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Pro
- Volume di stampa ampio e chiuso
- Doppio ugello
- AMS riscaldato di nuova generazione
- Laser opzionale (10W o 40W) integrabile facilmente
- Modalità pen-plotting e taglio vinile
- Ottima qualità di stampa
- Interfaccia software intuitiva e potente
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Contro
- Non adatta ai principianti assoluti
- Tempo di calibrazione iniziale abbastanza lungo
- Richiede spazio verticale per configurazioni con AMS multipli
- Prezzo non entry-level (da 1.899€ fino a 3.499€)
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto
Bambu Lab H2D
La Bambu Lab H2D è stata, probabilmente, una delle stampanti 3D più attese degli ultimi tempi. Non solo perché Bambu Lab è stata in grado, in poco tempo, di ritagliarsi un’ottima nomea nel campo dei Makers, ma anche perché innovare in questo settore sta diventando tutt’altro che semplice. A quanto pare è valsa l’attesa perché la H2D offre un volume di stampa più ambio rispetto ai modelli precedenti, come la top di gamma X1 Carbon, ha due ugelli per la stampa multi materiale con meno spreco e ha un AMS riscaldato per tenere il filamento sempre nelle migliori condizioni di stampa.
Il doppio ugello, abbinato all’AMS, trasforma la H2D in una stampante multi-filamento a cinque colori, ma è anche possibile aggiungere ulteriori AMS e arrivare a gestire fino a 24 bobine. E se stampare non vi basta, potete acquistare il modello combo che permette di sostituire una testina di stampa con un laser, moduli che si fissano facilmente agendo su una leva. Le superfici di lavoro si attaccano al piano riscaldato magnetico. Insomma, l’ergonomia d’uso è tra le caratteristiche di pregio della nuova creatura di BambuLab.
Vediamo come è andata la nostra prova della nuova BambuLab e se sarà la vostra prossima stampante 3D.
Recensione in 1 minuto
La Bambu Lab H2D è una stampante 3D all-in-one pensata per maker, artigiani digitali e chi cerca uno strumento compatto ma estremamente versatile. Oltre a un volume di stampa più ampio rispetto ai modelli precedenti, integra due ugelli indipendenti per stampe multi-materiale a basso spreco e può lavorare fino a 24 bobine con AMS aggiuntivi. Il nuovo AMS 2 Pro riscaldato garantisce un controllo dell’umidità preciso, migliorando la qualità dei filamenti.
Nella versione Combo, la H2D si trasforma anche in un incisore e taglierina laser (10W o 40W opzionale), con funzioni accessorie come il pen-plotting e la gestione intelligente della ventilazione. Il passaggio tra stampa e laser è immediato: basta cambiare piano e ruotare una leva.
Le prestazioni di stampa sono eccellenti, anche ad alte velocità, e la qualità rimane costante su tutti i materiali testati: PLA, PETG, co-poliesteri, carbonio e TPU. Anche l’incisione laser ha sorpreso per precisione, semplicità d’uso e resa estetica.
Non è un prodotto per principianti assoluti, ma chi ha già esperienza troverà nella H2D una macchina completa, affidabile e salvaspazio, pensata per chi vuole fare tutto, in modo professionale.
Stampante 3D e incisore laser, ha senso?
Prima di parlarvi della nostra esperienza, chiediamoci a chi è rivolta questa stampante. Negli ultimi anni, la stampa 3D si è evoluta da semplice hobby tecnologico a vero e proprio strumento di produzione personale. Ma oggi la domanda va oltre la sola stampa: è giusto creare una stampante 3D che sia anche un incisore laser?
A prima vista, l’idea può sembrare forzata: due tecnologie diverse, con usi distinti, combinate in un solo dispositivo. Tuttavia, chi acquista una stampante 3D spesso ha uno spirito creativo e progettuale molto ampio. E allora ci si chiede: la stessa persona che ha bisogno di stampare oggetti in 3D, potrebbe avere anche la necessità di incidere o tagliare materiali con un laser? La risposta è spesso sì. Pensiamo a chi realizza prototipi, modelli, gadget personalizzati o componenti per il fai-da-te: integrare la possibilità di incidere legno, cuoio, acrilico o tagliare forme precise può ampliare enormemente le possibilità creative.
