione femminile capeggiata da Megumi Kudo. La FMW influenzò ben presto altre realtà giapponesi e le federazioni specializzate in death match si moltiplicarono velocemente nacquero la W*ING, la International Wrestling Association of Japan e la Big Japan Pro Wrestling che portarono a nuove vette le stipulazioni dei deathmatch includendo i tubi al neon (oggi divenuti parte fondamentale del wrestling hardcore) le puntine da disegno, i cosidetti panes of glass (lastre di vetro), le corde imbevute di liquido infiammabile e persino bizzarie come vasche piene di piranha o tarantole vive posizionate appena fuori dal ring ed in cui gettare l'avversario.

Proprio nella IWA si disputò, il 20 agosto del 1995 a Kawasaki, il King of the Death Match. Fu in assoluto il primo torneo di death match a disputarsi al mondo e la fine vide contrapposti due leggende, Terry Funk e Mick Foley, in un "Exploding Ring, C4 Explosive, Barbed Wire Match".

L'influenza della FMW attraverso presto l'oceano. Negli Stati Uniti la Tri-State Wrestling Alliance e la National Wrestling Federation provarono ad importare il modello della FMW e creare i primi roster di specialisti tuttavia sarà la Eastern Championship Wrestling, affiliata al circuito NWA, a porsi al centro dell'attenzione degli appassionati quando, con l'arrivo di Paul Heyman, la federazione si stacca dalla NWA cambiando nome in Extreme Championship Wrestling: ECW.

È proprio nella ECW che viene coniato il termine hardcore wrestling che, al netto delle stipulazioni estreme, voleva sottolineare il carattere senza compromessi della federazione, l'alto tasso di intensità (mutuato dallo stile Ōdō molto in voga nella AJPW e caratterizzato da proiezioni dall'impatto molto forte atte a indebolire testa e collo) e dal rapporto molto stretto con i fan.

La ECW creò un movimento che, partendo da Filadelfia, monopolizzò ben presto tutta la costa est degli Stati Uniti. Si trattava di una federazione indipendente che svolgeva eventi in location medio/piccole ma capace di infiammare i fan che consumavano voracemente le VHS (registrare spesso in maniera amatoriale) degli eventi stessi e la cui popolarità cresceva esponenzialmente tanto da attirare l'attenzione della WWE, allora WWF, che invitò la ECW in una puntata del 1997 di Monday Night Raw in quello che fu il preambolo della Invasion vera e propria che si sarebbe consumata di lì a pochi mesi, e addirittura della Disney che, subodorando le potenziali multimediali del wrestling, fece una proposta d'acquisto a Paul Heyman salvo poi ritrattare una volta vista la natura del prodotto decisamente poco adatta ad un target pre-adolescenziale.

Per la prima volta dopo molti anni il monopolio WCW/WWF veniva messo in discussione e per di più senza i mezzi economici che contrassegnavano i due colossi. La ECW era gestita da Paul Heyman e da alcuni degli stessi membri del roster (Taz per esempio disegnò gran parte del merchandise originale mentre Bubba Ray Dudley si occupava di trovare le location per gli eventi) eppure questo nuovo modello di business e intrattenimento funzionava e attirava sempre più un pubblico di fedelissimi. Se da un lato la ECW fu la prima federazione indipendente ad affacciarsi nel panorama nazione ed internazionale, dall'altro lato incidenti e controversie non mancarono come il celebre Mass Transit Incident dove fu fatto salire sul ring, contro il pericolosissimo New Jack, un wrestler scoperto essere poi minorenne dopo essere finito in ospedale per i traumi riportati.

Il roster della ECW comprendeva veterani come Mike Awesome, Masato Tanaka e Sabu (nipote del leggendario The Sheik) a cui si aggiunsero nuove leve come Tommy Dreamer, Rob Van Dam, Raven e i Dudley Boyz. Per assurdo è bene sottolineare come le stipulazioni estreme della ECW erano comunque meno estreme di quelle delle federazioni giapponesi esacerbando invece le "classiche" stipulazioni americane come lo street fight e il no holds barred. Certo non mancavano né il fuoco né il filo spinato ma fu il tavolo il vero simbolo della ECW che fu implementato dapprima da Sabu e poi dai Dudley Boyz nelle loro finisher (la celebre frase "D'Von get the tables!" con cui i Dudley annunciavano la "fine" dei loro match) divenendo praticamente di uso comune nei match.

L'altra intuizione felice della ECW, mutuata dalla FMW, fu la valorizzazione dei pesi medio-leggeri e nello specifico Paul Heyman attinse a piene mani dal bacino messicano facendo debuttare negli Stati Uniti performer come Rey Mysterio, Eddie Guerrero, Juventud Guerrera e Super Crazy.

L'influenza della ECW su WCW e WWE e la sua chiusura

La popolarità della ECW costrinse sia la WWE/WWF che la WCW ad implementare il wrestling hardcore e alcune delle sue stipulazioni nei rispettivi show, l'arrivo di Mick Foley in WWF con la gimmick di Mankind è senz'altro l'esempio più lampante di questo cambio di mentalità. La WWF creò addirittura una cintura apposita, l'Hardcore Championship, attiva dal 1998 al 2002., recuperate su Amazon The History Of The Hardcore Championship in blu-ray.

L'influenza della ECW divenne presto palpabile sia nel prodotto WWE/WWF che in quello WCW: i match si fecero più intesi, le storylines più accese e personali. Se la WCW implementò con successo nel suo roster i pesi medio-leggeri, la WWE/WWF iniziò invece un percorso che idealmente culminò molti anni dopo con la Ruthless Aggression Era. C'è da sottolineare che all'apice dell'ascesa della ECW, sia la WCW che la WWE/F iniziarono ad avanzare remunerative proposte a molti dei wrestler in forze alla federazione di Paul Heyman depauperandone progressivamente ma inesorabilmente il roster e la carica innovativa. Questo unito ai problemi economici dettati da una gestione semi-professionale delle finanze portò la ECW a chiudere i battenti all'inizio del 2001, pochi mesi prima dell'assorbimento della WCW da parte della WWE/F.

