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Apple Fusion Drive accoppia HDD e SSD, ma come funziona?

La tecnologia Fusion Drive di iMac e Mac mini, che fonde le prestazioni di un SSD con la capacità di un hard disk, è stata presentata da Apple come una rivoluzione. Un termine eccessivo. In attesa di testarla con mano, scopriamo come funziona.

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Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Pubblicato il 24/10/2012 alle 12:00 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:43

Cos'è la tecnologia Fusion Drive dei nuovi iMac e Mac mini? Se lo staranno chiedendo in molti, anche dopo aver letto la nostra concisa spiegazione scritta nell'articolo di copertura dell'evento di ieri sera: Apple presenta iPad mini a 329 euro, iPad 4 e nuovi iMac.

Apple come sempre è avara d'informazioni e si limita a mischiare spiegazioni di vago stampo tecnico a frasi di marketing sfacciato: "Il nuovo iMac porta con sé un'opzione di archiviazione rivoluzionaria: si chiama Fusion Drive, e combina un capiente disco rigido con un'unità di memoria flash ad alte prestazioni. Fusion Drive gestisce in modo intelligente i tuoi dati, e lo fa in automatico. Nella memoria flash, più scattante, archivia le app, i documenti, le foto e tutto quello che usi più spesso. Tutto il resto lo sposta nel disco rigido. In questo modo avvii il tuo iMac in un attimo, e ci metti sempre meno tempo ad aprire le applicazioni e i file che usi di più, perché il sistema pian piano impara a conoscere le tue abitudini".

Tutto molto bello, ma dietro al marketing c'è una tecnologia che ricorda soluzioni già adottate in ambito PC da diversi anni, con alcune differenze. Non si tratta di una soluzione rivoluzionaria, come affermato da Apple, ma si può già entrare nello specifico grazie all'aiuto di alcuni siti come Anandtech e The Mac Observer, che sono riusciti ad acquisire qualche dettaglio in più.

Che gli hard disk siano più lenti degli SSD è un dato assodato e incontrovertibile. Così come il fatto che costano anche molto meno, sebbene i prezzi dei moderni drive a stato solido siano in calo. Fusion Drive, come indica il nome, fonde il tutto in un'unica soluzione, trasformando grazie al software due unità indipendenti in un volume singolo. OS X vede comunque due unità fisiche, ma tratta tutto come una singola soluzione.

Nel caso degli iMac abbiamo quindi 128 GB di memoria NAND Flash, un SSD a tutti gli effetti ma "distribuito" sul PCB (di un modulo, come alcuni MacBook portatili), affiancato da un hard disk magnetico (1 o 3 terabyte). L'utente ha quindi a disposizione 1,1 terabyte oppure 3,1 terabyte. Come affermato da Apple durante la conferenza, il sistema operativo e le applicazioni più usate sono sulla memoria NAND, e questo è un bene per la reattività e velocità dell'ecosistema.

Quando però si inizia a usare il computer si eseguono diverse operazioni di scrittura (casuali come la compressione file e la navigazione web, oppure sequenziali come installare un'applicazione o fare il backup di un documento), come installare nuovo software o passarlo da una chiavetta USB, e questo mette in moto Fusion Drive. Sostanzialmente si crea un buffer di scrittura di 4 GB sulla memoria NAND e tutte le scritture convergono in quel buffer prima di essere collocate altrove. Nel caso le operazioni di scrittura superino quei 4 GB, queste saranno dirottate sull'hard disk. Questa è sostanzialmente un'operazione di caching.

Apple ritiene che 4 GB siano sufficienti per qualsiasi operazione di scrittura casuale e il fatto che il buffer si trovi sui chip NAND dovrebbe consentire alte prestazioni nella maggior parte delle situazioni. Non ci sono chip particolari a gestire il tutto, ma solo algoritmi integrati in Mountain Lion. Si tratta della parte "intelligente" di cui parla la casa di Cupertino.

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Gli algoritmi sposteranno i file usati di recente, dati e anche intere applicazioni nella memoria NAND Flash da 128 GB, mentre tutto il resto finirà sul più lento hard disk. D'altronde ci sono casi in cui non servono grandi prestazioni, e copie di The Avengers o un altro filmato possono benissimo giacere sull'hard disk.

Come altre soluzioni viste in passato questo algoritmo dovrebbe capire nel tempo, analizzando i carichi di lavoro e l'uso di ogni file, cosa mantenere da una parte o dall'altra. Sarà interessante quindi non solo analizzare le prestazioni rispetto a un iMac con SSD puro, ma anche esaminare come e in quanto tempo il sistema riuscirà a gestire in modo ottimale questa configurazione.

Da rilevare infine che l'operazione di spostamento dei dati è sicura: Fusion Drive crea sempre una copia di backup prima dello spostamento dei file e quindi in caso di interruzione di energia improvvisa o rottura i dati non andranno persi. Purtroppo al momento Fusion Drive in OS X non è controllabile dall'utente, e anche in questo vedremo se Apple aggiornerà OS X per modificare tale aspetto.

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