I colossi tecnologici stanno rivoluzionando il proprio modello di business di fronte alle crescenti pressioni normative sulla privacy digitale. Meta, la casa madre di Facebook e Instagram, ha annunciato l'introduzione di abbonamenti a pagamento per eliminare la pubblicità dalle sue piattaforme nel Regno Unito, seguendo una strategia già sperimentata in Europa ma che ora si estende oltre i confini dell'Unione. La mossa rappresenta un cambiamento epocale per un'azienda che ha costruito il proprio impero economico quasi esclusivamente sui ricavi pubblicitari, che nel 2024 hanno rappresentato circa il 97% delle sue entrate totali.
Il prezzo della privacy digitale
Gli utenti britannici maggiorenni potranno scegliere tra due opzioni tariffarie a partire dalle prossime settimane. L'abbonamento web costerà 3 sterline mensili, mentre chi preferisce utilizzare le applicazioni mobili dovrà pagare 4 sterline al mese. La differenza di prezzo non è casuale: Meta attribuisce il rincaro alle commissioni imposte da Apple e Google sui rispettivi store digitali, un meccanismo che ricorda le dispute sui "pedaggi digitali" che da anni caratterizzano il rapporto tra le big tech.
Il sistema di abbonamento si basa sul Meta Accounts Center, la piattaforma centralizzata che consente di gestire tutti gli account dell'ecosistema aziendale. Ogni profilo aggiuntivo collegato al centro account comporterà un costo supplementare di 2 sterline mensili per la versione web o 3 sterline per quella mobile.
Pressioni normative e strategie aziendali
La decisione britannica nasce dalle nuove linee guida dell'Information Commissioner's Office (ICO), che ha introdotto il principio del "consenso o pagamento". Questa regolamentazione offre agli utenti una scelta binaria: accettare che le proprie informazioni vengano utilizzate per personalizzare gli annunci pubblicitari oppure pagare per evitarlo completamente.
L'esperimento europeo di Meta aveva già anticipato questa strategia, ma con risultati controversi. L'abbonamento proposto nell'Unione Europea a 10 euro mensili aveva suscitato le ire della Commissione Europea, che aveva inflitto una multa di 200 milioni di euro all'azienda per presunta non conformità al Digital Markets Act. La risposta di Meta era stata una versione riveduta e più economica dell'offerta, ancora sotto esame delle autorità europee.
Un cambio di paradigma nel mondo digitale
Meta ha elogiato pubblicamente l'approccio "costruttivo" dell'ICO britannico verso la pubblicità personalizzata, contrapponendolo a quello che considera un "eccesso di intervento" da parte dei regolatori europei. L'azienda continua a sostenere che gli annunci personalizzati rappresentino la migliore esperienza possibile sia per gli utenti che per le aziende che investono in pubblicità.
Chi deciderà di non sottoscrivere l'abbonamento continuerà a utilizzare gratuitamente le piattaforme come sempre, mantenendo la possibilità di gestire le proprie preferenze pubblicitarie attraverso gli strumenti già disponibili. Questa doppia via rappresenta un compromesso tra le esigenze normative sulla privacy e il modello economico tradizionale delle piattaforme social.
Il caso britannico potrebbe rappresentare un precedente significativo per altri mercati internazionali, segnando l'inizio di una nuova era in cui il concetto di "gratuità" dei social network viene ridefinito alla luce delle crescenti preoccupazioni sulla protezione dei dati personali.