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La legge antipezzotto ha già fatto danni, siti innocenti oscurati

I Piracy Shield ha già mietuto le prime vittime innocenti: dopo il blocco di un hosting condiviso, sono stati messi offline molti siti legittimi.

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Avatar di Marco Pedrani

a cura di Marco Pedrani

Caporedattore centrale @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 02/02/2024 alle 10:32
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Aggiornamento 

Aruba ci ha informati che si è trattato in realtà di un test da parte della piattaforma e di AGCOM per verificare che gli ISP fossero reattivi. Non è stato colpito un hosting condiviso, ma un IP dedicato di test, motivo per cui non è stato coinvolto nessun cliente Aruba. 

Articolo originale

Dallo scorso 31 gennaio, la legge “antipezzotto” impone a operatori, provider di servizi DNS, VPN e motori di ricerca di attuare le politiche indicate da AGCOM per bloccare lo streaming pirata di eventi sportivi.

Il nuovo “Piracy Shield” ha già fatto le prime vittime… Ma forse non funziona proprio come dovrebbe. Come riportato da Stefano Quintarelli, il primo indirizzo IP bloccato è un hosting condiviso di un noto provider italiano, Aruba. Il risultato? Per cancellare un presunto sito pirata, ne sono stati “abbattuti” molti legittimi. Inutile dire che è una procedura estremamente dannosa, specialmente per le attività medio-piccole che potrebbero vedere il proprio sito sparire all’improvviso. Inoltre, come sottolineato dallo stesso Quintarelli, la politica del “colpirne tanti per cancellarne uno” è contro la legge.

Questo contenuto è ospitato su una piattaforma esterna. Per visualizzarlo, è necessario accettare i cookie

La cosa peggiore è che, fino a poco fa, non era possibile fare appello. Fortunatamente, nelle scorse ore le cose sono cambiate e AGCOM ha pubblicato un aggiornamento, secondo cui le aziende colpite ingiustamente possono presentare un reclamo entro cinque giorni dalla data di pubblicazione della lista dei blocchi effettuati. Un passo nella giusta direzione, ma cinque giorni sono una tempistica decisamente troppo limitata, che in alcuni casi potrebbe non permettere ai malcapitati di intervenire in tempo, ritrovandosi con il proprio sito web perso per sempre.

A peggiorare ulteriormente la situazione c’è il fatto che, come suggerito da alcuni utenti su Reddit, da un hosting come quello bloccato condiviso non è possibile trasmettere streaming: l’ipotesi è che il Piracy Shield abbia bloccato un sito contenente un iframe al server dov’era effettivamente in hosting la trasmissione pirata, interrompendo il servizio solo parzialmente. In questo caso, infatti, lo streaming rimarrebbe accessibile a chi lo sta già guardando anche dopo il blocco del sito, vanificando l’intendo dello strumento.

Fonte dell'articolo: www.reddit.com

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