Intel taglia il fatturato, il mercato PC rallenta bruscamente

Intel ha ridotto nettamente le stime di fatturato del terzo trimestre, da un range tra 13,8 e 14,8 a uno tra 12,9 e 13,5 miliardi di dollari. L'azienda non ha fatto i conti con la crisi, più forte del previsto, un calo di ordini dai paesi emergenti e minori richieste da parte dei produttori di PC.

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a cura di Manolo De Agostini

Intel ha tagliato in modo netto le stime di fatturato del terzo trimestre, mettendo in allarme tutto il comparto dei PC. A luglio, contestualmente all'annuncio dei dati finanziari del secondo trimestre, l'azienda guidata da Paul Otellini aveva previsto un fatturato di 14,3 miliardi (più o meno 500 milioni di dollari) per i tre mesi successivi.

Un dato che aveva già fatto storcere la bocca al mercato e che purtroppo Intel oggi è stata costretta a rivedere: l'azienda si aspetta un fatturato di 13,2 miliardi di dollari, con una tolleranza di "più o meno 300 milioni di dollari". Il margine lordo scende invece dal 63% al 62%. A conti fatti si passa da un fatturato massimo ipotetico di 14,8 miliardi a uno di 13,5 miliardi: 1,3 miliardi di differenza.

I dati finali potrebbero essere profondamente diversi, migliori o peggiori dell'esempio che abbiamo fatto, ma rimane chiaro che la crisi mondiale continua a mordere e da un trimestre all'altro lo scenario può cambiare anche molto rapidamente. Fare una stima ed essere costretti a ridurla di circa un miliardo non dà la sensazione di un mercato stabile e per questo Intel ha pagato con un calo del 3,61% al NASDAQ. La notizia ha avuto un impatto anche sull'andamento del titolo di AMD, Nvidia e altre aziende.

"Rispetto alla precedente previsione, l'azienda rileva che i clienti stanno diminuendo le scorte nella catena di fornitura anziché procedere con l'incremento tipico del terzo trimestre; a questo si somma la debolezza nel segmento dei PC enterprise e il rallentamento della domanda dei mercati emergenti. Il settore dei datacenter soddisfa invece le attese", ha dichiarato Intel.

Le parole della casa di Santa Clara fotografano un calo degli ordini che è chiaramente dovuto alla minore domanda mondiale (per la crisi), e che non riguarda solo la zoppicante Europa o gli Stati Uniti, ma anche quei mercati che da anni crescono e che sono visti come grandi opportunità dal settore tecnologico. Allo stesso tempo i dati potrebbero essere collegati anche all'arrivo di Windows 8, sebbene ci siano diversi modi per fotografare la situazione.

Il primo è che i produttori di PC starebbero cercando di "sbarazzarsi" dell'inventario attuale per poi procedere agli ordini e alla presentazione dei nuovi prodotti dopo il debutto del nuovo sistema operativo Microsoft, fissato per il 26 ottobre.

Il secondo è che gli ordini stanno semplicemente andando da un'altra parte, cioè verso la piattaforma ARM e il mondo dei tablet (tra cui troviamo anche interessanti modelli convertibili). Un motivo in più per Intel per intensificare l'azione in quel particolare settore e non è un caso che Reuters riporti in queste ore che l'azienda sta cercando personale con competenze specifiche.

Il terzo è che semplicemente la minor domanda porta a una minore produzione e quindi a un ordine di CPU più contenuto. Molte persone stanno attendendo la fine dell'anno per spendere qualcosa, vuoi perché si ha a disposizione un budget maggiore, vuoi semplicemente perché si attendono i nuovi prodotti per avere un quadro migliore su come investire i propri soldi.

Oggi come oggi, con l'assenza di un grande avversario di mercato nel settore PC, vedere Intel che frena bruscamente è un segnale brutto per tutto il mercato. Per molte aziende ora si gioca una partita importante, perché è proprio in momenti come questi, di cambiamento e crisi, che si tracciano le strategie vincenti per una crescita futura di lungo periodo.