La potenza di calcolo che caratterizza i MacBook di ultima generazione sta ormai viaggiando anche nelle tasche degli utenti Apple. Il processore M5, presentato da Cupertino come un salto generazionale significativo rispetto all'M4, condivide infatti una somiglianza sorprendente con il chip A19 Pro che equipaggia iPhone 17 Pro. Una convergenza tecnologica che dimostra come la linea di demarcazione tra computer portatili e smartphone stia diventando sempre più sottile, almeno dal punto di vista dell'architettura hardware.
L'analisi di Jason Cross per Macworld ha messo in evidenza elementi tecnici che confermano questa parentela stretta. La banda di memoria unificata del processore M5, aumentata del 30% fino a raggiungere 153GB/s, rispecchia proporzionalmente l'incremento registrato dall'A19 Pro rispetto alla generazione precedente. Il chip per iPhone passa infatti da circa 60GB/s dell'A18 Pro ai 76GB/s della nuova versione, seguendo la medesima traiettoria evolutiva del fratello maggiore destinato ai Mac.
Anche la configurazione dei core di elaborazione rivela un'architettura comune. Il chip M5 integra quattro core ad alte prestazioni e sei core ad alta efficienza energetica, una disposizione che rappresenta quasi un raddoppio della formula 2/4 adottata dall'A19 Pro. Gli esperti ritengono che il design fondamentale della CPU sia identico tra i due processori, con la principale differenza rappresentata dalle dimensioni e dall'efficienza delle cache, presumibilmente più generose nella versione desktop.
L'innovazione più rilevante introdotta con questa generazione riguarda il comparto grafico. Apple ha dotato entrambi i chip di un Neural Accelerator dedicato in ciascun core della GPU, una caratteristica che consente un incremento prestazionale quadruplo nelle operazioni di intelligenza artificiale basate sulla scheda grafica rispetto all'M4. La GPU dell'M5 offre inoltre capacità grafiche potenziate e il ray tracing di terza generazione, elementi che combinati garantiscono prestazioni superiori fino al 45% rispetto alla generazione precedente.
Rispetto al chip M1, ormai datato ma ancora capace di offrire prestazioni solide dopo cinque anni dal lancio, il nuovo M5 presenta miglioramenti ancora più marcati. La potenza di calcolo GPU per applicazioni di intelligenza artificiale risulta sei volte superiore, mentre il Neural Engine migliorato a 16 core e il processore multimediale potenziato completano un quadro tecnico impressionante.
Questa convergenza progettuale tra processori per Mac e iPhone rappresenta un vantaggio strategico per gli sviluppatori. Avere un'architettura sostanzialmente uniforme attraverso l'intero ecosistema Apple significa poter ottimizzare le applicazioni con maggiore efficienza, garantendo esperienze utente coerenti indipendentemente dal dispositivo utilizzato. La compatibilità a livello di istruzioni e la condivisione delle stesse tecnologie fondamentali semplificano notevolmente il processo di sviluppo software.
La filosofia progettuale di Apple emerge chiaramente: invece di creare architetture separate per categorie di dispositivi diverse, l'azienda ha scelto di scalare una singola piattaforma hardware adattandola attraverso il numero di core e la quantità di risorse disponibili. Il risultato è che uno smartphone moderno come l'iPhone 17 Pro può vantare capacità di elaborazione che solo pochi anni fa erano appannaggio esclusivo dei computer portatili di fascia alta.
La memoria unificata, caratteristica distintiva dei processori Apple Silicon, contribuisce ulteriormente a questa omogeneità prestazionale. CPU, GPU e Neural Engine possono accedere allo stesso pool di memoria senza necessità di trasferimenti tra diverse aree di memoria dedicate, un approccio che ottimizza l'efficienza e riduce la latenza nelle operazioni che richiedono collaborazione tra diversi componenti del sistema.