Google, per il TAR dovrà comunicare i ricavi all'AGCOM

Google perde il proprio ricorso al TAR, che da dunque ragione all'AGCOM e impone al colosso di Mountain View di comunicare l'ammontare dei propri ricavi in Italia.

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a cura di Alessandro Crea

È di queste ore la notizia che il TAR ha dato torto a Google, che aveva fatto ricorso per la richiesta dell'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) di conoscere l'esatto ammontare dei ricavi in Italia.

La situazione è un po' intricata da un punto di vista legale, perché com'è noto la sede di Google per l'Europa è in Irlanda e non ci sono sedi operative nel nostro Paese, inoltre fino ad ora BigG aveva sempre comunicato l'importo dei propri ricavi italiani, ma l'aveva sempre fatto come una sorta di favore e non come un dovere, al quale voleva definitivamente sottrarsi, facendo ricorso appunto al TAR tramite Google Ireland Limited e Google Italy srl.

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Secondo la prima infatti la legge italiana non estende gli obblighi di comunicazione alle società prive della sede legale nel nostro Paese né a quelle che raccolgono pubblicità su Internet, imponendo invece l'obbligo solo ai settori tradizionali dell'editoria, della radio e della TV.

Il TAR nella sentenza, storica da un certo punto di vista, ha confermato che effettivamente le leggi del 1996 e del 2005 in materia non includono la pubblicità web tra i settori da monitorare, ma ha anche chiarito che tali leggi sono da considerarsi come delle "clausole aperte", che danno cioè la possibilità al Garante di includere nei propri controlli anche quei settori che fino al 2005 non erano ancora sviluppati ma che oggi invece sono di rilevanza assoluta.

Il TAR ha respinto inoltre anche l'obiezione riguardante l'assenza di sedi operative in Italia come ragione sufficiente per non avere il dovere di comunicare i propri ricavi, spiegando che l'AGCOM infatti non pretende i ricavi di Google in quanto tale, ossia a livello mondiale, in quanto non ha appunto sede in Italia, ma chiede semplicemente di conoscere la cifra che viene realizzata direttamente sul suolo nazionale.

Ma perché l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni dovrebbe voler conoscere i ricavi di Google in Italia? In questo caso non c'entra la fiscalità, ma l'attività di tutela svolta dall'AGCOM per il pluralismo nel mercato delle comunicazioni, fine per il quale è rilevante la conoscenza dei ricavi derivanti dall'attività di raccolta di pubblicità on line.

La comunicazione annuale della IES (Informativa Economica di Sistema) a cui sono obbligati gli operatori dei settori dei media, serve dunque proprio a raccogliere gli elementi necessari per adempiere a precisi obblighi di legge e realizzare analisi di mercato, la Relazione Annuale, l'annuale valorizzazione del Sistema Integrato delle Comunicazioni e la verifica dei relativi limiti, le indagini conoscitive e l'aggiornamento della base statistica degli operatori di comunicazione.

agcomL'AGCOM ha poi anche il compito di verificare l'esistenza di posizioni dominanti nel sistema integrato delle comunicazioni e di adottare le determinazioni necessarie ad eliminarle o ad impedirne la formazione e per questo è indispensabile il SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni).

Per Google dunque nessuna scusa, bisognerà ora vedere se il colosso si rassegnerà a collaborare o tenterà ulteriori vie legali.