L'India si prepara ad accogliere il più grande investimento tecnologico mai realizzato da Google al di fuori degli Stati Uniti, proprio mentre il governo di Nuova Delhi intensifica la sua campagna per ridurre la dipendenza dai colossi tech americani. Si tratta di un'operazione da 15 miliardi di dollari destinata alla costruzione di un data center da 1 gigawatt e un hub dedicato all'intelligenza artificiale, che verrà realizzato nell'arco dei prossimi cinque anni fino al 2030. La scelta di investire così massicciamente nel subcontinente asiatico arriva in un momento delicato, caratterizzato da tensioni commerciali e da una crescente spinta nazionalistica nel settore digitale.
La sede prescelta per questo ambizioso progetto è Visakhapatnam, città portuale nello stato meridionale dell'Andhra Pradesh. Non si tratta di una destinazione casuale: la regione, guidata dal Chief Minister N. Chandrababu Naidu, ha già dimostrato una notevole capacità di attrarre giganti tecnologici come Oracle e Microsoft, che hanno stabilito le loro basi a Hyderabad, ex capitale dello stato prima della creazione del Telangana. Naidu rappresenta inoltre un alleato politico fondamentale per il primo ministro Narendra Modi, avendo giocato un ruolo determinante nel suo ritorno al potere alle ultime elezioni generali.
La situazione geopolitica rende questa mossa ancora più significativa. Dopo che il presidente Donald Trump aveva imposto nell'agosto scorso tariffe del 50% sulle importazioni indiane, Modi aveva lanciato un appello all'utilizzo di prodotti "swadeshi" – termine hindi che significa "fatto in India". Parlamentari e ministeri hanno così iniziato a promuovere alternative locali ai servizi di Google: dalla società di Chennai Zoho Corporation, che offre concorrenti a Google Cloud e Gmail, fino ad Arattai come rivale di WhatsApp e MapMyIndia in competizione con Google Maps. Sebbene l'impatto iniziale sia stato limitato, queste iniziative potrebbero rappresentare una minaccia politica concreta per il futuro di aziende come Google e Microsoft nel paese.
Thomas Kurian, CEO di Google Cloud, ha sottolineato la portata globale del progetto durante il lancio dell'hub AI a Nuova Delhi. La struttura, che verrà progressivamente ampliata fino a raggiungere "multipli gigawatt" di capacità, farà parte di una rete mondiale di centri dedicati all'intelligenza artificiale distribuiti in 12 paesi diversi. "Vediamo questo hub non solo al servizio dell'India, ma dall'India al servizio dell'Asia e di altre parti del mondo", ha dichiarato Kurian, annunciando anche che Visakhapatnam diventerà un punto nevralgico per la connettività globale.
Il progetto prevede anche l'arrivo dell'infrastruttura di cavi sottomarini di Google nella città portuale. Per realizzare sia il data center che la stazione di approdo dei cavi, il colosso di Mountain View ha stretto una partnership con Bharti Airtel, uno dei principali operatori di telecomunicazioni indiani. Parallelamente, Google collaborerà con AdaniConneX, supportata dal gruppo Adani, per costruire l'infrastruttura del data center. L'obiettivo è trasformare la località non solo in una stazione di approdo per numerosi cavi, ma anche in una spina dorsale digitale che colleghi diverse parti dell'India.
L'hub offrirà quello che Google definisce un "stack completo di soluzioni", incluse le Tensor Processing Units (TPU) personalizzate dell'azienda per consentire l'elaborazione locale dell'intelligenza artificiale. Gli utenti avranno accesso ai modelli AI di Google, tra cui Gemini, e alla piattaforma per sviluppare agenti e applicazioni. La struttura supporterà inoltre i servizi consumer come Google Search, YouTube, Gmail e Google Ads, consolidando la presenza dell'azienda nel mercato indiano.