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a cura di Tom's Hardware

Le medie imprese italiane, soprattutto nel Made in Italy, sono poco attente alle potenzialità dell’informatizzazione per incrementare la competitività. In compenso, le aziende in posizioni leader utilizzano telelavoro e wireless in misura maggiore e riscontrano nella performance aziendale il ritorno sugli investimenti in ICT. La metà del campione ha un PC ogni due addetti e quasi la totalità ha accesso ad Internet e una rete aziendale. La diffusione di siti web interattivi è ferma al 50%, e la vendita online al 20%, e il 90% investe tra 1 e 5% del fatturato in ICT.

In occasione della conferenza stampa tenutasi oggi presso l’Università Bocconi, I-LAB Bocconi – il Centro di Ricerca sull’Economia Digitale dell’Università Bocconi - in collaborazione con Intel Italia, ha presentato la ricerca dal titolo “L’ICT nelle medie imprese italiane:vecchi ritardi e nuove evidenze”.

La ricerca ha evidenziato che le medie imprese italiane (fra 50 e 500 impiegati), soprattutto quelle del cosiddetto “Made in Italy”, sono poco attente alle potenzialità dell’informatizzazione per incrementare la competitività. In particolare, i dati mostrano come la metà del campione ha un PC ogni due addetti e quasi la totalità ha accesso ad Internet e una rete aziendale. La diffusione di siti web interattivi è ferma al 50%, e la vendita online al 20%, e il 90% investe tra 1 e 5% del fatturato in ICT. Le aziende in posizioni leader utilizzano telelavoro e wireless in misura maggiore e riscontrano nella performance aziendale il ritorno sugli investimenti in ICT.

L’analisi è stata effettuata tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004 con metodologia CATI (Computer-Assisted Telephone Inquiry) su un campione di 400 imprese di medie dimensioni, appartenenti ai settori dell’industria (50%), del commercio (16%), dei servizi finanziari (13%), e – per ben il 21% - del cosiddetto “Made in Italy”, ovvero tessile, abbigliamento, mobili, alimentare.