Ieri Apple ha presentato il nuovo Apple Silicon M5, chip che rappresenta un punto di svolta nell'architettura dei suoi semiconduttori proprietari, con miglioramenti che vanno ben oltre i tradizionali incrementi generazionali. La società di Cupertino sembra aver finalmente trovato la formula per rendere i suoi dispositivi davvero competitivi nel campo dell'IA generativa, un settore dove finora aveva mostrato qualche titubanza rispetto alla concorrenza.
Il cuore della rivoluzione risiede nei nuovi Neural Accelerators, componenti già introdotti nei chip A19 e A19 Pro degli ultimi iPhone, che ora fanno il loro debutto anche nella linea M. Questi acceleratori dedicati trasformano le performance nelle applicazioni che sfruttano l'apprendimento automatico, con numeri che parlano chiaro: il tempo necessario per generare il primo token in un modello linguistico di grandi dimensioni è 3,6 volte più veloce rispetto all'M4. Si tratta di un miglioramento che nell'uso quotidiano si traduce in risposte quasi istantanee quando si interagisce con chatbot o assistenti basati sull'intelligenza artificiale.
Le novità sono interessanti anche sul fronte dei software professionali. Chi lavora con applicazioni come Topaz Video per il miglioramento della qualità video vedrà tempi ridotti dell'80% rispetto a M3, mentre Premiere Pro beneficia di un incremento di velocità di 2,9 volte nelle operazioni di miglioramento audio tramite intelligenza artificiale. Anche il rendering con ray tracing in Blender risulta 1,7 volte più rapido rispetto alla generazione precedente.
La larghezza di banda della memoria rappresenta un altro tassello fondamentale dell'architettura M5. Con 153GB/s disponibili, il chip supera del 27,5% la capacità di M4, fermo a 120GB/s. Anche questo è un parametro che diventa cruciale quando si parla di intelligenza artificiale generativa: più dati possono viaggiare rapidamente tra memoria e processore, più fluide risultano le operazioni di generazione di immagini, testo o altre tipologie di contenuti creati dall'IA.
Il fatto che Apple si sia concentrata così tanto sull'IA non significa che abbia trascurato altri aspetti del chip. L'azienda dichiara che la potenza di calcolo GPU di picco supera di oltre quattro volte quella dell'M4, sempre grazie all'integrazione dei Neural Accelerators. Il motore di ray tracing arriva alla terza generazione, garantendo prestazioni grafiche complessive superiori fino al 45% rispetto al predecessore. L'azienda californiana menziona anche "capacità grafiche migliorate", senza però entrare nei dettagli tecnici specifici.
Per quanto riguarda la CPU, Apple mantiene la configurazione consolidata con dieci core: sei dedicati all'efficienza energetica e quattro alle prestazioni pure. Le prestazioni multi-thread crescono del 15% rispetto all'M4, un dato che coincide con quanto emerso dalle indiscrezioni trapelate prima dell'annuncio ufficiale.
Dal punto di vista del processo produttivo, M5 segna il passaggio dalla seconda alla terza generazione del processo a 3 nanometri di TSMC. Si tratta di un'evoluzione che permette maggiore efficienza energetica e densità di transistor, due fattori che contribuiscono ai miglioramenti prestazionali complessivi.
Attualmente il chip M5 è disponibile su tre dispositivi del catalogo Apple: il MacBook Pro da 14 pollici, l'iPad Pro e il nuovo Apple Vision Pro M5. Una distribuzione che sottolinea la strategia dell'azienda di unificare sempre più le piattaforme attraverso un'architettura comune, permettendo agli sviluppatori di creare applicazioni che funzionano in modo ottimale su device di categorie completamente diverse, dallo schermo portatile al computer professionale fino al dispositivo indossabile per la realtà estesa.