Intel Ice Lake anche nel settore desktop? Possibili tracce in una patch Linux

Una patch del kernel Linux sembrerebbe mostrare l'esistenza di chip desktop basati sul progetto Ice Lake.

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a cura di Jacopo Ferrante

Il leaker Komachi Ensaka ha identificato una patch per il kernel Linux dell'inizio del mese che sembra aggiungere il supporto ai processori Ice Lake a 10 nanometri per l'ambito desktop e server. Kan Liang, Senior Graphics Software Engineer di Intel, ha firmato la patch.

Sembra quindi che nonostante le recenti indiscrezioni - smentite da Intel - stia effettivamente proseguendo il lavoro per portare le CPU a 10 nanometri anche su desktop. L'azienda, nella sua recente dichiarazione, non ha indicato alcun nome specifico per i processori a 10 nanometri per il settore desktop.

La patch di Linux sembra però far intendere che i primi processori desktop a 10 nanometri di Intel potrebbero essere basati su architettura Ice Lake, quindi integrare core x86 Sunny Cove e GPU Gen11.

Ci sono molteplici menzioni dei processori Ice Lake nella patch e Komachi ritiene che la chiave per decifrare i differenti nomi risieda nel suffisso. Non ci sono chiare evidenze a sostegno di questa tesi, per cui dobbiamo interpretare i nomi dei prodotti con cautela.

Il nome IceLake, presumibilmente, si riferisce ai chip desktop, mentre Ice Lake_L ai prodotti per il settore mobile. Secondo il leaker, Ice Lake_X potrebbe riferirsi ai processori Xeon mentre Ice Lake_D rappresenterebbe le offerte dei Xeon D/E.

Abbiamo già visto ciò che i chip Ice Lake mobile possono fare, per cui sarebbe interessante vedere come si comporterebbero nel settore desktop, dove non sarebbero limitati da un TDP molto basso come quello delle CPU mobile. Non resta che attendere: nonostante Intel abbia detto che la "roadmap attuale di prodotti a 10 nanometri include il desktop", l'azienda non ha rilasciato tempistiche.

Evidentemente ci stanno lavorando e la patch probabilmente rappresenta una prova, ma ciò non significa che i processori arriveranno a breve o li vedremo di sicuro: sul futuro non vi è mai certezza, specie se ricordiamo che i primi chip a 10 nanometri desktop dovevano arrivare nel 2016.