IBM Aquasar, acqua per i supercomputer cervelloni

IBM ha finalmente completato Aquasar, il supercomputer dell'ETH di Zurigo che è raffreddato ad acqua. L'acqua calda viene usata anche per il riscaldamento dell'edificio in cui si trova

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

IBM e l'Istituto Federale di tecnologia di Zurigo (ETH Zurich) hanno realizzato Aquasar, un supercomputer raffreddato ad acqua. Rispetto a un sistema raffreddato ad aria, Aquasar consuma il 40 percento di energia in meno e "attraverso l'uso diretto del calore riscalda gli edifici universitari, riducendo l'impronta ecologica fino all'85 percento".

Il progetto Aquasar ha preso il via nel 2009 (Aquasar, supercomputer amico dell'ambiente) con l'intenzione di dimostrare che fare supercomputing ecosostenibile è possibile. "Fino al 50 percento del consumo medio di un data center raffreddato ad aria e l'impronta ecologica non sono causati dall'attività di calcolo, ma dell'energia necessaria per raffreddare i sistemi", ha affermato IBM.

Uno sguardo da vicino ad Aquasar

Aquasar è composto da server IBM BladeCenter raffreddati ad acqua. Il sistema raggiunge una prestazione complessiva di sei teraflop e un'efficienza energetica di circa 450 megaflop per watt. Aquasar mette a disposizione 9 kilowatt di energia termica al palazzo dell'ETH di Zurigo.

In Aquasar i processori e altri componenti sono raffreddati con acqua a 60 gradi. Il sistema di raffreddamento comprende micro-canali colmi di liquido collegati direttamente ai processori, dove è generato la maggior parte del calore. Con questo raffreddamento a livello chip la resistenza termica tra processore e acqua è ridotta a un punto tale che persino l'acqua a 60 gradi assicura l'operatività dei processori al di sotto del massimo consentito (85 gradi). La temperatura dell'acqua in uscita raggiunge un massimo di 65 gradi. "Generalmente l'acqua rimuove il calore 4 mila volte più efficientemente dall'aria", ha concluso IBM.