Intel: il primo chip Xeon con FPGA Altera pronto tra pochi mesi

Il primo chip Xeon con FPGA integrato arriverà nel primo trimestre 2016. Questo però non è l'unico piano di Intel per l'uso delle soluzioni di Altera, azienda acquistata a giugno per oltre 16 miliardi di dollari.

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a cura di Manolo De Agostini

Una delle più grandi e interessanti operazioni di mercato avvenute quest'anno nel mondo dei chip è senz'altro l'acquisizione di Altera da parte di Intel per oltre 16 miliardi di dollari. L'obiettivo del produttore di microprocessori statunitense è quello di usare le conoscenze di Altera per creare chip Xeon che integrino degli FPGA, delle soluzioni hardware programmabili via software che possono dare una marcia in più nella gestione di determinati carichi di lavoro come l'analisi dei dati e il machine learning.

Ebbene, malgrado l'acquisizione sia stata annunciata solo a giugno, nel primo trimestre del prossimo anno, ossia tra pochi mesi, vedremo i primi processori Xeon con FPGA di Altera. Lo sviluppo di queste soluzioni non è certo partito questa estate, ma ha radici ben più profonde, risalenti almeno al giugno 2014. A dare l'annuncio il boss della divisione datacenter, Diane Bryant.

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"Consegneremo il chip ai principali provider di servizi cloud nel primo trimestre in modo che possano mettere mano ai propria algoritmi", ha affermato durante la conferenza Structure di San Francisco. Il dirigente non ha fornito dettagli sul chip, limitandosi a sottolineare che il "footprint" sarà compatibile con gli attuali processori Xeon. Ciò lascia pensare che i futuri chip potranno essere integrati negli attuali sistemi, ma al momento è una mera ipotesi.

L'uso degli FPGA nell'ambito dei server garantisce maggiori prestazioni e consumi inferiori. Microsoft, per esempio, ha annunciato di aver sperimentato con successo l'uso di FPGA per velocizzare le prestazioni di ricerca del motore Bing. Ironicamente l'azienda aveva usato soluzioni di Altera, e allora titolavamo che era "pronta a tradire Intel". Non potevamo sapere che Altera sarebbe stata acquistata proprio da Intel un anno dopo.

Integrando un FPGA sul chip le prestazioni dovrebbero essere migliori rispetto all'uso di un FPGA dedicato collocato sulla motherboard o connesso tramite lo slot PCI Express. Il vantaggio è infatti legato alla possibilità di accedere direttamente alla cache dello Xeon e alla memoria principale, a tutto vantaggio di una minore latenza. Di fatti Intel afferma che le prestazioni possono raddoppiare.

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La casa di Santa Clara però vede per gli FPGA un ruolo che va al di là dell'ambito server: secondo Brian Krzanich, CEO dell'azienda, gli FPGA potranno farsi strada nel mondo delle automobili, grazie alla loro programmabilità e la loro capacità di gestire molteplici sensori, ma anche nei settori dell'Internet of Things, della sanità e della robotica.

Per Intel l'ambito datacenter e tutto ciò che ruota attorno al concetto di cloud computing sarà sempre più importante: già oggi costituisce una fetta sempre più grande del fatturato dell'azienda. Anche l'Internet of Things sta guadagnando rapidamente peso. Per essere meglio posizionata e affrontare le sfide future Intel ha assunto Murthy Renduchintala, precedentemente alla guida del chip business di Qualcomm.

Renduchintala avrà il ruolo di presidente del business client e Internet of Things, riporterà direttamente al CEO Krzanich e gestirà quattro team: il platform engineering group guidato da Amir Faintuch, il client computing group capitanato da Kirk Skaugen, lo IoT group nelle mani di Doug Davis e il software and services group gestito da Doug Fisher.

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