I vantaggi di avere entrambe le funzioni in un’unica macchina sono evidenti: si risparmia spazio, si spendono meno soldi rispetto all’acquisto di due dispositivi separati, e si ottimizza il workflow, passando da una modalità all’altra senza dover cambiare postazione o software. In più, per piccoli laboratori o artigiani digitali, questo tipo di macchina “ibrida” rappresenta una soluzione versatile e accessibile.
Certo, ci sono compromessi: una macchina multi-funzione potrebbe non eccellere in entrambe le modalità come i dispositivi specializzati. Ma in una fase in cui la creatività personale incontra la produzione digitale, unire stampa 3D e incisione laser non è solo giusto: è una naturale evoluzione del modo in cui progettiamo e costruiamo le cose.
Ciò porta però inevitabilmente a definire il cliente tipo della nuova BambuLab, e cioè una persona che ha queste due necessità e non un curioso della stampa 3D, perché nonostante si possa tranquillamente acquistare solo la stampante, probabilmente la nuova creatura BambuLab ha soprattutto senso per chi vuole accedere a entrambe le tecnologie.
Quanto costa la Bambu Lab H2D?
Affrontiamo subito il capitolo dei prezzi. L'H2D come unità autonoma (senza AMS) costa 1899 euro. Questo prezzo ti dà la stampante con doppi ugelli, un singolo porta-bobina e il kit di accessori standard. Anche senza un AMS, potrete sempre stampare a due colori, ma dovrete procurarvi un secondo porta bobina dato che c'è solo un posto per montare una bobina sulla macchina. Questa potrebbe essere una buona opzione per qualcuno con un vecchio AMS (è compatibile) o che vuole solo la stampante a due colori e non gli dispiace stampare un secondo porta-bobina. Se la vostra necessità è fare singole stampe mono-filamento, allora fermatevi subito qui perché non avrebbe senso acquistare questa stampante.
La versione che probabilmente avrà più senso per tutti è la l'H2D AMS Combo, che è la stampante standard e il nuovo AMS 2 Pro, per 2199 euro.
Lo step superiore è l'H2D Laser Full Combo con laser da 10W per 2799 euro. Avrete l'AMS 2 Pro, più un laser e superfici di lavoro per il taglio, vetro di sicurezza pre-installato, una telecamera bird's eye e il pulsante d’arresto di emergenza.
C’è anche la possibilità, come opzione, di acquistare un laser da 40 watt.
Cosa c’è nella scatola
La Bambu Lab H2D viene fornita con tutto il necessario per configurare la stampante, oltre ad alcune parti extra. Sono inclusi alcuni utensili per la manutenzione della stampante, un hotend di ricambio, due cuscinetti di pulizia ugelli di ricambio e una chiavetta USB.
La stampante è precaricata con modelli di test e stampe pratiche per strumenti di artigianato. Sono inclusi una lama di rasoio e viti per realizzare un raschietto fai-da-te. C'è anche una guida cartacea per iniziare e istruzioni su come accedere allo slicer e all'app del telefono. La scatola ha un codice QR stampato sulla linguetta interna che porta a un video di spacchettamento.
Com’è fatta
L'H2D è una stampante completamente chiusa con telaio in alluminio e acciaio, lati in plastica e finestre di vetro. Il touchpad da 5 pollici è una versione aggiornata di quello che si trova sulla X1C.
Come già detto, l'H2D può essere acquistata come stampante "standard" e come "combo laser". L'H2D standard può essere convertita in una taglierina laser, ed entrambe le macchine condividono le stesse capacità di stampa 3D. Iniziamo con la parte di stampa 3D.
L'H2D ha due ugelli – destro e sinistro – su un hotend. I due ugelli lavorano insieme per stampare due colori senza sprechi, o stampare due materiali diversi contemporaneamente. Ad esempio, puoi stampare PLA con supporti PETG, o combinare TPU con il filamento di tua scelta.