Il presente: dalla CZW alla GCW, la tradizione della BJPW e la rinnovata popolarità

La chiusura della ECW lasciò un vuoto nel cuore dei fan e soprattutto del wrestling hardcore. Se infatti i death match continueranno la loro naturale evoluzione in Giappone, iniziandosi ad affacciare timidamente anche in Europa e Messico, negli Stati Uniti la situazione è meno fluida e passa attraverso alcuni improbabili esperimenti. Fra questi ci furono la XPW di Rob Zicari/Rob Black (produttore di film porno che investì parte dei suoi guadagni nella federazione e organizzando, fra il 2000 e il 2002, il torneo di death match Baptized in Blood); la JCW fondata dai due membri degli Insane Clown Posse e dedita ad un wrestling hardcore molto frenetico ed ispirato, dal punto di vista delle riprese, ai videoclip musicali e al cinema indipendente; la canadese IWS.

Con il riassorbimento definito dell'attitudine ECW in senso al wrestling mainstream della WWE e in parte della neonata TNA, due federazioni indipendenti iniziano a prevalere nel panorama hardcore portando i death match con costanza e continuità soprattutto nella costa est e nel midwest delle Stati Uniti. Si tratta della IWA-MS, fondata nel 1996 da Ian Rotten subito dopo il suo licenziamento dalla ECW, che iniziò ad organizzare il King of Death Match Tournament sulla falsariga della federazione "madre" IWA in Giappone.

Tuttavia sarà la Combat Zone Wrestling a raccogliere fisicamente e spiritualmente il testimone della ECW. Fondata da John Zandig, Ric Blade, Lobo, TKC, Nick Gage e Justice Pain nel 1998, la CZW muove i primi passi nel New Jersey e nel Delaware insediandosi definitivamente a Filadelfia nella vecchia ECW Arena. La CZW conia il termina Ultraviolence Wrestling riportando il livello di violenza nei suoi match a quelli della primissima ora: scale, tubi al neon, tavoli, decespugliatori, sedie, puntine da disegno, filo spinato, cactus, oggetti infuocati sono solo alcune della armi utilizzate dai performer della CZW.

Forte della collaborazione con la BJPW, che in Giappone aveva raccolto il testimone della IWA e della FMW, prima e con la IWA-MS dopo e grazie alla combinazione di una nuova generazione di specialisti e lottatori estremamente versatili che non disdegnano di cimentarsi nei death match, la popolarità della CZW cresce vertiginosamente forte anche di due eventi imperdibili: il Cage of Death (rivisitazione in salsa ultraviolenta dei War Games della WCW) e soprattutto il Tournament of Death che consacra stelle come "Sick" Nick Mondo e Nick Gage.

Si tratta di un torneo brutale, che diventa il palcoscenico mondiale per tutti gli specialisti che, anno dopo anno, alzano sempre di più il livello di violenza e pericolosità dei match e che per questo motivo vengono spesso disputati all'aperto e in location isolate. Lo stesso Nick Cage subirà una ferita talmente grave nel ToD del 2009 da essere trasportato d'urgenza, in elicottero, in ospedale. Durante il trasporto Gage verrà dichiarato morto per 7 minuti.

La CZW alza la barra della competizione mondiale dei death match dimostrando come sia possibile costruire una narrazione credibile implementando lo stile ultraviolento. Quello che colpisce della CZW (ma anche di altre federazioni indipendenti che avranno il periodo di maggior ascesa nel primo decennio degli anni 2000 come la Ring of Honor) è la capacità di creare performer estremamente amati dal pubblico, idoli che rivaleggiano per popolarità (nel circuito degli appassionati ovviamente) con le grandi stelle WWE o TNA dell'epoca.

Si tratta di una rivoluzione pari a quelle della ECW che costringe le major a guardare con rinnovato interesse a questi talenti. Piccola curiosità: la CZW ha tenuto due show dal vivo in Italia fra il 2003 e il 2004 uno a Pistoia e il successivo a Parma.

Intanto però il faro della CZW si affievolisce e la sua eredità viene raccolta dalla CGW (Game Changer Wrestling) attuale "casa" di Nick Gage nonché federazione hardcore numero 1 al mondo. La formula è la stessa della CZW, la GCW è stata rilevata nel 2015 da Brett Lauderdale ex-booker e arbitro della CZW.

La CGW mette in fila una serie di show di altissimo profilo e vara il suo personale torneo di death match ovvero il Tournament of Survival. Complice la presenza di alcune guest star d'eccezione, come l'attore David Arquette (già campione WCW) che accetta di sfidare proprio Gage, la federazione acquista popolarità e visibilità costruendo una fitta rete di collaborazioni con altre federazioni come la storica BJPW in Giappone, la xWx in Germania o la Zona 23 in Messico. Anche in Italia sono presenti federazioni che implementano alcune stipulazioni hardcore come per esempio la FCW e TCW.

Attualmente il panorama dei death match e del wrestling hardcore è floridissimo e raccoglie sempre più appassionati il tutto il mondo trovando anche una inedita "finestra" nel wrestling mainstream grazie alla AEW che non solo vanta nel suo roster alcuni specialisti ed ex-specialisti, come Jon Moxley e Eddie Kingston, ma si è anche lanciata, con risultati altalenanti in stipulazioni estreme, portando addirittura in TV un death match fra Chris Jericho e il solito Nick Gage.