Agcom, licenze collettive contro la pirateria online

L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è convinta che le licenze collettive estese possano funzionare meglio rispetto alla guerriglia online delle major e le nuove normative come Hadopi.

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a cura di Dario D'Elia

L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha deciso di smarcarsi dal fronte anti-P2P più intransigente. Il suo ultimo rapporto "Il diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica" sottolinea non a caso l'esigenza di individuare un quadro normativo più equilibrato. Insomma, se è giusto da una parte garantire i diritti di copyright e un giusto compenso, dall'altra bisognerebbe rispettare privacy e diritti di accesso alla Rete.

L'ultimo rapporto Agcom

Mentre Francia e Inghilterra sembrano aver sposato una filosofia repressiva, ai confini della normativa europea, l'Italia è chiamata dagli stessi operatori del settore a scegliere un modello a cui adeguarsi. Per Agcom l'accertamento degli illeciti dovrebbe rimanere nelle mani della magistratura
e non demandato ad altre strutture o provider.

Insomma, port blocking, Deep Packet Inspection e content filtering non sono pratiche accettabili in grado di rispettare i principi della "neutralità" e in alcuni casi gli stessi diritti di libertà.

Una possibile soluzione, sempre secondo Agcom, potrebbe essere rappresentata dalle cosiddette "licenze collettive estese". In pratica, enti specializzati negoziano con i distributori di contenuti un forfait che su base volontaria sarà pagato dagli utenti finali.