Ogni ugello ha il proprio tubo Bowden e porta-bobina/AMS. La configurazione più comune sarebbe un AMS che alimenta l'ugello destro, e una singola bobina che alimenta quello sinistro. Bambu Lab raccomanda questa configurazione perché solo l'ugello sinistro si muove su e giù, e usarlo meno frequentemente ridurrà l'usura. Raccomandano anche di usare l'ugello destro fisso per il TPU.
Vicino agli ugelli c’è un sistema di “blocco del flusso”, un piccolo braccio che si trova sotto la punta dell’ugello che non è in uso quel momento. Quando l'ugello sinistro finisce di stampare, ad esempio, l'ugello si muoverà verso l'alto e il “sistema di blocco del flusso” cambierà lato.
Bambu ha migliorato anche il suo AMS per l'H2D, aggiungendo un sistema che riscalda il filamento e delle ventole, così da poter rimuovere l’umidità in eccesso che spesso porta a stampe di qualità inferiore o anche a veri e propri problemi. La ventola si attiva automaticamente durante i cicli di asciugatura per eliminare l’umidità e può rimanere chiusa per mantenere un ambiente asciutto durante lo stoccaggio o la stampa. Quando s’imposta la funzione di asciugatura, lo schermo chiederà di infilare le estremità del filamento nei lati della bobina e darà l'opzione di ruotare il filamento durante l'asciugatura.
L'AMS 2 Pro è il modello a quattro bobine, mentre l'AMS HT è un dispositivo a bobina singola. L'AMS 2 Pro può riscaldarsi fino a 65 gradi Celsius, e l'HT può arrivare a 85°C. L'unità HT ha anche un bypass che permette di alimentare TPU morbido o fibra di carbonio granulosa senza passare attraverso il motore di alimentazione – invece gira liberamente e permette alla testina di tirare il filamento attraverso. L'AMS 2 Pro avvolge anche le bobine notevolmente più velocemente e mantiene i tubi Bowden aperti per un accesso più facile nel caso il filamento si rompa mentre è nell’AMS. L'H2D può usare fino a quattro unità AMS e otto unità AMS HT simultaneamente. Il vecchio AMS di Bambu Lab è compatibile con l'H2D, il che è un'ottima notizia per le persone che decideranno di fare un aggiornamento da un modello più vecchio.
L'H2D ha tre telecamere, più una quarta per la combo laser. Le tre principali sono tutte da 1920 x 1080 pixel: una per il monitoraggio in tempo reale, una sull'ugello per il rilevamento AI, e una sulla testina. L'anteprima dal vivo appare in Bambu Studio nella pagina del dispositivo, sull’app Bambu Handy e sullo schermo stesso – utile sul Combo Laser dato che il vetro verde scuro rende difficile guardare facilmente all’interno. Può anche catturare timelapse.
La telecamera dell'ugello può rilevare varie situazioni, come la creazione di “spaghetti”, una “stampa in aria”, accumulo sull'ugello e quando il condotto di scarto si sta intasando. Insomma, i principali problemi che possono accadere quando si usa una stampante 3D.
La telecamera della testina è per controllare la precisione durante la calibrazione e leggere i codici sui piani di stampa. La quarta telecamera ha una risoluzione più alta, otto megapixel (3264 x 2448p) e viene fornita con la combo laser. È opzionale per la stampante standard. Questa telecamera "Bird's Eye" è usata per posizionare i materiali per il taglio.
Il laser
La Combo Laser viene fornita con un laser da 10 watt di potenza, mentre un laser da 40 watt è disponibile come accessorio opzionale. L'H2D standard può essere aggiornata all'edizione laser.
Differentemente dalla versione solo stampante, quella laser è dotata di un pannello anteriore verde, una protezione aggiuntiva per gli occhi. È piuttosto difficile vedere attraverso i pannelli verdi, ma la telecamera di monitoraggio invia un flusso video in full HD direttamente sul touch screen, sul tuo computer e sull'app mobile.
