Asus Zenbook UX430UQ, l'ultrabook bello e comodo da usare

Se siete alla ricerca di un ultrabook e ci tenete particolarmente all'estetica lo Zenbook UX430UQ potrebbe essere il vostro candidato ideale.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Chi è interessato all'acquisto di un ultrabook della famiglia Zenbook di Asus dovrebbe prendere in considerazione l'UX430UQ, il modello che abbiamo ricevuto in prova e che abbiamo usato per lavorare per una settimana. Non abbiamo fatto i benchmark sintetici perché abbiamo avuto conferma nelle ultime ore che la configurazione di test sarà aggiornata a Kaby Lake Refresh nelle prossime settimane - si basa sulla CPU Core i7-7500U - ma dal punto di vista estetico e dell'usabilità non ci saranno variazioni con il rinnovo, e si tratta di un prodotto che ho trovato molto interessante.

Leggi anche: Notebook con CPU di ottava generazione: bisogna aspettarli?

Il punto forte di questo prodotto è l'estetica. Nel mio caso lo Zenbook è di colore blu (esiste anche nel più classico grigio), con il poggiapolsi in lega metallica che sotto alla luce diretta del sole brilla senza infastidire. Il coperchio però è quello che attira di più l'attenzione per via del rivestimento che a una prima occhiata sembra vetro, in realtà l'effetto è ottenuto mediante una tecnica nota come nano-imprinting lithography.

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Mi è piaciuta molto appena ho tolto il prodotto dalla scatola perché è una scelta elegante e raffinata. È bastato maneggiare il notebook per pochi minuti per capire che questa bellissima soluzione è una calamita per le ditate, e bisogna sempre tenere a portata di mano un telo per pulirlo e non trasformare l'effetto "wow" in uno "blah".

Altro motivo di lustro per questo nuovo notebook è la presenza di una cornice ultrasottile dello schermo (in plastica opaca) che ha permesso di installare uno schermo da 14 pollici nello spazio di solito occupato da un 13 pollici. Non si tratta di un inedito perché la stessa tecnica è stata ampiamente impiegata da molti concorrenti, in primis gli XPS di Dell, rispetto a cui questo Zenbook non ha più nulla da invidiare sotto questo aspetto. Se questa idea vi piace, ricordiamo che esistono altri Zenbook con cornice sottile, come per esempio gli UX530, e sempre in casa Asus anche il VivoBook S510.

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L'implementazione di Asus peraltro è meno scenografica ma più funzionale di quella degli XPS, perché le cornici laterali sono effettivamente sottilissime (3 mm), ma quella superiore è abbastanza spessa (poco meno di 1 cm) da poter ospitare la webcam. Questo significa che durante le videochiamate l'utente può essere inquadrato all'altezza degli occhi, e non dal mento come avviene con gli XPS 13 e 15 - che hanno la webcam nell'angolo in basso a sinistra.

Oltre tutto lo schermo opaco è un piacere da usare. La risoluzione Full HD a mio parere è l'ideale per un'area visiva di questa dimensione perché i contenuti sono leggibili senza gli aggiustamenti sullo zoom che vengono impostati già di fabbrica con i prodotti QHD. La mancanza del trattamento ludico lascia intuire che non c'è il touchscreen, di cui non sento francamente la mancanza su un notebook tradizionale a conchiglia.

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Se il coperchio specchia chi ci si trova di fronte, lo schermo non lo fa complice anche la luminosità di 311 candele al metro quadro, che non è un valore da record ma con uno schermo opaco è più che sufficiente per leggere bene i testi e vedere le immagini anche sotto alla luce diretta del sole, come ho constatato usando lo Zenbook al parco e durante gli spostamenti con i mezzi di trasporto. Per raffronto, l'XPS 13 più recente che abbiamo provato ha uno schermo con una luminosità di 387 candele, l'HP Spectre arriva a 320 candele e l'Acer Swift 7 a 319 candele.

In più ho apprezzato la funzione Eye Care, che riduce fino al 30 percento l'emissione di luce blu per non affaticare la vista. Quando si attiva questa funzione il cambiamento cromatico è evidente e apprezzabile perché i colori sono meno carichi quindi più rilassanti. Sono inoltre disponibili le opzioni Vivid, Manual o Normal: l'ultima attiva le impostazioni di fabbrica, Vivid aumenta la saturazione in modo da restituire immagini dai colori più vivaci ed è più indicata per esempio per guardare i film. Con Manual invece si può regolare manualmente la temperatura colore.

