Apple potrebbe fare i Mac Pro in casa, ma con i robot

Le speculazioni sulla produzione di Apple negli Stati Uniti stanno dilagando. Secondo alcuni esperti potrebbero essere i Mac Pro ad essere fatti oltreoceano: trasportarli costa molto e per farli non ci vuole molta manodopera, se si usano i robot. Intanto HP rivendica il patriottismo: i suoi PC sono fatti a Huston e Indianapolis.

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a cura di Elena Re Garbagnati

I computer Apple che saranno fabbricati negli Stati Uniti potrebbero essere i Mac Pro. Si tratta ovviamente di una supposizione, elaborata da alcuni esperti di settore sulla base dell'investimento che Tim Cook ha dichiarato di voler stanziare. Dan Luria, economista del lavoro presso il Manufacturing Technology Center Michigan a Plymouth, ha spiegato a Bloomberg che 100 milioni di dollari sono una cifra sufficiente per creare una fabbrica che impieghi circa 200 persone e produca circa 1 milione di unità all'anno.

Saranno i Mac Pro ad essere fabbricati negli Stati Uniti?

Lo scorso anno Apple ha venduto complessivamente 18 milioni di Mac, di cui 13,5 milioni di MacBook e 4,6 milioni di desktop (fra iMac, Mac mini e Mac Pro). Andando per esclusione solo il Mac Pro e il Mac mini vendono meno di 1 milione di unità all'anno. Fra i due il Mac mini è compatto, facile ed economico da trasportare, mentre il Mac Pro è pesante e ingombrante, quindi costoso da spedire. Inoltre, i Mac Pro sono più facili da costruite e da personalizzare rispetto a qualsiasi altro prodotto Apple.

Queste sono le argomentazioni che stanno andando per la maggiore, unite al fatto che i maggiori costi di manodopera che deriverebbero dalla produzione negli Stati Uniti sarebbero più facili da riassorbire con un prodotto dal prezzo compreso fra 2500 e 3800 dollari, piuttosto che con un sistema di fascia economica. Il tutto dovrebbe poi essere condito da sgravi fiscali altri incentivi erogati dal governo statunitense per l'apertura dell'impianto produttivo.

In molti stanno accogliendo la decisione di Apple come una buona notizia, sia perché costituisce una controtendenza rispetto all'attuale abitudine di affidarsi ai produttori orientali per questioni di risparmio, sia perché potrebbe innescare un trend che in futuro altri potrebbero seguire creando lavoro in occidente. Non è di questa idea Jenny Lai, responsabile della società di ricerca taiwanese HSBC Securities. Il manager reputa che l'impianto sarà molto piccolo e servirà al più per l'assemblaggio finale dei computer (per lo più automatizzato) e, in proiezione, per la fabbricazione della iTV.

Secondo alcuni esperti la produzione potrebbe essere altamente automatizzata

L'idea dell'automazione è stata sollevata da Larry Sweet, Chief Technology Officer di Symbotic, produttore di robot autonomi, che ha illustrato uno scenario tipo che andrebbe a pennello per Apple. Secondo lui basterebbe un robot per prendere in carico il blocco di alluminio e realizzare lo chassis unibody. Un secondo robot sarebbe deputato a spostarlo sulla linea di produzione, dove una serie di robot piccoli, veloci e precisi dovrebbero aggiungere colla, saldature e viti e alla fine assemblare lo schermo e il vetro. Tutto alla fine sarebbe sigillato con un'operazione automatica, e anche l'imballaggio sarebbe affidato a un automa. Insomma, l'apporto umano potrebbe essere limitato alla supervisione.

Il più pessimista è Craig Stice, analista di IHS iSuppli, secondo cui la percentuale produttiva che sarà traslocata dall'Asia agli Stati Uniti il ??prossimo anno sarà probabilmente "trascurabile" sia per l'azienda sia per l'intero settore PC. Inoltre "la mossa di Apple ha tutta l'aria di uno sforzo simbolico per cercare di migliorare la propria immagine pubblica, minata negli ultimi tempi dalle notizie sulle condizioni di lavoro nelle fabbriche dei fornitori".

A tal proposito, HP dopo l'annuncio di Tim Cook non ha tardato a farsi sentire per sottolineare che lei è patriottica da sempre perché le sue workstation e i PC desktop sono fabbricati a Indianapolis, mentre i suoi server sono costruiti a Houston. Insomma l'azienda di Palo Alto sottolinea che dà già lavoro a migliaia di persone sul territorio nazionale. "Il 36% dei PC desktop a indirizzo business e il 100% delle workstation vendute negli USA da HP" sono prodotte in terra a stelle strisce, come rimarca un comunicato ufficiale. Secondo News.com anche alcuni dei notebook aziendali della gamma EliteBook sono assemblati in Nord America, e l'azienda si starebbe muovendo anche per il ritorno della produzione in USA di alcune linee consumer.

Insomma sembra che oltreoceano si sia innescata una gara al patriottismo da parte di alcune multinazionali dell'Hi-Tech. Lascia perplessi il fatto che qui da noi l'attesa per un fenomeno simile potrebbe essere molto lunga.