L'H2D è dotata anche di ventole e prese d'aria automatiche che si aprono e chiudono per gestire varie situazioni. Una presa d'aria di aspirazione sulla parte superiore si apre quando serve aria fresca per la stampa di PLA o PETG, o per spingere aria nel sistema di filtrazione. Una presa d'aria posteriore può aprirsi o chiudersi secondo necessità, per gli stessi scopi. L'H2D può chiudere le prese d'aria per trattenere il calore per la stampa ad alta temperatura, o in caso d’incendio anche per interrompere il flusso d'aria per soffocare le fiamme. Un riscaldatore attivo può aumentare la temperatura interna fino a 65 °C per i materiali che lo richiedono. Questo significa che l'H2D può gestire qualsiasi cosa con la porta chiusa, cosa che non vale per molti altri modelli economici dove, per evitare errori di stampa, ad esempio con il PLA, è sempre suggerito tenere lo sportello aperto o rimuovere delle paratie (per le stampanti che lo permettono).
Per il filtraggio dell’aria stessa, entrambe le versioni dell’H2D sono dotate di un filtro ai carboni attivi HEPA per evitare di immettere nella stanza particelle nocive e VOC.
Messa in opera
La Bambu Lab H2D arriva completamente assemblata e deve solo essere spacchettata. Il livellamento del piatto è automatico ed è abbinato a un sistema di compensazione delle vibrazioni. A causa del sistema a doppio ugello, il controllo iniziale automatico e il livellamento richiederà più di mezz’ora, quindi mettetevi l’animo in pace. Fortunatamente la stampante gestisce tutto da sola, quindi non dovrete stare a guardarla mentre si preparerà per essere usata.
Il caricamento e scaricamento del filamento è un gioco da ragazzi e viene gestito in modalità totalmente automatica, dovrete solo spingere il filamento per pochi centimetri e verrà “risucchiato” dal sistema.
Il software
Bambu Studio è stato rivisto completamente per l'H2D. La principale differenza sono le rappresentazioni visive della stampante e del suo piano di stampa, che rende più semplice avere tutto sotto controllo per assicurarci che quello che vediamo a schermo è quello che verrà stampanto (o inciso / tagliato). La sincronizzazione della stampante e dell'AMS ora è molto più fluida, e rimappare il filamento è più facile.
L'H2D ha un'opzione extra non presente sugli altri modelli, la modalità di risparmio filamento. Quando si prepara un modello per la stampa, lo slicer può calcolare quale colore/materiale posizionare sull'ugello sinistro per risparmiare più filamento, poiché essendo alimentato da singola bobina, non necessità di essere spurgato nel caso di cambio colore.
Se acquisterete la Combo Laser, avrete accesso a un altro software, il Bambu Suite per preparare i file per il laser. Questa applicazione è simile a quello che usa xTool, c’è un semplice editor grafico per tradurre la grafica in un codice che l'H2D comprenderà e userà per tagliare o incidere.
Grazie alla telecamera a bordo si assicurerà che il giusto accessorio sia installato in maniera tale da non avere problemi. Ciò permette veramente a tutti, anche ai neofiti, di usare tutte le funzioni di questa stampante.
Prova di stampa
Le prove su modelli semplici stampanti in PLA hanno dimostrato che è possibile ottenere stampe di alta qualità anche a velocità elevate, con tempi di produzione anche sotto alla media.
Utilizzando stampe in PLA con più colori, è chiaro come il sistema di cambio filamento può gestire in modo efficiente i passaggi tra materiali, limitando lo spreco di filamento durante la pulizia. Per una stampa a due colori, lo scarto totale può rimanere sotto i 3 grammi, anche con impostazioni standard. Tuttavia, l’efficienza varia molto in base alla velocità del cambio colore e alle strategie del sistema di slicing. In generale, il compromesso tra estetica multicolore e consumo aggiuntivo è accettabile, specie quando si gestiscono progetti su larga scala.
