La stampa 3D è la nuova frontiera del brevetto selvaggio

La stampa 3D rischia di soffocare sul nascere a causa di restrizioni e monopoli di varia natura. Lo sostiene la Electronic Frontier Foundation, organizzazione no-profit che si propone di tutelare diritti e libertà di parola nell'era digitale.

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a cura di Alberto De Bernardi

La stampa 3D è la nuova frontiera del brevetto selvaggio, che rischia di soffocare sul nascere a causa di patentini, limitazioni, restrizioni e monopoli di varia natura. Lo sostiene la Electronic Frontier Foundation, organizzazione no-profit composta principalmente da avvocati che si propone di tutelare diritti e libertà di parola nell'era digitale. Il rischio, secondo la EFF, è che in questo momento in cui il settore è ancora privo di una regolamentazione ben definita, le aziende possano accampare diritti per esigere, nel prossimo futuro, costi di licenza inadeguati e/o insensati.

"Con il vostro aiuto - si legge nel comunicato - abbiamo identificato una serie di brevetti prioritari che potrebbero delineare un quadro monopolistico preoccupante, soprattutto per la comunità open source". La Fondazione chiede, agli utenti che ne sono in grado, di produrre documenti e altro materiale idoneo alla richiesta di brevetto sulla stampa 3D, per limitare il controllo su questa tecnologia da parte di una ristretta cerchia di industrie.

L'obbiettivo secondario, ma non meno importante, di EFF è quello di limitare o evitare sul nascere l'ennesima guerra di brevetti che, come tutti sappiamo, sembra ormai essere la pratica preferita da moltissime aziende. Esclusi casi noti a tutti ed eclatanti come quello che ha coinvolto recentemente Apple a Samsung, risulta infatti che al primo dicembre del 2012 (report di Chien), il 61% delle cause su presunti brevetti violati coinvolga le cosiddette "patent troll", ossia quelle aziende che non producono nulla, ma registrano brevetti a raffica presso lo Us Patent & Trademark Office con lo scopo di ricavare qualche soldo intentando causa ad altre aziende che li utilizzano inavvertitamente.