Il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, torna a far parlare di sé nell'ecosistema tech con un'iniziativa che potrebbe ridefinire l'applicazione dell'intelligenza artificiale al mondo fisico. Secondo quanto rivelato dal New York Times, l'imprenditore sta guidando come co-CEO una nuova startup chiamata Project Prometheus, che si focalizzerà sull'integrazione tra AI e ingegneria manifatturiera, con particolare attenzione al settore aerospaziale e dei veicoli. Con un finanziamento iniziale di 6,2 miliardi di dollari, parzialmente garantito dallo stesso Bezos, la società rappresenta uno degli investimenti più consistenti nel panorama delle startup AI dell'ultimo periodo, posizionandosi in un segmento ancora relativamente inesplorato rispetto ai modelli linguistici che dominano l'attuale conversazione tecnologica.
L'approccio di Project Prometheus si distingue nettamente dalla direzione intrapresa da giganti come OpenAI, Anthropic o Google con i loro large language model. Invece di concentrarsi sul training di neural network su enormi dataset testuali, la startup punta a sviluppare sistemi AI che acquisiscono conoscenza direttamente dal mondo fisico, elaborando dati sensoriali, parametri di produzione e informazioni provenienti da ambienti reali. Questa filosofia si allinea perfettamente con gli interessi di Bezos in Blue Origin, l'azienda aerospaziale da lui fondata oltre vent'anni fa, il cui razzo New Glenn ha completato con successo il secondo volo proprio la settimana scorsa.
La scelta del co-fondatore e co-CEO rivela ulteriormente l'ambizione tecnica del progetto. Vik Bajaj, fisico e chimico con un background in Google, ha lavorato su iniziative pionieristiche come Wing (il programma di consegna con droni) e sul progetto che è evoluto in Waymo, il sistema di guida autonoma. Nel 2018 aveva co-fondato Foresite Labs, incubatore focalizzato su imprenditori nel campo dell'AI e della data science, ruolo che risulta ancora attivo secondo LinkedIn e il sito della società. La sua pagina LinkedIn conferma l'inizio della nuova avventura proprio questo mese, con sedi operative indicate a San Francisco, Londra e Zurigo, segnalando un'impronta globale fin dall'avvio.
La pagina LinkedIn di Project Prometheus, ancora essenziale nei contenuti, riporta come overview semplicemente "AI for the physical economy", classificandosi nel settore "Technology, Information and Internet" con una dimensione dichiarata di 51-200 dipendenti. Secondo le informazioni del NYT, il team avrebbe già raggiunto quasi le cento unità, con recruiting mirati presso competitor diretti come OpenAI e DeepMind, segnalando una strategia aggressiva nell'accaparrarsi talenti con esperienza in machine learning applicato e computer vision.
L'orientamento verso l'ingegneria e la manifattura rappresenta un terreno dove l'AI generativa testuale mostra limiti evidenti, ma dove sistemi di reinforcement learning, computer vision avanzata e modelli multimodali potrebbero portare breakthrough significativi. Applicazioni in settori come l'ottimizzazione dei processi produttivi, la progettazione assistita, il controllo qualità automatizzato e la robotica avanzata richiedono infatti AI capaci di processare dati da sensori fisici, comprendere dinamiche meccaniche e interagire con ambienti non deterministici, competenze che i chatbot tradizionali non possiedono.