I materiali alternativi al PLA, come i co-poliestere, offrono ottima resistenza meccanica e una buona adesione tra strati. Sono adatti anche a stampe complesse con più colori, ma richiedono attenzione durante la preparazione del piano di stampa: l’adesione può essere così forte da rischiare il danneggiamento del piano stesso, rendendo consigliabile l’uso di colla stick. Le stampe con questi materiali, anche su più giorni, offrono dettagli nitidi e superfici uniformi, con sprechi proporzionali al numero di cambi colore.
Il PETG continua a distinguersi per stabilità dimensionale e finitura superficiale. Anche su stampe grandi, con layer da 0.2 mm e impostazioni standard, è possibile ottenere superfici lisce e prive di stringing. È importante monitorare le temperature in camera chiusa: un cattivo ricircolo d’aria può portare a surriscaldamenti e generare avvisi di sicurezza. Con le giuste condizioni, è un materiale molto affidabile per pezzi tecnici e funzionali.
La stampa di materiali ad alta temperatura rinforzati con fibra di carbonio richiede ugelli più larghi e hotend adatti, ma i risultati sono ottimi e di livello professionale. Il cambio ugello assistito semplifica il processo, mentre il sistema di slicing permette ottimizzazioni automatiche. Le stampe risultano leggere ma estremamente rigide, perfette per componenti tecnici o prototipi funzionali. Anche i supporti, in questo caso, si rimuovono facilmente.
Per i filamenti flessibili, la stampa richiede attenzioni specifiche nel caricamento del filamento: spesso è necessario bypassare i buffer automatici e alimentare direttamente l’hotend. Quando il filamento è gestito correttamente, le stampe in TPU – anche in modalità a parete singola – risultano resistenti, elastiche e ben definite, con tempi di stampa sotto le due ore anche per modelli medi. L’alimentazione verticale può semplificare il flusso del filamento in configurazioni complesse.
L’integrazione di un sistema multi-materiale con impostazioni predefinite ottimizzate consente di gestire in modo versatile PLA, PETG, materiali tecnici e flessibili, con risultati validi in termini di qualità, tempo e resa estetica. Il compromesso tra spreco e qualità nei progetti multicolore è accettabile, mentre i materiali ad alte prestazioni mostrano il potenziale di questa stampante di ultime generazione. Una buona ventilazione della camera, un piano preparato correttamente e un’alimentazione del filamento ben gestita restano elementi cruciali per ottenere il massimo da ogni materiale.
Nelle prove effettuate, la H2D ha dimostrato di poter gestire in modo eccellente una vasta gamma di materiali, ognuno con le sue caratteristiche, vantaggi e limiti.
La prova è iniziata con un classico modello di test in PLA, con impostazioni ottimizzate per la velocità, la classica “Speed Benchy” con layer da 0.25 mm, due pareti, tre strati superiori e inferiori, 10% di riempimento e larghezza linea di 0.5 mm. La stampa è stata completata in poco più di 22 minuti, un tempo ottimo considerando l’ottima resa finale. Nonostante le alte velocità, i dettagli si sono mantenuti nitidi, le pareti regolari e le superfici pulite. Questo conferma che la H2D è perfettamente in grado di mantenere alta qualità anche in modalità “speed”.
Particolarmente interessanti i risultati ottenuti in modalità multicolore. Durante la realizzazione di vari oggetti per un’attività scolastica di una bambina, la H2D ha stampato in PLA a due colori alternati. Su ogni stampa, la quantità di materiale sprecato per la pulizia e le torri si è mantenuta su livelli sorprendentemente bassi: meno di 3 grammi in totale, il che rappresenta un’ottima efficienza nel cambio colore. In confronto con altre stampanti simili, la H2D si è dimostrata più efficiente nel contenere gli sprechi, pur avendo una velocità di accelerazione leggermente inferiore. Il cambio colore è risultato pulito, senza sbavature evidenti.
