Licenziamenti in casa Intel, ecco il motivo

Di recente ci sono stati centinaia di licenziamenti in casa Intel, ma ciò non dovrebbe creare problemi nella produzione di CPU e nei piani a lungo termine.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

La scorsa settimana Intel ha licenziato centinaia di dipendenti, tutti impegnati in strutture degli Stati Uniti e del Costa Rica. Non siamo certo al livello dei 16 mila licenziamenti avvenuti tra il 2016 e il 2017, tuttavia si tratta certamente di uno degli "allontanamenti di massa" più importanti dell'ultimo periodo.

La notizia è stata riportata dagli americani del "The Oregonian" e confermata da Intel stessa, che ha dichiarato "i cambiamenti nella nostra forza lavoro sono legati alle necessità e alle priorità del nostro business, che valutiamo continuamente. Vi assicuriamo che tratteremo tutti i dipendenti coinvolti con massimo rispetto e professionalità".

Sembra quindi che i licenziamenti non siano causati da una misura atta a ridurre i costi, ma semplicemente dalla decisione dell'azienda di "consolidare le operazioni sotto un unico appaltatore, l'indiana Infosys". Ciò significa anche che Intel non ha più bisogno di tutti i manager attualmente assunti.

La perdita di questi dipendenti non dovrebbe comunque influenzare i piani a lungo termine dell'azienda, pronta a creare 1750 posti di lavoro in Oregon espandendo la fabbrica D1X di Hillsboro, né la capacità di produrre sufficienti CPU per soddisfare la richiesta del mercato.

Questi licenziamenti sembrano quindi un effetto collaterale del tentativo di semplificazione portato avanti da Intel, che sebbene non farà di certo bene agli ormai ex lavoratori potrebbe giovare all'azienda stessa, specialmente se dovesse garantire la capacità di rispondere ai cambiamenti del mercato più rapidamente di quanto accade ora.

Se cercate una CPU per giocare senza compromessi, la scelta migliore è l'Intel Core i5 9600K.