Brevetto antipirateria: blocca il P2P e ti caccia dalla Rete

Un brevetto della statunitense AT&T descrive come individuare e bloccare chi scarica.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

AT&T, uno tra gli operatori telefonici più grandi al mondo, ha sviluppato e brevettato una nuova tecnica per pizzicare chi usa software P2P e "sbatterlo fuori". Sostanzialmente è uno strumento per individuare i pirati, ed eventualmente bloccare l'accesso a siti considerati illeciti.

Sta tutto in un recente brevetto registrato dall'azienda, che descrive un sistema capace di analizzare il traffico di rete e identificare chi sta condividendo file per poi collocare l'utente in una "categoria a rischio". Successivamente poi l'operatore potrà prendere ulteriori provvedimenti, fino eventualmente al blocco totale dell'accesso. 

Oggi già avviene qualcosa di simile e anche alcuni nostri lettori hanno avuto l'esperienza di utenti che limitano la banda disponibile se rilevano traffico P2P. Questo proposto da AT&T è tuttavia un passo ulteriore che va considerato con attenzione. 

Ufficialmente però non si tratta di un attacco diretto alla pirateria, o di una difesa del diritto di autore. AT&T spiega che la pirateria "genera un sostanzioso uso di banda, il che può essere problematico per un provider", spiegano i portavoce dell'azienda. L'intervento inoltre sarebbe necessario perché "finora le contromisure sviluppate da, per esempio, l'industria dell'intrattenimento, hanno mancato l'obiettivo di arginare la pirateria in Internet". Se dovessero pizzicare qualcuno a usare torrent, quindi, potrebbero decidere di bloccare l'accesso a Pirate Bay e simili.

Non è chiaro se AT&T abbia intenzione di usare davvero questa novità, né come. Sappiamo però che l'azienda, volendo, potrebbe anche analizzare i dati BitTorrent (e altri) per capire se si sta condividendo un film protetto da copyright oppure una distribuzione Linux.

AT&T, infine, potrà essere pioniere ma di certo non è l'unico operatore telefonico al mondo. La diffusione di queste tecnologie di controllo e filtraggio potrebbe estendersi anche altrove, comprese Europa e Italia. Il risultato è una commistione tra due grandi temi: la difesa del diritto d'autore da una parte e la neutralità della rete dall'altra. La situazione diventa così piuttosto caotica, e le istituzioni avranno la vita difficile nel trovare l'equilibrio necessario tra la difesa del singolo utente e gli interessi delle aziende. Avete una proposta che possa mettere tutti d'accordo?