Durante i test con materiali alternativi come il CoPE, un co-poliestere proposto come sostituto del PLA, la H2D ha mantenuto un buon livello qualitativo anche in stampa multicolore avanzata. Un elaborato oggetto d’arredo stampato in cinque colori ha evidenziato una grande precisione nei dettagli e una qualità estetica di rilievo. L’intero progetto ha richiesto quasi 30 ore per la sola parte visiva principale. Nonostante la lunghezza del lavoro e la complessità dei passaggi, il risultato ha confermato la capacità della stampante di gestire combinazioni cromatiche complesse, anche a scapito di un certo consumo extra: oltre 100 grammi sprecati nella torre e nella pulizia. Tuttavia, la resa cromatica finale e la precisione degli strati giustificano la scelta.
Per quanto riguarda il PETG, è stata stampata una grande scatola usando PETG riciclato. La stampa è durata poco più di 10 ore, con layer da 0.2 mm e impostazioni standard. Il risultato è stato una superficie liscia, priva di difetti evidenti o fili, segno che la macchina è ben ottimizzata anche per i materiali più soggetti a “stringing”. Durante la stampa è stato necessario controllare il sistema di ventilazione: un errore nel collegamento del tubo di scarico ha causato un surriscaldamento interno fino a 45°C, attivando l’allarme. Una volta risolto, la temperatura in camera si è stabilizzata attorno ai 30°C, garantendo la riuscita ottimale dell’oggetto. Da notare che la stampante è pensata per operare con la porta chiusa, ma consente di proseguire anche con la porta aperta, mostrando un simpatico richiamo visivo tramite l’assistente virtuale.
Per valutare le capacità della H2D con materiali tecnici, è stato stampato un utensile in PAHT-CF, un filamento caricato con fibra di carbonio, ideale per test di resistenza meccanica. La stampa è stata completata in meno di 2 ore, con layer da 0.3 mm e ugello da 0.6 mm, facilmente selezionabile tramite l’interfaccia della macchina. Il risultato è stato eccellente: supporti rimossi senza difficoltà, superficie opaca con finitura professionale, e una rigidità strutturale elevatissima. La leggerezza del pezzo non compromette la robustezza, dimostrando che la stampante è perfettamente in grado di gestire materiali ad alta temperatura e alta prestazione.
Infine, è stato testato il TPU, stampando un modello flessibile in modalità “vaso”, ridotto al 75%, con layer da 0.28 mm per favorire la velocità. Anche qui, la stampa è stata completata in tempi rapidi (circa 1 ora), e il risultato è stato un sacchetto flessibile ben definito e resistente. Tuttavia, per gestire correttamente il TPU, è stato necessario alimentare il filamento direttamente nell’hotend, bypassando il buffer automatico. Una configurazione leggermente più manuale, ma facilmente adattabile con un po’ di inventiva – ad esempio posizionando la bobina sopra la stampante stessa.
In conclusione, le prove effettuate con la Bambu Lab H2D dimostrano che si tratta di una macchina estremamente flessibile e ben progettata per supportare un ampio spettro di materiali, con prestazioni ottime sia nella stampa ad alta velocità, sia nella gestione dei cambi colore e dei materiali tecnici. Il sistema è ben bilanciato, i consumi sono sotto controllo e la qualità visiva è costante.
Prova del laser
Oltre alle funzionalità avanzate nella stampa 3D, la Bambu Lab H2D si dimostra una macchina estremamente capace anche nell’incisione e taglio laser, soprattutto se userete il modulo da 40 watt. Le prove effettuate hanno confermato che il sistema è semplice da usare anche per i principianti, ma al tempo stesso offre sufficienti margini di controllo per gli utenti più esperti, che possono regolare parametri avanzati tramite l’interfaccia software.
Le prime prove sono state eseguite su materiali comuni come legno compensato e acrilico, usando grafiche vettoriali e tracciate direttamente nel software. Le impostazioni predefinite fornite per l’incisione sono risultate inizialmente un po’ “leggere”, ma è bastato aumentare leggermente l’intensità e la durata del passaggio per ottenere risultati molto più marcati e soddisfacenti.