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Un altro aspetto che ho apprezzato particolarmente è la comodità d'uso, a partire dalla tastiera a isola. Due gli elementi che ne fanno uno strumento di lavoro comodo: la retroilluminazione di cui si può regolare l'intensità su tre livelli (ed è disattivabile se non serve, per risparmiare corrente) e lo spazio attorno alle frecce direzionali, così da trovarle nella digitazione alla cieca senza doverci "prendere la mano".

I tasti hanno una corsa un po' corta come capita spesso con gli ultrabook (1,4 millimetri, contro un delta ideale di valori compreso fra 1,5 e 2 mm), ma l'ammortizzazione è ottima quindi si riesce ad avere una digitazione spedita e con pochi errori di battitura fin dal primo momento. Passare dalla tastiera da desktop a quella di un nuovo notebook di solito è piuttosto traumatico, in questo caso non ho incontrato problemi.

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Il touchpad è liscio e scorrevole, non ci sono problemi nel tracciare le gesture multitouch dato che l'area a disposizione è ampia (10,5 x 7,3 cm). Nell'angolo in alto a destra c'è il lettore d'impronte digitali, un riquadro di 9 x 9 mm che non dà alcun fastidio durante l'uso del touchpad, e che consente un'autenticazione biometrica al sistema. Il supporto palm-rejection funziona perfettamente e non si effettuano selezioni indesiderate con i palmi delle mani durante la digitazione.

Apprezzabile anche la connettività, che in molti ultrabook di recente è ridotta al lumicino e obbliga a usare uno o più adattatori. In questo caso troviamo un mix di dotazione di vecchia e nuova generazione: un connettore USB Tipo-C reversibile, una porta USB 3.1, una USB 2.0, l'uscita video micro HDMI, un vano per le schede SD, la presa jack combinata per microfono e cuffie. L'unico adattatore che occorre è eventualmente quello Ethernet nel caso in cui desideriate usare la rete cablata, e che può restare sulla scrivania di casa/dell'ufficio.

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Per quanto riguarda la trasportabilità, ho tenuto questo ultrabook in borsa senza usare una custodia - come faccio sempre con il mio - e le dimensioni di 32,4 x 22,5 x 1,59 cm mi hanno permesso di portarlo con me senza problemi. Ho notato con piacere che nonostante il coperchio sia lucido e apparentemente delicato, in realtà non si graffia con le cianfrusaglie sparse per la borsa, chiavi comprese. Il peso di 1,25 Kg è in linea con quello dell'XPS 13 (1,2 Kg), superiore a quello dello Swift 7 di Acer (1,080 Kg), dell'HP Spectre (1,11 Kg), dello Zenbook UX390UA (910 grammi) e del Lifebook U937 (975 grammi), quindi se cercate qualcosa di più leggero avete un'idea di dove andare a cercare.

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L'autonomia che ho registrato nell'uso di tutti i giorni è stata di circa 9,5 ore, tenuto conto che non ho permesso allo schermo di spegnersi, sono quasi sempre stata collegata in Wi-Fi con una decina di schede aperte in Chrome, Word e la chat aziendale. Tenuto conto degli standby durante gli spostamenti (di cui non ho conteggiato i tempi) a coperchio chiuso, nel complesso reputo il risultato soddisfacente perché ho potuto lasciare a casa l'alimentatore e non trovarmi "a secco" fino al rientro a casa.

Considerata l'autonomia, dimensioni, peso e connettività, lo Zenbook UX430UQ è un prodotto che regge il confronto con l'XPS 13 e offre più di concorrenti come lo Spectre, lo Swift 7 e lo Zenbook UX390UA della stessa Asus. Restano da valutare le prestazioni: come per gli altri prodotti con CPU Core i7-7500U non ho rilevato rallentamenti, ma dato l'imminente upgrade a Kaby Lake Refresh preferisco lasciare in sospeso qualsiasi giudizio e fare i benchmark con la configurazione che verrà.

L'unica considerazione che mi sento di fare a prescindere dai test riguarda la scelta della grafica dedicata Nvidia GeForce 940MX, la stessa soluzione presente sullo Zenbook UX310 di cui potete leggere la nostra recensione al link appena indicato per farvi un'idea delle prestazioni. Si tratta di un chip di fascia bassa da cui non si possono pretendere grandi prestazioni, parimenti all'MX150. Quest'ultimo però è un prodotto appena annunciato, e non si capisce perché puntare sul vecchio quando c'è una soluzione nuova a portata di mano.

Chiudiamo con il prezzo: online si trovano proposte a circa mille euro, che per un prodotto di questa qualità e con questa dotazione non è affatto male. 


Tom's Consiglia

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