I PC "viventi" del futuro potrebbero utilizzare i funghi

Un'interessante ricerca ha messo in evidenzia il potenziale impiego del micelio dei funghi per la realizzazione di computer "viventi".

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a cura di Antonello Buzzi

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Uno studio del team di ricerca dell'Unconventional Computing Laboratory (UCL) dell'Università dell'Inghilterra Occidentale (UWE Bristol) ha dimostrato che i funghi potrebbero sostituire la CPU e le memorie. Guidati dal professor Andrew Adamatzky, che non è nuovo a metodi stravaganti nell'ambito informatico, i ricercatori hanno utilizzato il micelio dei funghi come conduttore elettrico, il quale può inviare e ricevere segnali elettrici, oltre a conservare lo stato.

Ma come funziona esattamente questa tecnologia innovativa? Il micelio dei funghi si connette ad una rete di radici sotto il terreno, chiamata “wood wide web”, e può sostituire i componenti elettronici tradizionali. Inoltre, il micelio utilizza un modello di comunicazione simile a quello dei neuroni del cervello umano, ovvero l'attività di spike. Questo permette agli scienziati di utilizzare la presenza o l'assenza di uno spike come base per “0” e “1”, come il linguaggio binario usato dai computer convenzionali.

Ma quali sono i vantaggi dei computer “a fungo” rispetto a quelli “tradizionali”? In primo luogo, i dispositivi presentano una maggiore tolleranza ai guasti grazie alla loro proprietà di autogenerazione e una migliore riconfigurabilità perché crescono e si evolvono. Inoltre, consumano poca energia, quindi hanno un'eccellente efficienza energetica.

Certo, ci sono ancora molti aspetti da studiare e da approfondire, ma i risultati finora ottenuti rappresentano una svolta epocale nel mondo dell'informatica. Secondo Adamatzky, "potremo coltivare computer e dispositivi di controllo più avanzati con il micelio". Non possiamo ancora immaginare di avere un computer vivente popolato da funghi, ma sicuramente si tratta di un concetto affascinante e che apre la strada a nuove scoperte nel campo dell'informatica.