Il taglio, invece, è stato preciso fin da subito, con bordi netti e nessuna bruciatura eccessiva. I test hanno mostrato che è possibile realizzare piccoli oggetti decorativi o funzionali in pochi minuti, con una qualità visiva elevata e senza richiedere interventi manuali di rifinitura.
In un secondo test, l’incisione è stata applicata su materiali naturali come il sughero, combinando elementi grafici e testo. Il supporto è stato prima inciso e poi ritagliato con lo stesso sistema, permettendo di ottenere oggetti personalizzati pronti all’uso. La parte interessante è stata l'integrazione tra incisione e stampa 3D: utilizzando un progetto di contenitore stampato in PETG, è stato possibile assemblare le due componenti senza necessità di colla o viti, grazie alla precisione del taglio. Il risultato finale ha dimostrato la capacità della H2D di essere impiegata per la creazione rapida di oggetti personalizzati e modulari, sfruttando sia stampa che laser.
Oltre al modulo laser, la macchina include anche una funzione di taglio e pen-plotting, meno comune nel mondo delle stampanti 3D ma molto utile per applicazioni creative e di design. Le prove iniziali hanno mostrato che è possibile disegnare motivi grafici, loghi e scritte su carta o cartoncino in pochi secondi. Il sistema consente di importare e vettorializzare rapidamente immagini o file grafici, che vengono poi tracciati con precisione da un comune pennarello. Il risultato finale è nitido, con tratti regolari e senza sbavature.
Passando alla funzione di taglio, si è potuto facilmente ritagliare forme e sagome in carta o materiali sottili come vinile e pelle leggera. Il processo è intuitivo: basta impostare la sagoma, selezionare lo strumento e avviare la lavorazione. Anche utenti alle prime armi riescono a ottenere risultati precisi, e la macchina viene fornita con accessori stampabili in 3D, come spatole, rulli e strumenti per la rimozione degli scarti, utili per chi lavora con vinili adesivi o materiali flessibili.
Verdetto
Bambu Lab continua a farsi notare nel mondo della stampa 3D, e la sua H2D è un prodotto che merita assolutamente un po’ di attenzione, soprattutto se siete appassionato di fai-da-te o maker che amano sperimentare. Anche nella sua versione “base”, senza modulo laser, offre vantaggi concreti: più spazio di stampa rispetto alla media e un sistema progettato per ridurre lo spreco di filamento, cosa che si traduce in un risparmio reale nel tempo.
Ma il vero punto di forza dell’H2D è la sua natura “tuttofare”. Chi ama costruire, personalizzare, creare oggetti utili o decorativi, apprezzerà molto l’idea di avere una sola macchina compatta che può stampare, incidere e tagliare. E non è solo un’idea: funziona davvero bene. Il passaggio da una modalità all’altra è rapido e intuitivo—basta cambiare il piano e spostare una leva sulla testina. Nessun attrezzo, niente procedure complesse.
Chi ha una piccola attività, uno studio, o semplicemente poco spazio, l’H2D rappresenta un ottimo compromesso tra ingombro, funzionalità e qualità.
Certo, ci sono ancora utenti nella community che storcono il naso di fronte a questi dispositivi ibridi. Ma chi lavora nel concreto—chi deve produrre oggetti da vendere, decorazioni, etichette o componenti su misura—capisce al volo quanto sia utile uno strumento così flessibile. Stampi in 3D una base, incidi un logo, ritagli un’etichetta... tutto dallo stesso punto di lavoro.
Il prezzo? Parte da 1.899 euro e arriva fino a circa 3.499 per la versione completa con modulo laser. Non è una stampante pensata per chi è alle primissime armi, questo è vero. Ma se hai già un po’ di esperienza con la stampa o con i laser da taglio, e stai cercando una soluzione potente e salvaspazio, la H2D è decisamente da tenere d’occhio.
Assegniamo a questo prodotto il nostro Award: la capacità multi-tool e l’automazione di questa stampante la rende l’ideale per tutti coloro che cercano una soluzione all-in-one per la propria creatività o professione.