La Russia prepara una piattaforma server a 128 core per i supercomputer, sarà fatta in Cina?

La Russia sta facendo del suo meglio per internalizzare la produzione di componenti hardware per creare un supercomputer interamente "made in Russia"

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a cura di Marco Silvestri

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Nel contesto di quella che sembra una vera e propria corsa alle prestazioni informatiche, la Russia si muove verso lo sviluppo di piattaforme di computing ad alta prestazione (HPC) con tecnologie completamente realizzate sul suolo nazionale, in modo da non dover più dipendere dai fornitori esteri. Ciò emerge da recenti report che indicano come il paese, fronteggiando l'assenza di accesso a tecnologie moderne su larga scala, stia promuovendo iniziative in ambito tecnologico per sostenere sia la sua economia che le esigenze militari. 

La compagnia Roselectronics, parte della corporazione statale Rostec, ha introdotto un nuovo complesso hardware e software denominato Basis, interamente sviluppato in Russia dal Scientific Research Center for Electronic Computing (SRCEC), anch'esso parte di Roselectronics. Il nucleo di Basis si articola attorno a tre server polifunzionali, ciascuno in grado di supportare fino a 128 core di processore e fornire fino a 2TB di RAM.

L'interconnessione tra i server è garantita dalla rete di comunicazione ad alta velocità Angara, sviluppata dal SRCEC, che promette una latenza ultra-bassa e un'intensa scambio di dati, ottimizzando così le operazioni computazionali su scala larga.

La piattaforma Basis non solo si presta alla scalabilità fino a centinaia di nodi, ma supporta altresì la creazione di migliaia di postazioni di lavoro virtuali. Una delle caratteristiche distintive di questa tecnologia è la sua capacità di trasmissione dati, la quale può raggiungere i 75 Gbps, con un ritardo nella comunicazione ridotto a soli 1 microsecondo.

Tale aspetto la rende particolarmente adatta per l'implementazione in centri di elaborazione dati, uffici virtualizzati e server per applicazioni grafiche, soprattutto in contesti che richiedono un'intensa capacità di calcolo per operazioni non convenzionali. Il CEO del SRCEC, Ruslan Dzeitov, sottolinea la larga applicabilità del nuovo complesso software e hardware, evidenziando come le tecnologie sviluppate possano facilmente rispondere alle esigenze di postazioni di ingegneria virtualizzate con supporto al processamento grafico in 3D. Un punto di interrogativo permane però sulla produzione effettiva del processore a 128 core necessario per Basis.

La capacità di trasmissione dati elevata e un sistema di scalata flessibile permettono di eseguire le operazioni computazionali più complesse, garantendo un'adattabilità su misura a seconda delle specifiche esigenze dei clienti.

Con le capacità di produzione di semiconduttori della Russia ormai datate (al meglio di 65nm) e inadeguate per i moderni standard di efficienza economica, la sfida principale per la realizzazione di questo processore datacenter di classe risiede nell'ottenimento di partner esteri per la sua fabbricazione. I produttori con sede in Taiwan, come TSMC e Vanguard, sono preclusi a causa delle sanzioni internazionali, lasciando alla Russia poche alternative se non rivolgersi alle fonderie cinesi, come SMIC e Hua Hong. Nonostante SMIC disponga di tecnologie processuali di classe 7nm, resta incerto se abbia la capacità produttiva sufficiente per soddisfare sia le esigenze dei giganti tecnologici cinesi come Huawei sia quelle dell'industria russa.

Questa iniziativa rappresenta uno dei tentativi più significativi della Russia di affermare la propria indipendenza tecnologica nello scenario globale attuale, delineando le potenzialità di collaborazione internazionale al di fuori degli schemi tradizionali posti dalle sanzioni. Con l'avanzare di questi progetti, il panorama tecnologico mondiale potrebbe assistere a nuovi equilibri nell'accesso e nella produzione di tecnologie avanzate, influenzando direttamente il settore del calcolo ad alte prestazioni e delle infrastrutture digitali.