L'exacore di AMD si avvicina
Lo scorso mese Intel ha presentato il primo processore a sei core per ambiente desktop, il costoso Intel Core i7 980X, di cui potete leggere la recensione a questo indirizzo: Core i7 980X Extreme Edition, sei core a 1000 euro. Poco dopo, hanno fatto l'apparizione sulla scena le versioni a quattro e sei core prodotte a 32 nm della serie Xeon 5600. Questi processori sono indicati per le piccole e medie imprese, e per chi fa montaggi audio/video a livello professionale (il segmento che è probabilmente più interessato ai processori a sei core). Ma per tutti gli altri? È realmente necessario andare oltre i quattro core?
A questa domanda risponderemo fra qualche giorno, quando AMD presenterà ufficialmente la famiglia Phenom II X6. Nel frattempo, diamo un'occhiata alle informazioni disponibili prima della presentazione ufficiale.
Core Thuban
Stessa dimensione, più potenza
Come ha fatto Intel, posizionando il Gulftown allo stesso livello del Bloomfield per quanto riguarda il TDP, nonostante il 50% in più di core e cache, AMD rimane ancora fedele al suo socket AM3 (e Socket AM2+, se possedete ancora una vecchia motherboard). C'è però una grande differenza. Intel, per il suo exacore, è passata al processo produttivo a 32 nm, diminuendo la dimensione dei transistor e del die. AMD, invece, per il suo chip a sei core si affida ancora al processo produttivo a 45 nm.
Come è riuscita l'azienda a creare un chip più complesso, senza violare i limiti termici delle piattaforme già esistenti? In breve, l'azienda ha migliorato il processo produttivo introducendo materiale dielettrico low-k nei layer di metallo, riducendo la capacitanza. Il risultato è una minor perdita di corrente, minor consumo e meno calore prodotto.